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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 09:53.
Tre anni sembrano trascorsi invano in una città che da quattro giorni si trova nuovamente in piena emergenza rifiuti. Napoli sepolta di spazzatura dovunque, sotto i riflettori della Ue che vuole veder chiaro in questa emergenza infinita. Cassonetti incendiati e roghi sparsi qua e là anche in pieno centro hanno riportato alla luce un problema che si pensava risolto.
La protesta dei lavoratori addetti alla raccolta prima, l'atto di vandalismo poi con il quale sono stati danneggiati i mezzi della raccolta della società Enerambiente alla quale è appaltato dall'Asia il servizio per il prelievo in alcune zone di Napoli, hanno mandato tutto in tilt. Nelle strade si sono subito accumulate oltre 2mila tonnellate di spazzatura. A complicare le cose, il termovalorizzatore di Acerra lavora ancora a scartamento ridotto, perché le ecoballe arrivate dai Cdr presentano materiali non idonei a essere inceneriti. Infine c'è la protesta che ha bloccato la discarica di Terzigno, che vede riuniti da alcuni giorni i residenti di diversi comuni della zona vesuviana con la presenza diretta dei sindaci contro l'ipotesi di realizzazione di una seconda discarica nel Parco del Vesuvio, dopo quella già in funzione e che ha provocato disagi ai cittadini a causa dei miasmi che in diverse ore del giorno arrivano nelle abitazioni.
Giovedì sera la tensione è sfociata in una vera e propria guerriglia con cariche e lacrimogeni per disperdere la folla. Bilancio: un funzionario di polizia leggermente ferito, un manifestante fermato. Il questore di Napoli, Santi Giuffrè e il sottosegretario all'Interno, Alfredo Mantovano, additano la camorra e l'area dell'antagonismo come responsabili dei raid di questi giorni. Gli auto-compattatori scortati dalla polizia, intanto, hanno già fatto lo straordinario raccogliendo 100 tonnellate in più oltre la quantità prevista normalmente, ma restano in strada circa 700 tonnellate di rifiuti. Secondo una stima del comune la situazione dovrebbe tornare tranquilla in una settimana.
«A Napoli si stanno verificando una serie di situazioni sospette finalizzate a destabilizzare una realtà che funziona», dice il capo della protezione civile Guido Bertolaso, secondo cui se il capoluogo partenopeo sta ripiombando nell'emergenza rifiuti, lo si deve a comportamenti specifici che nulla hanno a che vedere con gli impianti per lo smaltimento. Bertolaso attacca il presidente della provincia di Napoli Luigi Cesaro che si è detto contrario ad aprire la discarica di Terzigno: «Se davvero non vuole farlo, è contro la legge».