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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 18:22.
Obiettivo comune: battere Letizia Moratti alle elezioni per il sindaco di Milano. Fin troppo ovvio per i candidati alle primarie nel Partito democratico, che si sono confrontati nel loro primo dibattito comune. Teatro Zelig pieno, ciascuno degli sfidanti ha potuto dire la sua sui temi più scottanti per la città: politiche per la casa, per l'ambiente, per la sicurezza e per i servizi sociali. Questione rom in primo piano dopo le tensioni nella giunta Moratti sulla possibilità di destinare 25 alloggi popolari Aler a famiglie particolarmente disagiate che finora hanno vissuto nei campi nomadi.
E proprio sui rom scoppia la scintilla tra Giuliano Pisapia (leggi l'intervista) e Stefano Boeri (leggi l'intervista). L'avvocato, ex parlamentare di Rifondazione comunista sta spiegando che, a suo modo di vedere «i rom hanno esigenze diverse da noi e quindi meritano risposte diverse», e la loro inclusione sociale e culturale deve realizzarsi a partire dai quartieri popolari. Boeri ribatte: «A Milano esistono 300 famiglie rom che non hanno bisogno di dirlo perchè hanno casa e lavoro. Non c'è un problema rom a Milano, c'è un problema di povertà assoluta, ma evitiamo discriminazioni etniche».Pisapia non ci sta: «Non accetto di prendere lezioni sui rom da te». Ma alla fine tutti i candidati sono concordi nel ritenere necessario superare i campi nomadi, difendendo anche l'ipotesi di offrire temporaneamente alloggi popolari alle famiglie rom sgomberate, contro cui invece il centrodestra milanese si è scagliato, chiedendo alla giunta Moratti un dietrofront.
Valerio Onida (leggi l'intervista) ha pochi dubbi: «Quando il centrodestra dice di non dare le case ai rom fa affermazioni di razzismo che fanno il paio con quanto si diceva negli anni 30 sugli ebrei. I 25 alloggi popolari di cui tanto si è parlato sono per le emergenze sociali, e la chiusura dei campi nomadi è un'emergenza sociale».
A parte queste battute, il clima del dibattito è stato sereno tra i quattro aspiranti alla corsa contro Letizia Moratti. Sì, i candidati sono diventati quattro. E il confronto al teatro Zelig è stato anche l'occasione per il debutto ufficiale dell'ultimo arrivato: Michele Sacerdoti, outsider della politica, laureato in fisica, ex dipendente Telecom, ambientalista da anni impegnato nelle assemblee di quartiere. Tentò di candidarsi già alle primarie di cinque anni fa, ma non raggiunse il numero di firme necessarie per entrare nella corsa. Sulla questione nomadi suggerisce di reclutare suonatori rom per tutte le cerimonie di matrimonio celebrate dal Comune.