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Dieci risposte per comprendere l'emergenza rifiuti in Campania

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 ottobre 2010 alle ore 10:09.

1 - Come mai a Napoli basta il blocco di una sola discarica per mettere in ginocchio l'intero sistema ?
Perché il sistema dei rifiuti a Napoli è stato soppesato con precisione da bilancino per affrontare l'emergenza, è stato tarato allo stremo senza possibilità di margini e senza alcuna flessibilità. Difatti l'emergenza non c'è nel resto della Campania, dove molte città raggiungono risultati di eccellenza nella raccolta differenziata e nello smaltimento dei rifiuti. Diversi impianti di selezione non funzionano perché abbandonati, sabotati o dimenticati. L'azienda di nettezza urbana di Napoli, l'Asìa, è inefficiente, con troppo personale, con mezzi vecchi, senza soldi (il comune, al dissesto, è in arretrato con i pagamenti all'Asìa per almeno 90 milioni, secondo la stima di Walter Ganapini, emiliano, ex assessore all'Ambiente della regione Campania). Alcuni dirigenti dell'azienda Asìa hanno un atteggiamento quasi "eversivo", per esempio diversi di loro si rifiutano di usare gli impianti di selezione di Tufino, dove è stato addirittura ribaltato un camion dentro al capannone per impedirne l'utilizzo, e di Giugliano. Sono due impianti che le norme hanno riservato in via esclusiva a Napoli, per una capacità complessiva di circa 3mila tonnellate al giorno, e dovrebbero separare la spazzatura dividendo il rifiuto secco nella parte combustibile da inviare ad Acerra (ora in crisi) e la parte da mandare in discarica. Intanto la discarica Parco Saurino 3 (della capacità di 600mila tonnellate) è ancora intonsa, nuova, ferma e abbandonata, in attesa di essere usata.

2 - A quali amministrazioni pubbliche è affidata la competenza in materia di rifiuti ?
La gestione dei flussi di spazzatura era passata pochi mesi fa alla regione, che l'ha subito trasferita alle province. La gestione degli impianti compete invece alle neonate società provinciali di gestione, che sostituiscono i contestatissimi consorzi, che erano intrusi e intrisi dalle peggiori cose (fra tanti spiccava il consorzio di Caserta, che costava, fino all'aprile scorso, 6,5 milioni al mese al commissariato per l'emergenza). Dal 1° gennaio prossimo tutto dovrebbe passare esclusivamente alle province ma con ogni probabilità con una norma sarà prorogato lo status quo delle società provinciali per evitare nuove complicazioni.

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3 - I politici locali hanno una linea comune sulla strategia da adottare ?
Assolutamente no: sono divisi l'uno contro l'altro. Per esempio il presidente della provincia di Napoli, Luigi Cesaro, ha sempre contestato l'apertura della nuova discarica di Terzigno sostenuta invece dal presidente della regione Stefano Caldoro. Probabilmente qualcosa sta cambiando, e la posizione dura dei parlamentari del Pdl Campania – afferma Paolo Russo, napoletano, deputato del Pdl, ex presidente della commissione parlamentare d'inchiesta sul traffico dei rifiuti – ha indotto una forma di coesione.

4 - Al ritmo attuale di produzione di rifiuti quando saranno sature le discariche esistenti ?
Hanno scadenze varie: Chiaiano tra 10 mesi, la discarica di Terzigno 1 tra 6 mesi, Benevento e San Tàmmaro hanno davanti un anno e mezzo-due di autonomia. Avellino (che accoglie anche i rifiuti di altre zone) ha poco più di un anno. Includendo la discarica inutilizzata di Parco Saurino 3, c'è autonomia per circa 12-18 mesi, che diventerebbero molti di più se si facessero funzionare gli impianti di selezione. I sette impianti di Santa Maria Capuavetere, Tufino, Giugliano, Caivano, Battipaglia, Pianodardine-Avellino, Casalduni-Benevento hanno una capacità di trattamento di 8.500 tonnellate al giorno di spazzatura, quando in Campania, grazie agli ottimi risultati di raccolta differenziata nelle province di Salerno, Avellino e Benevento, se ne raccolgono meno di 6mila al giorno.

5 - Perché i termovalorizzatori sono in ritardo?
Perché non ci sono progetti, luoghi adatti e risorse economiche. Nessuno investe un soldo in nuovi inceneritori senza gli incentivi Cip6, che erano stati attribuiti in modo "forzato" da Romano Prodi all'impianto di Acerra, contro il parere di Mario Monti in veste di commissario europeo e di Bruno Tabacci quand'era presidente della commissione Attività produttive della Camera. Non a caso per l'incentivo ad Acerra all'Italia è stata irrogata l'ennesima procedura d'infrazione, infrazione che potrebbe concludersi con una sanzione salatissima.

