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Questo articolo è stato pubblicato il 20 ottobre 2010 alle ore 06:38.
Sul Sole 24 Ore di giovedì 20 ottobre sarà pubblicata la prima parte del testo del disegno di legge collegato lavoro approvato ieri in via definitiva dalla Camera. Il testo del collegato sarà commentato articolo per articolo.
Il parlamento ha scritto la parola fine al lunghissimo iter del ddl lavoro, approvato ieri sera in via definitiva al termine della settima lettura dell'Aula di Montecitorio. Il via libera è arrivato con un rush finale nel tardo pomeriggio, dopo la discussione sull'articolo 31, che contiene le norme sull'arbitrato: 310 voti favorevoli (quelli della maggioranza cui s'è unita l'Udc), 204 contrari e 3 astenuti. S'avvia così all'attuazione un provvedimento omnibus composto da una cinquantina di articoli e oltre 140 commi che ha impegnato le camere per due anni e che, dopo la prima approvazione, era stato rinviato alle medesime dal capo dello Stato con una richiesta di riesame.
Le perplessità del Quirinale, espresse nel messaggio motivato del 31 marzo scorso, s'erano appuntate soprattutto sulle norme che introducono l'arbitrato per la risoluzione delle controversie di lavoro, ad esclusione dei casi di licenziamento. Nella versione corretta in sesta lettura al Senato e confermata ieri si garantisce che la scelta del lavoratore di tentare la composizione davanti a un arbitro invece che dal giudice varrà per tutte le liti «nascenti dal rapporto di lavoro». La firma della clausola compromissoria sull'arbitrato sarà volontaria e potrà avvenire solo al termine del periodo di prova (o dopo 30 giorni dall'assunzione), mentre nel caso dell'arbitrato per equità si dovrà tener conto, oltre che dei principi generali dell'ordinamento, anche dei principi regolatori della materia derivanti da obblighi comunitari.
Soddisfatto Maurizio Sacconi, che ieri ha seguito in Aula tutta la discussione finale: «L'arbitrato per equità – ha detto il ministro – si configura come uno strumento in più a disposizione della contrattazione collettiva e, in base ad essa, dei lavoratori e delle imprese. Lo scopo è quello di semplificare con tempi certi la soluzione del contenzioso in modo da superare la logica del conflitto nei rapporti di lavoro». Sacconi ha ricordato che la prima idea di adottare e rafforzare lo strumento dell'arbitrato fu di Marco Biagi e ha calorosamente ringraziato il relatore di maggioranza, Giuliano Cazzola, per avere dedicato un ricordo al giuslavorista bolognese dopo il voto definitivo: «Ora – ha aggiunto Sacconi – il governo proporrà all'esame del parlamento il disegno di legge delega sullo Statuto dei lavori, per realizzare compiutamente il sogno di Marco Biagi per un diritto del lavoro moderno a misura della persona». Ma soddisfatto è anche il ministro per la Pa e l'Innovazione, Renato Brunetta, per un articolato che «aiuta a completare il percorso di riforma e di modernizzazione della pubblica amministrazione».