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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 10:37.
Il clou ieri a Roma, davanti alla Camera, per protestare contro il ddl Gelmini e i previsti tagli al sistema dell'istruzione e della ricerca.Le università sono in rivolta e da Nord a Sud ricercatori e studenti hanno manifestato negli atenei e nelle città in filo diretto con quanti, nella capitale, presidiavano ieri Montecitorio e occupavano simbolicamente la sede della Conferenza dei rettori. L'agitazione, però, ha investito l'intera penisola: curricula dei ricercatori dati alle fiamme, rettorati occupati, lezioni in ospedale "aperte" a tutti e manifestazioni improvvisate nelle piazze.
Insomma, la rabbia degli studenti sta montando un po' ovunque e oggi si tornerà a protestare. Con lo sciopero generale dei dipendenti della scuola, indetto dai Cobas, che si fermeranno per tutta la giornata e daranno vita a tredici manifestazioni regionali. Ma anche ieri gli studenti hanno manifestato nella capitale e, malgrado la decisione di rinviare alla Camera l'esame del ddl Gelmini a dopo la sessione di bilancio, la protesta non si ferma e i manifestanti rimarranno fino a domani in presidio permanente davanti a Montecitorio.
Ieri, però, gli studenti giunti a Roma non si si sono limitati a svolgere un sit-in statico. in centinaia verso mezzogiorno si sono mossi infatti da piazza Montecitorio diretti verso il palazzo della Crui (la Conferenza dei rettori), occupandolo simbolicamente per circa venti minuti. Con questa azione studenti e ricercatori hanno voluto denunciare «la complicità dei rettori con il Governo». Gli studenti in corteo hanno bloccato il traffico per oltre mezz'ora e sono poi tornati in corteo fino a piazza Montecitorio. «Gelmini, Governo, per voi sarà un inferno», «Gelmini dimettiti»: i cori più gridati dagli universitari.
Anche le occupazioni si allargano: dopo quella della facoltà di Ingegneria a Roma due giorni fa è stato occupato anche il Politecnico di Torino. ATrieste gli studenti hanno sospeso ieri tutte le attività per trenta minuti e hanno scelto di svolgere alcune lezioni in piazza dopo aver occupato nei giorni scorsi la facoltà di Fisica. A Pisa ieri è stato occupato il rettorato e nel pomeriggio si sono registrate nuove proteste degli studenti anche in piazza Garibaldi. Mentre a Bari sono stati bruciati centinaia di curricula di ricercatori davanti all'ingresso principale del capoluogo pugliese. A Firenze, invece, lezioni "aperte" all'ospedale Careggi e a Palermo gli studenti hanno occupato le presidenze di Scienze e Scienze politiche, come i colleghi bolognesi che hanno organizzato la loro protesta all'interno del rettorato dell'università. (Ce. Do.)