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La Curia chiede il rispetto dei patti sulle case ai rom e minaccia azioni legali. Nuove polemiche su Expo

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 ottobre 2010 alle ore 10:44.

«Non strumentalizzare il tema dell'immigrazione». L'invito arriva dall'arcivescovo di Milano, il cardinale Dionigi Tettamanzi che parla ai cinquemila migranti di tutto il mondo arrivati per l'annuale pellegrinaggio in Duomo. Ma è anche un messaggio rivolto agli italiani. «Non lasciate che l'illegalità germogli dentro le vostre comunità etniche», ammonisce poi Tettamanzi che esorta «a non chiudersi nei gruppi etnici di appartenenza». Ma ammette: «Noi, lo dobbiamo riconoscere, fatichiamo ad aprirvi la porta, non siamo facili a comprendere come questa accoglienza sia la strada promettente per assicurare un futuro alla nostra società».

Nessun riferimento esplicito, da parte dell'arcivescovo di Milano, al dibattito in corso sulla chiusura del campo rom di Triboniano e l'assegnazione prima indicata poi ritirata di 25 alloggi Aler per alcune di quelle famiglie. A intervenire sulla questione è invece un comunicato della Curia, documento nato dal confronto tra gli enti gestori dei campi rom autorizzati di Milano (Cooperativa Farsi Prossimo, Casa della Carità, Centro ambrosiano di solidarietà), promosso da Monsignor Erminio De Scalzi su delega dall'Arcivescovo Dionigi Tettamanzi e insieme alla Caritas Ambrosiana. Una richiesta del rispetto degli impegni presi nella quale si paventano anche azioni legali in caso di mancato rispetto dei patti sottoscritti. «Promuovere la legalità, specie per le Istituzioni, - si legge - significa anche rispettare gli impegni sottoscritti. Venir meno a questi patti, mentre avvia conseguenze legali ed economiche, compromette la credibilità e il senso delle stesse Istituzioni». Per questo, «auspichiamo un sussulto di responsabilità per le Istituzioni civili interessate affinchè i processi avviati possano continuare: per il bene delle famiglie rom e dei cittadini tutti».

La questione del campo rom di Triboniano è diventata uno dei temi centrali della campagna elettorale a Milano in vista delle amministrative di maggio. Il sindaco Letizia Moratti sottolinea che «il cardinale giustamente parla da Pastore». E aggiunge: «Credo che debbano essere tenute separate le responsabilità di chi amministra e di chi si occupa in maniera pastorale della spiritualità e della cura delle anime».

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I tre candidati alle primarie del Pd, Giuliano Pisapia, Stefano Boeri e Valerio Onida in più occasioni hanno ribadito le loro posizioni. Onida, che ha promesso che se sarà eletto sindaco, rinuncerà a ogni forma di emolumento, ha pochi dubbi: «Quando il centrodestra dice di non dare le case ai rom fa affermazioni di razzismo che fanno il paio con quanto si diceva negli anni 30 sugli ebrei. I 25 alloggi popolari di cui tanto si è parlato sono per le emergenze sociali, e la chiusura dei campi nomadi è un'emergenza sociale». Più sfumata la posizione di Stefano Boeri che nel corso del dibattito con gli altri sfidanti alle primarie ha sottolineato come a Milano esistano «300 famiglie rom che non hanno bisogno di dirlo perchè hanno casa e lavoro. Non c'è un problema rom a Milano, c'è un problema di povertà assoluta, ma evitiamo discriminazioni etniche». Per Giuliano Pisapia «i rom hanno esigenze diverse da noi e quindi meritano risposte diverse», e la loro inclusione sociale e culturale deve realizzarsi a partire dai quartieri popolari».

Altro tema scottante per la campagna elettorale in corso è quello di Expo, dopo la decisione di cedere in comodato d'uso alla società titolare della gestione dell'evento le aree che ospiteranno il sito espositivo. Gli attuali proprietari (Fondazione Fiera Milano e Gruppo Cabassi) come contropartita otterranno in cambio la possibilità di edificare su terreni fino ad oggi ad uso agricolo. L'accordo è considerato una vittoria per l'asse Moratti-Podestà, che ha sempre puntato su una soluzione di questo tipo, apertamente osteggiata da Roberto Formigoni, più favorevole all'ipotesi dell'acquisto delle aree da parte di una newco pubblica ad hoc.

Il centrosinistra nella voce di Filippo Penati, vicepresidente del consiglio regionale ribadisce che «l'Expo si deve svolgere su aree di proprietà pubblica». E ritiene che «l'accordo voluto dalla Moratti non tuteli in nessun modo l'interesse pubblico e si riduca a un regalo ai privati». Mercoledì prossimo è previsto il consiglio straordinario su Expo e Penati anticipa: «se fossimo chiamati a votare un provvedimento che ribadisce l'obiettivo della proprietà pubblica delle aree e impegna la regione a perseguire quell'obiettivo, il Partito democratico valuterà la possibilità di votare a favore». Le strade sono due: una é quella dell'esproprio, già votata favorevolmente dal Pd (e dal centrodestra) in un ordine del giorno del Pd a luglio. L'altra é quella della newco, contro cui il centrosinistra aveva votato all'epoca ma che ora, di fronte all'alternativa sempre più concreta del comodato d'uso, sta rivalutando. «Allora come oggi la strada dell'esproprio, tra quelle sul tavolo, ci sembrava la migliore per garantire che l'expo si svolga su suolo pubblico con caratteri di massima trasparenza», precisa Maurizio Martina, segretario regionale del Pd. Ma ammette «siamo aperti anche ad altre ipotesi, basta che garantiscano un expo situato su terreni pubblici».

Stefano Boeri punta il dito su quella che definisce «una truffa» che a suo giudizio «regala ai proprietari delle aree di Rho-Pero, dopo l'Expo, una enorme quantità di metri cubi». E spiega nel dettaglio: «Se si sommano i 505mila mq che i privati potranno costruire dopo Expo ai 240mila mq che il progetto Expo lascerà in eredità si ha una chiara idea dell'ingiustificabile cementificazione (750 mila metri quadri, l'equivalente di 26 Pirelloni) che cancellerà subito dopo la fine dell'evento, il grande Parco botanico previsto dall'Expo». La sua conclusione è: «I superpoteri del sindaco hanno prodotto il primo superpasticcio».

Intanto secondo un recente sondaggio condotto da GM&P tra i milanesi che un anno fa votarono alle primarie del Pd per la scelta del segretario, la partita nel centrosinistra a Milano per la scelta del candidato sindaco è ancora apertissima. Tra gli elettori del Pd l'urbanista Stefano Boeri gode di un leggero vantaggio sull'ex parlamentare del Prc Giuliano Pisapia (23% contro 20,5%) e il costituzionalista Valerio Onida arriva al 9,5%. Ma oltre il 44% non ha ancora deciso per chi votare.

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