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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 16:07.
I ministri degli Esteri dei Ventisette hanno scongelato la domanda di adesione della Serbia all'Ue, trasmettendola alla Commissione europea. La decisione è stata presa alla riunione mensile a Lussemburgo, in cui i capi delle diplomazie dell'Unione hanno anche avvertito Belgrado che qualsiasi ulteriore progresso dipenderà dalla sua piena collaborazione con il Tribunale internazionale per la ex Jugoslavia dell'Aja per arrivare all'arresto di tutti i criminali di guerra. Una condizione quest'ultima, richiesta dall'Olanda, che ha ottenuto che prima di altri passi ci sia una valutazione positiva «unanime» degli Stati membri sulla «piena cooperazione serba con l'Onu».
I Ventisette hanno chiesto alla Commissione di valutare la possibilità di avviare i negoziati di adesione con Belgrado, primo passo verso lo status di Paese candidato a diventare membro dell'Ue. La Serbia aveva dato un segnale positivo accettando a luglio di negoziare con il Kosovo, la sua ex provincia ora indipendente, come le veniva sollecitato dall'Ue. Resta però il macigno del mancato arresto dei latitanti Ratko Mladic, il capo militare serbo-bosniaco durante la guerra balcanica degli anni '90 ricercato per genocidio e crimini contro l'umanità dal Tribunale penale internazionale dell'Aja e di Goran Hadzic, ex leader politico serbo-croato. Il loro arresto, hanno sottolineato i ministri degli Esteri dell'Ue, «sarebbe la prova più convincente» che Belgrado ha aumentato la sua collaborazione.
L'Italia ha espresso soddisfazione per questo via libera. La Farnesina ha espresso "apprezzamento" per la decisione del Consiglio dei ministri degli Esteri Ue riuniti oggi a Lussemburgo: «È il giusto segnale al momento giusto perla Serbia e per l'intera regione balcanica», ha commentato la Farnesina, «un segnale concreto per la prospettiva europea della Serbia che sia l'Italia che il ministro degli Esteri, Franco Frattini, con il suo grande impegno personale, hanno fortemente e pazientemente incoraggiato».
Tadic assicura: arresteremo Mladic. Nel giorno in cui la Ue ha sbloccato la domanda di adesione della Serbia, trasferendola all'esame della commissione europea, il presidente serbo, Boris Tadic, ha ribadito la ferma determinazione di Belgrado a non risparmiare alcuno sforzo per giungere alla cattura di Ratko Mladic. «La Serbia porterà a termine i suoi impegni internazionali», arrestando gli ultimi criminali ancora in fuga, ha detto Tadic in una intervista apparsa oggi sull'International Herald Tribune (Iht), precisando che la difficoltà nel catturare Mladic stia sopratutto nel fatto che «non si tratta di un fuggitivo ordinario. Lui è un militare con tanta esperienza dai tempi delle guerre», e quelli che lo hanno protetto e aiutato a nascondersi erano «anch'essi ex ufficiali o ufficiali in pensione, che hanno anche loro una larga esperienza».