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Questo articolo è stato pubblicato il 24 ottobre 2010 alle ore 19:05.
TORINO. L'aveva annunciato dieci mesi fa: il Bulli, il ristorante più premiato del mondo, resterà chiuso per almeno due anni. Da quel momento si sono intrecciate supposizioni, pettegolezzi, dietrologie. Cosa avrebbe fatto Ferran Adrià, il cuoco che rivoluzionato l'idea di cucina? Avrebbe cominciato a tenere conferenze nelle università più blasonate (Harvard in questo momento conduce un progetto con la sua Fondazione Alicia)? Sarebbe diventato una star televisiva con audience stellari?
Come intende utilizzare i prossimi due anni e mezzo lo ha spiegato nei giorni del Salone del gusto durante un'incontro al centro innovazione dell'amico Giuseppe Lavazza, di fronte a un ristretto gruppo di appassionati ed esperti del mondo del cibo. Semplicemente - ha detto - userò questo tempo per continuare a studiare e sperimentare. In sostanza farà a tempo pieno e con più strumenti ciò che già realizza sei mesi l'anno al Tajer, il suo laboratorio nel centro di Barcellona dove sono nati gli oltre 1800 piatti proposti in questi anni ai tavoli del Bulli. Un progetto di ricerca e condivisione, perchè i piatti e le innovazioni culinarie andranno in tempo reale online grazie alla collaborazione di Telefonica.
Lo chef catalano e Telefonica hanno stretto un accordo di quattro anni che consentirà di trasformare il Bulli in un laboratorio di creatività e innovazione, dal canto suo Adrià diventerà "ambasciatore" dell'azienda e l'accompagnerà in un tour mondiale che toccherà le principali metropoli, da New York a Londra, Berlino e Buenos Aires. La società di comunicazione spagnola, sarà l'unico partner: il progetto, ha spiegato lo chef spagnolo farà capo solo a lui e allo storico socio del Bulli. Con Adrià collaboreranno trenta giovani provenienti dai cinque continenti e per poter premiare unicamente il talento saranno messe a disposizione borse di studio per venti di loro.
«La rete sarà l'elemento cruciale - ha spiegato Adrià - ci consentirà di condividere i nostri risultati con chiunque sia interessato alla cucina, in tempo reale e in ogni parte del mondo e di confrontarci con loro. Se oggi esistono ottimi cuochi anche nei posti più sperduti è grazie ai congressi in cui gli chef hanno iniziato a mostrare le loro preparazioni e ricette: internet consentirà di allargare ancora di più questo dialogo fecondo».