Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 22 ottobre 2010 alle ore 23:57.
In Iraq sono morte almeno 109mila persone, il 63 per cento delle quali civili, tra l'inizio dell'invasione statunitense, nel marzo 2003, e la fine del 2009. Il dato è stato reso noto dalla tv satellitare al-Jazeera, che ha anticipato file segreti statunitensi, ottenuti da WikiLeaks, il sito specializzato in scoop su documenti top secret gestito dal giornalista Julian Assange. Nei documenti ci sono rivelazioni sulla morte di Nicola Calipari.
«I documenti riservati ottenuti da WikiLeaks rivelano che le truppe americane compilarono un registro delle vittime e dei feriti irachene, anche se l'hanno sempre negato in pubblico», ha spiegato la tv satellitare panaraba. Inoltre i documenti conterrebbero la prova delle torture che avvenivano con il placet del governo iracheno e l'uccisione di centinaia di vittime civili ai posti di blocco statunitensi. Il dato si riferisce al periodo che va dal marzo 2003 alla fine dello scorso anno. Il sito internet guidato da Assange ha promesso «un annuncio importante» per sabato .
Il segretario di Stato, Hillary Clinton, ha subito condannato «nei termini il più chiari possibile» la divulgazione di qualsiasi documento che metta a rischio la vita degli americani. La Clinton non ha voluto commentare le anticipazioni di al-Jazeera, secondo cui nel materiale che sarà reso noto da Wikileaks c'è la prova delle torture che avvenivano con il placet del governo iracheno e dell'uccisione di centinaia di vittime civili ai posti di blocco statunitensi. «Ma sono davvero fortemente convinta che dobbiamo condannare nei termini il più chiari possibile la rivelazione o qualsiasi informazione da parte di individui o organizzazioni che mettano a rischio la vita di soldati statunitensi ed alleati e di civili».