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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2010 alle ore 11:29.
Prosegue la linea dura del governo di Pechino nei confronti del neo-Nobel per la pace. Ai diplomatici europei è stato impedito di fare visita alla moglie di Liu Xiaobo, Xia, da ieri agli arresti domiciliari. Lo ha riferito il primo segretario per gli Affari politici della delegazione Ue in Cina, Simon Sharpe, precisando di essersi recato all'abitazione della donna per recapitare personalmente una lettera di congratulazioni del presidente della Commissione Ue, José Manuel Barroso. Sharpe era accompagnato da diplomatici di circa 10 Ambasciate, tra cui quelle di Italia, Svizzera, Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Belgio e Australia.
Intanto un altro premio scomodo per la Cina critica l'atteggiamento delle autorià cinesi. Il Dalai Lamastigmatizza infatti l'irata reazione di Pechino per il premio Nobel al dissidente Liu Xiaobao. Parlando all'agenzia nipponica Kyodo News all'aeroporto Narita di Tokyo (mentre era in viaggio verso gli Stati Uniti), il leader spirituale tibetano, insignito del Nobel nel 1989, ha detto che il governo di Pechino «non apprezza affatto le diversità di opinione»; e ha aggiunto che dar vita a una società aperta e trasparente è «l'unico modo per salvare tutte i popoli della Cina», ma che alcuni gerarchi nella leadership cinese sono legati «ad un vecchio modo di pensare».