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Questo articolo è stato pubblicato il 30 settembre 2010 alle ore 14:59.
Questa mattina il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, è salito al Quirinale per un colloquio con il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ecco la cronaca della giornata di ieri. Il governo Berlusconi ottiene anche la fiducia del Senato, ma - al di là della nuova accelerazione impressa dal Carroccio - il voto sembra davvero dietro l'angolo, tanto che ormai ne sono convinti anche dalle parti dello stesso premier e del Pdl. «Ha ragione Roberto Maroni - è il ragionamento che circola in ambienti berlusconiani -. È naturale che si vada al voto a marzo quando saranno chiamati alle urne anche 1100 Comuni. Non si può pagare due volte la stessa macchina elettorale». Un modo brusco, ma efficace, che sembra certificare la fine lenta e ormai inesorabile della legislatura. Anche perché, in casa di Gianfranco Fini, un'altra macchina, quella del partito, ha ormai messo il turbo. Mentre Casini e il Pd tornano alla carica sulla legge elettorale.
Certo, poi, quando i microfoni si riaccendono, la prudenza detta dichiarazioni molto meno nette. «Il nostro obiettivo - ragiona con il Sole24ore.com il vicepresidente dei deputati Pdl, Osvaldo Napoli - restano i cinque punti che Berlusconi ha portato all'attenzione delle Camere, sono determinanti per il prosieguo della legislatura. Si tratta di titoli - chiarisce ancora l'esponente del Pdl - che vanno riempiti di contenuti». E qui ovviamente si gioca la partita. «Se saranno oggetto di estenuante trattativa come accaduto in passato è chiaro che non ci sarà futuro e le affermazioni ieri di Fini («è una nostra vittoria politica») e di Briguglio («da stasera abbiamo la golden share della maggioranza») non sono di buon auspicio». Ma Napoli non vuole perdere l'ottimismo . «C'è la possibilità di andare avanti, vedremo che succede».
I segnali che arrivano dai finiani però non sono proprio rassicuranti per Berlusconi e i suoi. Visto che i motori della macchina del nuovo partito già funzionano a pieni giri. Martedì c'è il primo appuntamento: la riunione, convocata per le 14, nella sede di Farefuturo, con i gruppi parlamentari di Camera e Senato e gli europarlamentari di Fli per battezzare il comitato promotore del nuovo soggetto politico. «Sarà approntato - spiega Carmelo Briguglio al Sole24ore.com - un team di una decina di persone che rappresenterà il nucleo essenziale del futuro partito con il viceministro Adolfo Urso nelle vesti di coordinatore, una sorta di primus inter pares».