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Il governo Berlusconi ottiene la fiducia anche al Senato con 174 sì e 129 no

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 09:56.

Il governo Berlusconi ha incassato la fiducia al Senato con 174 sì, 129 no, approvando le tre risoluzioni identiche presentate da Pdl, Lega e Fli-Mpa. I presenti erano 305, i votanti 303, maggioranza fissata a quota 152. Oltre a Pdl, Lega, Fli ed Mpa anche il senatore del gruppo misto Riccardo Villari e quello dell'Union Valdotaine Antonio Fosson hanno detto sì.
Hanno votato no Pd, Udc, Idv, Api, Io Sud. La Svp e i senatori a vita non hanno partecipato al voto. «È il dato più alto raggiunto dalla maggioranza al Senato, una maggioranza ampia e da record», ha commentato Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato. «Con il voto di fiducia di oggi al Senato si dimostra che non è pensabile una maggioranza diversa, possibilità di ribaltoni non ce ne sono», è il commento di Gaetano Quagliariello, vicecapogruppo Pdl al Senato.

Un voto giunto al termine di una giornata ad alta tensione, nella quale aleggia sempre la possibilità del voto anticipato a marzo. Con polemiche bipartisan che hanno compattato l'aula contro le affermazioni del senatore del Pdl, Giuseppe Ciarrapico, («Fini? Spero che abbia già ordinato le kippah»).

Ecco la cronaca della giornata.

ORE 18,20 INIZIATA LA PRIMA CHIAMA PER IL VOTO DI FIDUCIA
È iniziata a Palazzo Madama la prima chiama nominale sulla questione di fiducia posta dal governo. La votazione è iniziata al termine delle dichiarazioni di voto.

ORE 17,52. RUTELLI (API): «PRESTO LA LEGA STACCHERÀ LA SPINA»
«È finito un ciclo politico» e presto «la Lega staccherà la spina», ha detto il leader dell'Api, Francesco Rutelli, durante le dichiarazioni di voto al Senato.«Il voto di ieri, al di là dei numeri, che pure sono eloquenti - ha aggiunto - ha certificato l'esaurimento di questo ciclo politico e, a differenza di quello che la propaganda induce a dire, anche voi sapete benissimo che il bipolarismo italiano, lasperanza, aggiungo, di un ordinato, moderno, costruttivo bipolarismo, è dietro le spalle».

ORE 17,40 BRICOLO (LEGA): «LE ELEZIONI ANTICIPATE NON SONO ALL'ODG»
«La strada è stretta, ma le elezioni anticipate non sono all'ordine del giorno», ha detto Federico Bricolo, capogruppo dei senatori leghisti nella sua dichiarazione di voto. «Ora bisogna appoggiare il Governo sui singoli provvedimenti, se così non fosse ognuno se ne assumerà la responsabilità».

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ORE17,30. D'ALIA (UDC): «BERLUSCONI COL PALLOTTOLIERE IN MANO»
Silvio Berlusconi come Romano Prodi, costretto a raccattare parlamentari per tenere su la maggioranza. È questo il paragone fatto da Giampiero D'Alia, nella dichiarazione di voto dell'Udc. Che non voterà la fiducia al governo. «A metà legislatura, é costretto a venire in parlamento per raccattare deputati e senatori. Lei - aggiunge- viene qui esattamente come Prodi, con il pallottoliere in mano, a trattare su singoli parlamentari». Per D'Alia, Berlusconi e Veltroni hanno «dato il bastone di comando della maggioranza a Bossi e quello dell'opposizione a Grillo».

ORE 17,20. BELISARIO (IDV): «MAGGIORANZA SUL VIALE DEL TRAMONTO»
Governo e maggioranza sono «sul viale del tramonto». Così Felice Belisario, capogruppo Idv al Senato, interviene nella dichiarazione di voto sulla fiducia al governo al Senato. Per Belisario il premier «ieri come oggi è con il cappello in mano, contrattando consensi parlamentari che lei sa di non avere più, mentre sa che gli elettori già le voltano le spalle. Avete imboccato il viale del tramonto politico, precipitevolissimevolmente, perchè la favola mostra i segni del tempo». Belisario ha poi accusato il premier di aver solo cercato «l'impunità per se stesso» senza promuovere la riforma della giustizia.