6 - Come mai il termovalorizzatore di Acerra funziona solo parzialmente?
Ufficialmente i problemi nascono dal fatto che è un impianto complesso, e gradualmente sta andando a regime: le prime due linee sono quasi in ordine e la terza linea di incenerimento dovrebbe essere quella da usare in modo alternato con le altre due. Questa la risposta ufficiale. In realtà il progetto originario (che era nato già vecchio all'epoca) prevedeva che l'inceneritore fosse alimentato con rifiuti misti, e cioè con un potere calorifico non superiore a 4.200 chilocalorie per ogni chilo di spazzatura. Invece nei forni sono stati bruciati rifiuti miscelati con le vecchie ecoballe ormai secche e ad alto tenore di materiali combustibili, e il potere calorifico è spesso superiore a 6mila chilocalorie. Come sa ogni esperto, si staccano dalle pareti delle camere di combustione i refrattari del forno, progettati per temperature diverse, e la caduta di questi elementi può danneggiare o fondere le griglie alla base del forno, dove brucia la spazzatura. La cosa è puntualmente accaduta. A quel punto le linee sono da ricostruire ex-novo, con costi e tempi aggiuntivi.

7 - Perché la raccolta differenziata a Napoli vale solo il 18,5% mentre la legge impone l'obiettivo del 35% entro il 2010 ?
Il 18,5% è il dato ufficiale del sindaco Rosa Russo Jervolino. Come ama osservare il deputato Paolo Russo, «la raccolta differenziata non è fatta solamente di organizzazione ma anche di tensione morale». Le campagne di sensibilizzazione pagate dal Conai sono state sottovalutate. Inoltre il Conai aveva finanziato lo studio di un ottimo piano, redatto da Fortunato Gallico, che prevedeva una raccolta differenziata sul modello "porta a porta". Gli addetti dell'azienda di nettezza urbana Asìa non ha mai attuato il piano, e si sono limitati a fare esperimentini-pilota di modestissima efficacia e rifiutandosi persino di andare a raccogliere la carta separata dai ragazzi nelle scuole e dai militari nelle caserme, accampando recriminazioni economiche. E intanto non si ricorreva alle decine di milioni di euro che da anni la regione erogava all'Asìa.

8 - Quali sanzioni ci sono per i comuni che non rispettano la legge? Vengono applicate ?
La norma speciale per la Campania prevede che i sindaci inadempienti siano sostituiti da commissari ad acta. Non è mai stata applicata.

9 - Da quali attività legate ai rifiuti lucrano camorra e criminalità organizzata ? In che modo ostacolano il settore?
Tutte le attività d'indagine condotte negli ultimi 20 anni hanno confermato che non sempre c'è la malavita dietro alle proteste, ma si è accertato che la camorra è presente sempre nel momento di lucrare e da prendere i benefici. La criminalità guadagna nel fitto delle aree destinate a discarica e dei terreni per stoccare le cosiddette ecoballe, nel fitto degli scarrabili, nel noleggio dei mezzi e soprattutto nei trasporti. Una testimonianza viene per esempio dalle resistenze che ci sono all'adozione del programma di tracciabilità dei mezzi di trasporto Sitra (collegato con il contestatissimo sistema Sistri) sistema presentato pubblicamente da Silvio Berlusconi e messo a punto dal Comandante Ultimo e dall'esperta di gestione dei rifiuti Mariella Maffini. Il sistema Sitra consentirebbe di seguire i camion nei loro percorsi ed eviterebbe traffici irregolari dei rifiuti. Secondo un conteggio puramente indicativo di Paolo Russo, ci sono già una ventina di automezzi bruciati (un compattatore dei rifiuti costa sui 300mila euro) e se si considerano a quanti rifiuti sono a terra, e quante attività d'emergenza con spese d'urgenza dovranno essere attivate, sono stati bruciati in pochi giorni qualche decina di milioni di euro, senza considerare il regalo alle imprese concorrenti (italiane ed estere) in settori come il turismo o le produzioni alimentari tipiche della Campania.

10 - Quale assetto dovrebbe avere la raccolta a Napoli per risolvere in modo definitivo il problema?
Servirebbe un sistema dei rifiuti integrato e modulare, una raccolta differenziata che non esageri nel chiedere impegni eccessivi. Invece il piano di raccolta a "porta a porta" progettato anni fa da Fortunato Gallico per il Conai non avrebbe costretto i cittadini a sforzi particolari poiché la raccolta sarebbe arrivata di casa in casa con un dettaglio che arrivava non solamente fino al singolo condominio ma persino al numero di telefonino del responsabile di scala. Poi deve funzionare il sistema di piattaforme di raccolta e selezione della spazzatura, che devono usare i materiali riciclabili estratti dai rifiuti, perché altrimenti i comuni si limiteranno a essere raccoglitori formidabili ma non ci sarà destinazione ai materiali. Molti degli impianti intermedi come quelli di "trasferenza" e di compostaggio non vengono usati, vengono sabotati: ne basterebbe averne in funzione una decina. Infine servono impianti di trattamento finale: due inceneritori aggiuntivi e un gassificatore dei rifiuti. Sarebbe un sistema articolato, con soluzioni variate e tecnologie differenti, che darebbe elasticità al sistema.

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