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La piazza riavvicina Fiom e Cgil, ma allontana Epifani da Bonanni

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Questo articolo è stato pubblicato il 17 ottobre 2010 alle ore 16:27.

È scontro tra i numeri uno di Cgil e Cisl il giorno dopo la grande manifestazione di piazza San Giovanni organizzata dalla Fiom di Maurizio Landini. Ad aprire la giornata sono state le dichiarazioni della Cisl di Raffaele Bonanni, il cui nome riecheggiava ieri in molti slogan e striscioni. Oggi infatti il numero uno del sindacato di via Po, interpellato dal Tg3, è tornato sulla piazza delle tute blu per esprimere tutta la sua delusione.

«È scandaloso che, al posto di buttare acqua sul fuoco, si possa buttare anche della benzina; così come è scandaloso che una anifestazione sindacale ospiti cartelli ingiuriosi e inviti alla violenza. È una faccia dell'Italia che fa preoccupare ogni persona di buon senso».

Ma le parole di Bonanni sul corteo di sabato non sono piaciute a Guglielmo Epifani. «È buon costume - spiega il segretario della Cgil - attendere almeno 24 ore per commentare le manifestazionid egli altri».Insomma, il ricompattamento tra Landini ed Epifani, concordi nel lanciare lo sciopero generale, accentua le divisioni del mondo sindacale. E Bonanni non ne fa mistero. «La Fiom non è demonizzata, è la Fiom che demonizza gli altri. Ogni qualvolta qualcuno non è d'accordo, la Fiom lo demonizza, anche la stessa Cgil e, naturalmente, la Cisl e la Uil». Lo aveva detto anche stamane, in una intervista al Sole 24 Ore. Quando, riportando indietro l'orologio alla manifestazione di Cisl e Uil della scorsa settimana, aveva ribadito «che lì non c'era alcuna bandiera di partito, gli obiettivi erano solo sindacali, gli slogan all'insegna della responsabilità, senza alcun cartello con offese per nessuno».

Epifani, però, contesta il richiamo di Bonanni alla manifestazione di sabato scorso. «Su quella piazza del Popolo - ammonisce il numero uno del sindacato di Corso Italia - la Cgil ha mantenuto un rispettoso silenzio. Eppure era una piazza che aveva voluto dividere il sindacato italiano in relazione a un tema sul quale invece c'è sempre stata unità tra le organizzazioni. La manifestazione di ieri è stata grande, pacifica e non violenta, non è andata come pensava Bonanni». E qui la stoccata al segretario della Cisl. «Lui può naturalmente avanzare tutte le critiche che ritiene ma non può intromettersi nelle scelte interne della Cgil».

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Fiom e Cgil si ricompattano nella piazza di San Giovanni e lanciano lo sciopero generale

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Tags Correlati: Attività sindacale | Camera dei deputati | CGIL | Cisl | Di Pietro | Fabrizio Cicchitto | Gianfranco Rotondi | Guglielmo Epifani | Italia | Marco Follini | Massimo D'Alema | Osservatorio Cig | Pd | PDL | Pierluigi Bersani | Raffaele Bonanni | San Giovanni | TG3 | Uil

 

Ieri la piazza affollatissima di San Giovanni si presentava come un grande manto rosso per via dei caschi e delle bandiere delle tute blu della Fiom, ma a far capolino nei due cortei c'erano anche tanti vessilli della sinistra extraparlamentare e molti volti noti della politica: da Vendola a Di Pietro, da Diliberto a Ferrero, e poi diversi esponenti del Pd (Damiano, Marino, Fassina). Non il segretario Pierluigi Bersani, però. Rimasto lontano dalla piazza per le divisioni del suo partito e che al termine della manifestazione fa giungere un messaggio distensivo («è una voce che va ascoltata»). Ma la scelta dei democratici di non aderire ufficialmente al corteo Fiom ha sollevato anche oggi nuove polemiche. A parlare per primo è stato l'ex premier Massimo D'Alema. «Alle manifestazioni partecipano le persone, non i partiti, che come ha giustamente detto Bersani devono saper ascoltare e capire». E la «grande e pacifica» manifestazione della Fiom è «una dimostrazione di quanto è profondo il malessere nel mondo del lavoro». A sposare la linea del segretario è stato anche Marco Follini, che però si è spinto oltre. «Il fatto che Letta e Bersani fossero lì mi sembra importante - dice l'ex centrista - ma poiché di democratici ce ne erano tanti altri vorrei ribadire che per me il Pd non può essere il braccio politico della Cgil».

Le divisioni tra i democratici sulla partecipazione al corteo Fiom hanno provocato reazioni anche all'interno del centro-destra. Dove prima il il capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto e poi il ministro Gianfranco Rotondi bacchettano i democratici. «Col suo commento alla manifestazione di ieri - attacca Cicchitto - Bersani cerca di esorcizzare, senza riuscirci, un cumulo di contraddizioni». Mentre Rotondi parla «di manifestazione importante» e punta il dito contro i democratici: «La nota stonata - avverte il titolare del dicastero dell'Attuazione del programma di governo - è rappresentata dal Pd che continua a navigare a vista spinto dalle correnti delle sue contraddizioni e ambiguità». E anche il ministro Sacconi, che già ieri aveva parlato di «una piazza della sinistra inadatta a governare», è tornato a stigmatizzare il corteo Fiom da cui, dice, «il gruppo dirigente del Pd non è indipendente».

Intanto oggi l'Osservatorio Cig della Cgil ha diffuso gli ultimi dati secondo cui a settembre sono 640mila i lavoratori in cassa integrazione. Con la conseguenza che, nei primi nove mesi dell'anno, si è registrata una riduzione del reddito di oltre 3,5 miliardi di euro, più di 5.500 euro per ogni singolo lavoratore. Quanto alla Cig, l'aumento rispetto al mese precedente è del 34,8%, per un totale pari a 103, 2 milioni di ore. Nel periodo gennaio-settembre, poi, l'incremento delle ore di cassa integrazione è comunque stato del 50,5% se confrontato con lo stesso periodo del 2009, a quota 925,6 milioni di ore autorizzate. Per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, si registra invece un calo rispetto al mese precedente -8,9%, ma nei primi nove mesi dell'anno l'incremento è stato del 344% con punte altissime nell'edilizia (+1.532%).

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