ORE 17. VIESPOLI (FLI): «NON SIAMO UNA FORZA DI LOGORAMENTO, MA DI CONDIZIONAMENTO POSITIVO»
«Noi riteniamo che la lesgislatura debba andare avanti, e lo vogliamo per dimostrare che non siamo una forza di logoramento del governo, ma di condizionamento positivo», ha detto
Pasquale Viespoli, capogruppo Fli al Senato, durante le dichiarazioni di voto. «Noi - ha assicurato - non facciamo ribaltoni, siamo rispettosi della sovranità popolare. Ma attenzione perché questo rischia di essere un atteggiamento conservatore, perché non deve significare rinunciare a cambiare la legge elettorale». E sottolinea che Futuro e libertà per l'Italia é una «forza leale, responsabile, consapevole del valore della stabilità» del governo, che vuole partecipare «a questa nuova stagione del cambiamento e delle riforme». Poi ha chiesto al governo maggiori impegni e fondi per il Mezzogiorno.

ORE 16. LA REPLICA DI BERLUSCONI: «NESSUN INGINOCCHIAMENTO A GHEDDAFI»
«Abbiamo ereditato una Libia che non voleva più darci nè gas nè petrolio nè commesse. Oggi abbiamo gas e petrolio per 40 anni, commesse e una festa dell'amicizia tutti gli anni. Questo senza alcun inginocchiamento da parte dell'Italia». È una replica colorita quella di Berlusconi al Senato, che passa anche per i rapporti dell'Italia con Gheddafi. Una replica che ha provocato sonore reazioni da parte delle opposizioni, fino a sfiorare la bagarre su temi come la scuola, i rifiuti di Napoli e il ruolo dell'Italia all'estero. Berlusconi ha parlato prevalentemente a braccio e ha esordito con una puntuale ricostruzione di tutte le vicende che lo hanno visto protagonista nei vertici internazionali a mediare tra Usa e Russia, tra Russia e Georgia, sulla crisi finanziaria Usa, per rispondere all'accusa fattagli da Luigi Zanda (Pd) durante ildibattito della mattina di aver ridotto il prestigio dell'Italia nel mondo.

«Oggi il governo, a dispetto dei tanti profeti di sciagure, esce più forte e sereno», ha detto il Cavaliere, ribadendo che il voto di fiducia è stato il risultato più grande degli ultimi due anni. «Tutti i parlamentari eletti nella maggioranza confermano il sostegno al governo, anche chi ha fatto una scelta dolorosa di allontanamento dal Pdl lavorerà con uno spirito costruttivo. Speriamo che l'opposizione sia partecipe al percorso sulle riforme». E non è interessato ai conti da pallottoliere che impazzano. «Non mi interessano i numeri parlamentari», dice il premier, sottolineando in ogni caso che l'esecutivo ha avuto il consenso più alto sulla fiducia, «il risultato più grande nella storia degli ultimi due anni. Questa votazione - conclude il Cavaliere - chiude una stagione di polemiche interne alla maggioranza che non hanno fatto bene a nessuno».

Poi attacca l'opposizione sulla scuola. La sinistra ha trasformato «la scuola in un ammortizzatore sociale». E parla dell'obiettivo di «colmare la frattura fra scuola e mondo del lavoro». Poi torna sulla contestatissima questione dei rifiuti a Napoli. La risposta arriva su un argomemento che «una vocina discretamente» ha sollevato anche durante la replica del premier. «E allora - dice con tono di sfida Berlusconi - parliamo di Napoli: abbiamo risolto definitivamente il problema dei rifiuti. Ci sono le discariche che possono contenerli e il termovalorizzatore di Acerra funziona completamente» salvo qualche piccolo problema «di manutenzione». Per Berlusconi dunque «quello che non funziona è la raccolta, che è nella piena responsabilità dell'amministrazione comunale che ha un nome e un cognome: Rosa Russo Iervolino», ovvero il sindaco Pd di Napoli.

