Ahmadinejad prova a esportare la rivoluzione khomeinista nel Libano amico (e provoca Israele)

L'Islam khomeinista, dopo 30 anni di lotta per la sopravvivenza, sta cercando di esportare la rivoluzione all'estero. Avvenne con la rivoluzione francese, quella russa e ora con quella iraniana. La prima tappa è il Libano, avamposto sciita, sunnita e cristiano. Ahmadinejad sfida con il suo viaggio la pax libanese e così provoca Israele (che deve tenere nervi saldi) arrivando a lambire i confini dello stato ebraico.

ll presidente iraniano è arrivato martedì a Beirut per una controversa visita di stato nel corso della quale si recherà anche alla frontiera israeliana, nel sud del paese, in quella che è considerata una manifestazione di sostegno all'organizzazione militante sciita di Hezbollah, il più fedele alleato di Teheran nella regione.

Al suo arrivo alle 9 (le 8 italiane) Ahmadinejad è stato accolto da alcuni deputati, dai due ministri di Hezbollah del governo di unità e dal presidente del parlamento, lo sciita Nabih Berri. Presente anche una delegazione dell'ambasciata iraniana e il padre di Imad Mughniyeh, leader militare di Hezbollah assassinato nel 2008, bestia nera di Israele.

Il capo dello stato iraniano oggi sarà ricevuto al palazzo presidenziale di Baabda, nei pressi di Beirut, dal suo omologo libanese, Michel Suleiman. Successivamente dovrebbe incontrare il primo ministro Saad Hariri. Questa visita di due giorni, la prima dall'elezione di Ahmadinejad nel 2005, suscita una grande controversia in Libano dove il campo pro occidentale che contesta a Teheran la sua "ingerenza", teme che il paese diventi una "base iraniana" alle porte dello Stato ebraico. Le forze Onu tra cui le forze italiane presenti sul confine sono avvisate: la tensione non può che salire.