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Questo articolo è stato pubblicato il 10 ottobre 2010 alle ore 20:27.
È molto probabile che si voti in primavera. E il Partito democratico è disposto a una coalizione di governo aperta all'Udc, purché non si ripetano gli errori commessi dall'Ulivo.
Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, scioglie le riserve in vista di un appuntamento elettorale che ritiene ormai imminente e intervistato da Fabio Fazio a "Che tempo che fa" apre alla costituzione di un «nuovo Ulivo con le forze del centrosinistra che si chiamino Di Pietro, Vendola. Con loro fare un patto di governo che non sia l'Unione. Questi poi si possono rivolgere alle forze che non sono del centrosinistra, tra cui l'Udc».
Bersani ha le idee chiare anche sul metodo per scegliere il candidato alla presidenza del Consiglio. Scherza sul "papa straniero" evocato nelle scorse settimane («Speriamo che non si liberi Obama. Lo spero per gli Stati Uniti...») e precisa: «Noi abbiamo una cosa bellissima: le primarie. Per adesso - aggiunge riferendosi ai nomi citati da Fazio a Montezemolo da Profumo a Draghi - divertiamoci leggendo i giornali. Poi quando sarà il momento vedremo».
Quanto alla legge elettorale, Bersani, pensa ad un sistema che salvaguardi il bipolarismo («Una proporzione tra maggioritario e proporzionale che salvaguardi il bipolarismo. Vorrei i collegi territoriali a doppio turno»). «Fu lo stesso Berlusconi a inizio di questa legislatura -aggiunge - a dire che bisognava correggerla. Se la maggioranza dei parlamentari lo vuole può cambiare questa legge elettorale. Non c'è ancora la costituzione di Arcore».
Il segretario del Pd indica poi un'ideale road map da qui alla primavera. «Credo che serva un breve governo di transizione – spiega il segretario Pd - per fare la nuova legge elettorale e poi si fissano le elezioni». Solo in quest'ottica potrebbe essere varata la "grande alleanza" con Futuro e libertà. «Se si parla di legge elettorale van bene tutti. Se si parla di governo o si fa una cosa come si deve o è meglio che restiamo a casa».
«Berlusconi è un osso duro, quando abbiamo detto che era una macchietta lo abbiamo sottovalutato - conclude Bersani - Io sono per guardare tutti i nostri limiti e correggerli ma non sono per l'autolesionismo».