ORE 14,50. TRE MOZIONI SULLA FIDUCIA. ALLE 16 LA REPLICA DEL CAVALIERE
Sono tre le mozioni «di identico contenuto» sulle quali sarà posta la fiducia e si voterà oggi pomeriggio al Senato. Lo ha comunicato Emma Bonino, presidente di turno dell'Aula, al termine della discussione generale sull'intervento del premier Berlusconi. Le tre mozioni sono di Pdl, Lega e Fli-Mpa, presentate rispettivamente da Gasparri e Bricolo, capigruppo di Pdl e Lega al Senato e da Viespoli ePistorio. La seduta è stata quindi sospesa e riprenderà alle 16 con la replica del premier Berlusconi. Poi le dichiarazioni di voto e il voto di fiducia.

ORE 14,30 LI GOTTI (IDV):BERLUSCONI NON PUò RIFORMARE LA GIUSTIZIA
«Lei, signor presidente del Consiglio, non può riformare la giustizia perchè lei non crede alla giustizia. Lei per come la vive, la giustizia la subisce». Lo ha detto al premier Li Gotti, il capogruppo dell'Italia dei valori in commissione Giustizia al Senato, nel dibattito sulla fiducia in corso nell'aula di Palazzo Madama. «È umanamente comprensibile non pretendere quello che lei non può dare. Parla di gioco di squadra dello Stato, ma lei è in un'altra squadra, nell'altra metà del campo, quella antagonista alla giustizia e alla legalità».

ORE 12,15. FRATTINI: «LA MAGGIORANZA DEVE ARRIVARE A FINE LEGISLATURA»
Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, oggi in visita a Chisinau, ha affermato che, dopo il voto di fiducia di ieri alla Camera in favore del governo la maggioranza deve puntare ad arrivare alla fine della legislatura. «Credo che si debba votare - ha detto - come ha detto il presidente del Consiglio alla fine della legislatura. Credo che non vi sia un interesse del Paese e non c'è un interesse dellamaggioranza a perdere quella stabilità che Berlusconi ha data all'Italia».

ORE 12,10. BOCCHINO: «GRAVISSIMO SE BOSSI E BERLUSCONI STACCANO LA SPINA». «Se Bossi e Berlusconi staccano la spina per un loro interesse personale è un fatto gravissimo. Noi comunque saremo pronti alla competizione», ha detto il capogruppo di Futuro e libertà alla Camera, Italo Bocchino, conversando con i cronisti a Montecitorio. «Il voto anticipato - aggiunge Bocchino - sarebbe disastroso per il paese, c'è un governo che ha vinto le elezioni e che ieri ha dimostrato di avere un'ampia maggioranza di circa 40 voti». Intanto Fini mette il turbo al nuovo partito, con il varo previsto per gennaio.

ORE 11,20. CIARRAPICO ATTACCA FINI
Violento intervento in aula del Senato di Giuseppe Ciarrapico (Pdl), che definisce "rinnegati" Gianfranco Fini e i suoi parlamentari. E lancia al presidente della Camera un insulto antisemita, che causa una reazione bipartisan in aula: «È un traditore: ordini le Kippah». Rivolto a Berlusconi, Ciarrapico ha detto: «Ieri ella nobilmente ha ignorato che c'erano 35 rinnegati alla Camera dei deputati. Quando ho sentito parlare Bocchino - si legge nel resoconto stenografico dell'intervento di Ciarrapico, pubblicato sul sito del Senato - ho pensato che il mio amico Pinuccio Tatarella si sarebbe rivoltato nella tomba. E non poteva essere altrimenti». Ora Fini «fonderà un partito, speriamo che abbia già ordinato le kippah con le quali si presenteranno, perché di questo si tratta: chi ha tradito una volta tradisce sempre, l'onorevole Fini può darsi pure che svolga una missione, ma è una missione tutta sua personale, se la tenga. Quando andremo a votare, perché andremo a votare, vedremo quanti voti prenderà il transfuga Fini».

