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Questo articolo è stato pubblicato il 05 ottobre 2010 alle ore 20:02.
Ufficialmente sarà un giro d'orizzonti sull'agenda parlamentare tra le diverse anime della maggioranza che hanno votato la fiducia: Pdl, Lega, finiani, Mpa e Noi Sud. Quello di oggi, però, sarà soprattutto un primo banco di prova per capire se il premier Silvio Berlusconi ha davvero la forza per andare avanti e per non fare «la fine del governo Prodi», come paventato dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Altrimenti non resta che la strada del voto. Proprio la Lega ha chiesto la verifica e il capogruppo alla Camera, Marco Reguzzoni, è ottimista sull'esito del test. «Sarà una riunione operativa - spiega l'esponente del Carroccio al Sole24ore.com -. Il risultato dei 342 voti incassati dal governo a Montecitorio è molto importante e bisognerà mettersi d'accordo sulle cose da fare».
I temi sul tavolo sono parecchi: dal ddl Università alla legge di stabilità (la manovra autunnale), dall'etichettatura dei prodotti alimentari al collegato lavoro. Tutti provvedimenti già all'esame delle Camere, chiarisce Reguzzoni, «perché vogliamo parlare di cose concrete e programmare i lavori d'aula. Non credo si parlerà di giustizia in assenza di ddl calendarizzati». Dunque, nessun confronto sul vero nodo dei rapporti tra berlusconiani e finiani. Almeno sulla carta. Perché è chiaro che la discussione scivolerà verso quella direzione e verso la necessità di assicurare uno sbocco alla ricerca di uno scudo processuale per il premier.
Lo spiega in modo molto chiaro Luciano Sardelli, esponente di Noi Sud che domani sarà presente alla riunione. «Noi porremo soprattutto due questioni - sottolinea al Sole24ore.com il capogruppo della piccola formazione nata da una costola dell'Mpa di Raffaele Lombardo -. La prima riguarda lo scudo processuale del premier perché vogliamo capire se c'è la volontà dei finiani di passare dalle parole ai fatti. È questo il nodo politico vero, se non si scioglie non si va avanti. L'altro aspetto su cui chiederemo garanzie è il Mezzogiorno». E su questo anche l'Mpa è pronta a dare battaglia. «Andremo lì per chiedere tempi e risorse certe da destinare alle infrastrutture e alla spesa sociale del Mezzogiorno - chiarisce al Sole24ore.com Giovanni Pistorio, capogruppo dell'Mpa al Senato - ma solleciteremo precisi impegni anche nell'ambito della riforma fiscale di cui si parla dove contiamo di ottenere una fiscalità di vantaggio per le aziende che investono nel Sud». Gli occhi, però, chiarisce ancora Pistorio, saranno puntati anche sulla giustizia, dove la pattuglia parlamentare di Lombardo ha già dettato le sue condizioni: no a riassetti punitivi dell'autonomia e della dignità dei magistrati. Quello che pensano anche Gianfranco Fini e i suoi.