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Questo articolo è stato pubblicato il 13 ottobre 2010 alle ore 10:09.
Dieci giorni di sospensione e di mancata retribuzione a partire da lunedì 18 ottobre. Sarebbe questo, a quanto si apprende, il contenuto della lettera consegnata stamattina a Michele Santoro dall'azienda dopo il richiamo delle direzione generale per la puntata d'apertura di Anno Zero. Santoro ha già detto in diretta che reputa ingiusto questo provvedimento. Cosa ne pensate voi (vota il sondaggio)?
Il 23 settembre durante la prima puntata di Annozero nella quale aveva dichiarato che non avrebbe accettato nessuna forma di censura, Santoro aveva esordito con un «vaffànbicchiere» al direttore generale Mauro Masi (guarda il video). Il giornalista se l'era presa con i vertici della Rai per gli ostacoli alla sua trasmissione e il tardivo rinnovo dei contratti a Marco Travaglio e a Vauro nonostante il buon andamento degli ascolti.
L'irriverente invito è stato rivolto a Masi con una metafora. Santoro si era paragonato infatti al disegnatore di bicchieri di una ipotetica azienda alla quale fa guadagnare 14 milioni l'anno, su un fatturato di 41 milioni. È però antipatico al direttore generale che lo vuole cacciare, ma siccome tutti chiedono quei bicchieri decide di mantenere il prodotto. Ma «dal momento in cui decide di farlo blocca la pubblicità, blocca la produzione, ci fa venire a mancare il tavolo da disegno e a due dei miei principali collaboratori - Vauro e Marco Travaglio - nemmeno gli fa il contratto». Ma loro due lavorano comunque per me, anche gratis».
«Come Fantozzi - aveva proseguito Santoro - vado dal megadirettore generale e lui mi chiede il controllo di qualità preventivo». Gli viene infatti chiesto di produrre bicchieri «che con un solo colpo di coltello fanno sia 'tin' che 'ten': il 'tin' giustizialista di Travaglio e il 'ten' garantista di Sgarbi». Se viene un direttore e vi dice: ogni bicchiere deve avere un marchio di libertà ex ante, voi che rispondete: ma 'vaffa...nbicchiere».
La replica di Masi non si era fatta attendere. «È molto grave che Santoro nella sua spasmodica e anche un po' ridicola ricerca della provocazione, fine a se stessa, rivolga al capo azienda frasi inaccettabili, bugiarde e mistificanti». È quanto aveva affermato il direttore generale della Rai, Mauro Masi, commentando l'intervento di Santoro. «Al di là dei personalismi, comunque, il tema con Santoro è da più di 20 anni pateticamente sempre lo stesso: lui si ritiene più uguale degli altri e svincolato dalle leggi, anche quando ne chiede continue deroghe e quando chiede contratti ad personam. È evidente che la questione dovrà essere affrontata in tutta la sua gravità in Consiglio di Amministrazione della Rai al più presto».