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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2010 alle ore 14:41.
Da relatore di maggioranza al Senato della riforma universitaria ha seguito passo passo la strada accidentata del ddl Gelmini. E ora Giuseppe Valditara, finiano, 49 anni, non nasconde la sua delusione «per come sono andate le ultime vicende. Serve un impegno serio su questa riforma che è una buona riforma e ritengo che vada finanziata e che si debbano rintracciare i soldi per rimpinguare il fondo di finanziamento ordinario degli atenei».
Tremonti ha rinviato il nodo risorse al milleproroghe.
Il ministro Gelmini ci ha detto, non meno di dieci giorni fa, che i soldi ci sono e siamo convinti che sia così. I soldi devono esserci nella finanziaria, se così non fosse noi non crederemo che possano essere rintracciati in altri provvedimenti. Noi auspichiamo che arrivino dalla finanziaria e presenteremo degli emendamenti affinché si raggiunga l'obiettivo senza appesantire le casse.
Per il momento, però, la riforma resta al palo.
Nella riunione che abbiamo avuto con il ministro Gelmini abbiamo condiviso il ragionamento di posticipare l'esame del ddl dopo la finanziaria per capire bene quante risorse ci sono per la copertura della riforma e per il funzionamento degli atenei. Abbiamo calcolato che nel 2011 mancheranno all'appello 1,3 miliardi di euro per il pagamento degli stipendi. Si possono ridurre gli organici ma gli stipendi si devono pagare...
Insomma, è a rischio la sopravvivenza stessa delle università.
Lo ha riconosciuto anche la Gelmini. Se il fondo per il finanziamento ordinario non sarà ricostituito di almeno 900 milioni allora credo che potranno esserci dei problemi. L'ideale, ovviamente, sarebbe che il fondo venisse recuperato integralmente. I tagli che ha subito sono stati pesantissimi.
Ci dia qualche numero.
Nel 2010 il fondo ammonta a 7,2 miliardi di euro che nel 2011 diventeranno 6,1 miliardi, vale a dire circa 1 miliardo di euro in meno. Senza contare che nel 2012 scenderanno ancora per toccare quota 6,05 miliardi di euro.