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Dal Nevada all'Illinois le sfide chiave per le elezioni di mid term

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Questo articolo è stato pubblicato il 30 ottobre 2010 alle ore 06:36.

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NEW YORK - Le urne elettorali di martedì non sono ancora aperte che già si pensa al dopo. Si manovra. Si fanno baratti dell'ultima ora. Chuck Schumer, potente senatore di New York che quest'anno non corre, sente già il profumo della poltrona di capo della maggioranza al Senato se Harry Reid, il suo padrino politico, dovesse davvero perdere in Nevada contro Sharon Angle, figlia dei Tea Party, una delle sorprese di queste elezioni di metà mandato. La Angle è in vantaggio nei sondaggi con il 49% delle preferenze contro il 45% di Reid. Schumer pragmatico guarda al futuro: per non tradire Reid, gli ha inviato 500mila dollari. Ma sa che dietro le quinte c'è in attesa anche Richard Durbin, senatore dell'Illinois, vicino a Obama e deciso a rivendicare la sua anzianità fra i colleghi. Per non sbagliare Schumer ha regalato anche 20mila dollari a Patrick Leahy, senatore del Vermont che martedì sarà rieletto di sicuro.

Bill Clinton, grande fiuto, cinico come sempre, ha invece suggerito al giovane Kendrick Meek, afroamericano, bravissimo e tignoso di ritirarsi dalla corsa per il Senato in Florida e di dare i suoi voti a Charlie Crist, attuale governatore repubblicano dello stato che corre come indipendente dopo aver subito gli attacchi di Marco Rubio, altro figlio giovane dei Tea Party. I numeri giustificano il cinismo dell'ex presidente: Rubio che abbiamo conosciuto a New York qualche tempo fa e che ci è sembrato un uomo molto pragmatico, domina nei sondaggi: ha il 43,5% delle preferenze contro il 30,2% di Crist, ancora oggi governatore e contro il 19,5% di Meek. «Non mi preoccupa il democratico, mi preoccupa Crist, il mio ex compagno repubblicano – ci disse Rubio – se riuscisse a fare massa potrebbe darmi qualche problema». E Crist, deluso dal suo partito che lo ha abbandonato per i Tea Party ha già detto che se vincerà voterà coi democratici. E la macchina si è messa in moto. Clinton il pragmatico ha fatto due conti. E visto che Meek, suo amico e suo figlio politico non ha alcuna chanche di farcela, tanto valeva rinunciare. Se la matematica non è un'opinione il 30% di Crist con il 19,5% di Meek fa il 49%. In questo modo si sarebbe riaperta una corsa con un grande vantaggio per Clinton: dove Obama perde i seggi lui, con la sua vecchia tecnica della Terza Via centrista, li vince.

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Dalle suffragette ai comici

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Tags Correlati: Baldwin Tammy | Bill Clinton | California | Charlie Crist | EBay | Elezioni | Emanuel Rahm | Florida | Harry Reid | Illinois | Jerry Brown | Nevada | New York | Ron Johnson | Senato | Tom Barrett

 

La curiosità è forte per capire come andrà finire in Illinois, dove il candidato di Obama Alexi Giannoulias se la passa male contro il repubblicano Mark Kirk e dove Rahm Emanuel potrebbe anche non farcela per la poltrona da sindaco di Chicago. Se entrambi dovessero perdere, per Obama si tratterebbe di una sconfitta personale bruciante. Comunque sia, ancora oggi al Senato restano sei corse molto incerte, che potrebbero fare la differenza per il controllo della Camera alta, anche se il pronostico è che la maggioranza, pur risicata, resterà ai democratici.

Ci sono mille altre curiosità in queste elezioni. Ci sono i 53 candidati che corrono anche a livello locale nel New Jersey e che si sono "laureati" alla scuola per politici organizzata dal sindacato. Il costo per il sindacato? 250mila dollari. Nulla se pensiamo che una campagna media costa un milione di dollari e una forte 25 milioni o, nel caso del governatore della California, è costata a Meg Withman 140 milioni. Povera Withman: stella di Silicon Valley, motore di eBay, miliardaria, quasi certamente le toccherà dimostrare che i soldi non bastano. Jerry Brown, volto anziano per uno stato giovane, ex governatore 30 anni fa, ha un vantaggio di otto punti sulla Whitman. Anche la sua compagna di management hi tech, Carly Fiorina, non ce la farà. Il paradosso: Silicon Valley perde in casa contro i politici di professione. E qui nel Golden State, i Tea Party non c'entrano e in controtendenza vincono i democratici. Eppoi c'è il Wisconsin, uno degli stati che il partito repubblicano vuole recuperare dopo dieci anni. In elezioni che si preannunciano come simboliche per la difatta democratica, un veterano come Russ Feingold è di 6 punti indietro contro il repubblicano Ron Johnson, appoggiato dai Tea party. Per la poltrona di governatore, il democratico Tom Barrett non sembra neppure lui avere molte speranze. Anche qui, nel cuore del Midwest, dove si rieleggerà invece Tammy Baldwin, deliziosa, intelligente e unica deputata lesbica dichiarata in Parlamento, il colpo di mano repubblicano del 2010 resterà una pietra miliare.

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