ORE 11. BOSSI: «IL PESO DEL FLI È INDISPENSABILE». POI CHIEDE SCUSA AI ROMANI PER LA BATTURA SULL'ACRONIMO SPQR
Il peso parlamentare del Fli si é rivelato indispensabile per la tenuta della maggioranza? Il Senatur risponde: «A fare i numeri mi pare di sì». Risponde poi con una battuta alla domanda se ha parlato con Berlusconi nelle ultime ore: «Gli ho detto che andiamo al mare». E frena sull'ipotesi di voto anticipato. Il governo «o saltava adesso o non salta più». E a chi gli chiede se il voto a marzo é possibile, il leader leghista risponde: «marzo é già più probabile, ma adesso non bisogna parlare di marzo. Andiamo avanti e pensiamo alle cose che deve fare il governo». Poi, dopo una settimana di polemiche, Umberto Bossi chiede scusa ai romani per la battuta sull'acronimo Spqr diventato "Sono Porci Questi Romani". «Chiedo scusa ai cittadini romani, se li ho offesi», dice in Senato, e ribadisce che la vicenda «è stata strumentalizzata» perchè si trattava «solo di una battuta».

ORE 11. FINOCCHIARO: «IL PROGRAMMA DI BERLUSCONI É CARTA STRACCIA»
I cinque punti del programma di Berlusconi sono «carta straccia». Anna Finocchiaro, capogruppodel Pd al Senato, commenta così l'intervento del premier in aula a palazzo Madama. «È stato un discorso paradossale, sono desolata. Si tratta di un discorso già fatto dieci annifa, ma ci parla di un sogno che non si è mai avverato: sveglia!». Per Anna Finocchiaro «le elezioni sono sullo sfondo, questa maggioranza non tiene più. Berlusconi ha detto che la maggioranza è più forte, ma Bossi subito dopo ha detto che bisogna andare a votare. Noi siamo pronti: tutto è meglio di questa palude. Loro sono in stallo e il Paese precipita, è fin troppo chiaro. Il premier prende in giro l'Italia. Ha parlato di abbassare le tasse che invece aumentano, di opere pubblicheche non sono state fatte, le imprese chiudono, l'unica riforma costituzionale è il Lodo Alfano. C'è una distanza tra lui e il Paese e a pagare sono i cittadini».

ORE 9,30. COMUNICAZIONI DEL CAVALIERE AL SENATO E RICHIESTA DI FIDUCIA
Berlusconi replica al Senato le comunicazioni e la richiesta di fiducia.
L'intervento del premier ha preso il via alle 9,30. Poi per la discussione sono state ripartite tra i gruppi quattro ore, escluse le dichiarazioni di voto che avranno luogo nel pomeriggio, dalle 16 alle 18, con trasmissione in diretta televisiva. Poi il voto di fiducia per chiamata nominale. I prossimi tre anni di legislatura, ha detto, potranno essere quelli della stagione delle riforme. Ha parlato dei tanti colpi inferti alla mafia, ha ribadito la volontà di una graduale risuzione delle tasse nei prossimi tre anni per le famiglie e le imprese. Per le famiglie, in particolare quelle monoreddito, Berlusconi al Senato sottolinea che «l'obiettivo è quello del quoziente
familiare».

«La Camera - ha detto il premier - ieri ha confermato il voto di fiducia al Governo con una maggioranza più ampia e articolata rispetto alla fiducia ottenuta nel 2008: questo é il vero dato politico emerso dal voto di ieri». Secondo il premier, dunque, «la maggioranza é più forte e, se il Senato confermerà la fiducia, il Governo é nelle condizioni di completare la legislatura e il progetto di profonda trasformazione del Paese». Ma ha anche detto : «ritengo si abbia il dovere di continuare a governare anche se non è facile, non è semplice e tante volte verrebbe da dire lasciamo agli altri questo compito».

Ieri il premier ha incassato la fiducia alla Camera con 342 voti. Sono stati 275 i no e 3 gli astenuti. In realtà, dunque, senza finiani e Mpa, Pdl e Lega non hanno raggiunto in aula alla Camera la maggioranza richiesta, che ieri era di 309 voti, ma si sono fermati a quota 307. Da più voci, prima fra tutte quella dei leghisti, non si esclude il voto anticipato a marzo. Anche questa mattina il senatur Umberto Bossi non ha nascosto quanto valgono i finiani. Indispensabili? «A fare i numeri - ha risposto - mi pare di sì». Ma ha frenato sulla possibilità di voto ancicipato. E a chi gli chiede se abbia sentito Berlusconi, Bossi dice di sì, ma si limita a scherzare: «gli ho detto che andiamo al mare».

Rispetto al discorso di ieri il premier è tornato a parlare di «squilibrio tra ordini e poteri dello Stato», dovuto «all'uso politico della giustizia», ma ha esteso il discorso sulla «prevaricazione della magistratura sulla politica» anche al periodo di tangentopoli. Ieri a Montecitorio era stato ripreso sul punto da Bruno Tabacci, che gli aveva rimproverato di riferirsi «solo agli ultimi 16 anni», data della sua discesa in campo, e quindi di non comprendere anche gli anni di tangentopoli. Oggi, al Senato, Berlusconi si è corretto. Ha ribadito che «la politica fa le leggi e i magistrati sono chiamati ad applicarle» e ha detto che «negli ultimi 16 anni questo equilibrio é stato più volte alterato. Ieri sono stato corretto, ma possiamo ben dire che questo é avvenuto negli ultimi 18 anni. Io guardavo alla mia diretta esperienza politica».

Ha parlato della crisi («In estate abbiamo lasciato il picco della crisi economica, ma non é stata ancora superata»), della necessità di avere un governo stabile per evitare il rischio dispeculazione sui titoli di Stato. «Seguiamo col cuore in gola - ha detto Berlusconi - l'emissione dei titoli del debito pubblico: siamo stati direi fortunati che in agosto non si sia concentrata sulle nostre difficoltà politiche l'attenzione della speculazione internazionale che ci avrebbe potuto portare alla diserzione da parte dei grandi sottoscrittori internazionali dei nostri titoli del debito pubblico. Avremmo potuto assistere a un aumento incredibile dei costi di questo servizio con un aumento degli interessi. Ricordiamoci che in questo momento l'Irlanda paga sui propri titoli del debito pubblico più del 10% di interessi, la Grecia é vicina al 20 per cento. Quindi - ha concluso Berlusconi - abbiamo bisogno in questo momento di uscire completamente dalla crisi e di dare l'idea di uno Stato che é governato».

Ha risposto alla polemica sul ponte sullo Stretto, fra i fischi dell'opposizione e gli applausi della maggiortanza. I lavori che erano già partiti e sono stati bloccati dalla sinistra, ha detto il Cavaliere. «Io e il sottosegretario Letta - ha detto il premier - ci abbiamo messo 5 anni per far partire il progetto ma l'intervento del governo della sinistra in 5 minuti ha accantonato il piano. Cinque anni per costruire, cinque minuti per distruggere». Entro dicembre sarà pronto il progetto esecutivo: Berlusconi ha detto che é stato portato avanti «l'appalto a una cooperativa di imprese italiane, dopo che eravamo riusciti prodigando molti sforzi ad evitare la partecipazione all'appalto di grandi imprese straniere, perché volevamo che quest'opera fosse un orgoglio tutto italiano».

DIRETTA / Gli interventi dall'aula del Senato

Il voto alla Camera visto dai giornali stranieri

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