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Il maltempo concede una tregua al Nord, ma è stato di emergenza in Veneto. Colpite Puglia e Calabria

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Questo articolo è stato pubblicato il 02 novembre 2010 alle ore 09:37.

Il sindaco di Padova dà gli aggiornamenti su Facebook e Twitter (di Michela Finizio)

FOTO / Vicenza allagata

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Dal Veneto alla costa orientale della Sicilia gran parte dell'Italia è alle prese con le conseguenze delle pesanti piogge in corso da giorni. I meteorologi prevedono una breve tregua da mercoledì e già dal pomeriggio il livello di diversi fioumi ha iniziato a calare progressivamente. Per il fine settimana è previsto l'arrivo di una nuova forte perturbazione. Secondo le previsioni dell'Aeronautica Militare, la giornata di domani si aprirà con delle deboli precipitazioni su Toscana, Emilia-Romagna e ancora Veneto. Nelle ore centrali, però, le piogge lasceranno la Penisola lasciando spazio a un cielo nuvoloso al nord e al sud. Sole o parzialmente nuvoloso previso anche giovedì, con dei temporali solo tra Salento e Basilicata. Da venerdì si riaffaccia il maltempo, con piogge sparse locali, tra nord e centro. Sabato il vero peggioramento: dovrebbe piovere intensamente su tutto il centro-nord.

In una riunione in Prefettura di Verona sull'emergenza maltempo, il capo del Dipartimento della Protezione Civile Guido Bertolaso ha riferito che venerdì prossimo in Consiglio dei Ministri si provvederà a dichiarare lo stato di emergenza per le zone del Veneto colpite e, successivamente, con ordinanza saranno stanziate le prime risorse che serviranno a coprire le spese sostenute per gli interventi in emergenza e per le prime attività di ripristino.

Ammonta, intanto, a 10 milioni di euro una prima stima dei danni provocati all'agricoltura veneta dal maltempo fatta dalla Coldiretti. La Regione Veneto ha già stanziato 2 milioni per fronteggiare l'emergenza. Particolarmente colpiti i settori agricoli del tabacco, dell'orticoltura e della produzione di funghi.

«Questa mattina abbiamo stanziato due milioni di euro per fronteggiare l'emergenza maltempo che ha colpito il Veneto». Lo ha annunciato il presidente della Regione, Luca Zaia al termine della riunione di giunta. Zaia ha anche firmato lo stato di crisi per attivare tutti gli strumenti che la Regione ha a disposizione.

La Banca Popolare di Verona (Gruppo Banco Popolare) ha stanziato, dal canto suo, un plafond complessivo di 100 milioni di euro. I finanziamenti concessi a valere sul plafond, rimborsabili in 60 mesi a un tasso agevolato e senza spese di istruttoria, sono destinati sia ai privati, per far fronte ai danni subiti dagli immobili, sia alle imprese del territorio per permettere il ripristino della normale attività. Il maltempo ha interessato 121 comuni del Veneto. In alcune del vicentino sono caduti oltre 500 millimetri di pioggia.

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In Veneto la zona più colpita è Vicenza (un fenomeno simile non accadeva dal 1882) insieme a Verona dove non hanno tenuto gli argini dei fiumi Alpone, Chiampo, Tramigna Bacchiglione causando l'alluvione di 1.500 ettari di campi nella provincia vicentina e 600 ettari nel veronese, con danni ingenti soprattutto ai centri abitati e agli insediamenti produttivi.

Insomma l'ondata di maltempo che sta flagellando l'Italia, soprattutto al Nord e al Centro, si attenua ma lascia segni pesanti. La piena del Bacchiglione, che da lunedì 1 novembre ha messo in ginocchio Vicenza, non ha lasciato indenne il padovano, dove il fiume ha rotto gli argini in località Roncajette. I comuni più provati sono Saletto e Ponte San Nicolò, dell'immediata periferia urbana dove sono stati distrutti numerosi allevamenti di pollame e coltivazioni di tabacco e ortaggi.

Nel veneziano sono 40 gli uomini della protezione civile all'opera per fronteggiare l'ondata di maltempo. La situazione più preoccupante è nella zona di Portogruaro, in particolare nei Comuni di San Stino di Livenza e Torre di Mostro dove viene costantemente seguita la situazione dei fiumi Livenza e Malgher. Preoccupazione anche nell'area centrale del veneziano dove è già scattato il piano d'allerta e sono attivate le squadre di protezione civile del miranese, a causa del rischio straripamento dei fiumi Marzenego e Muson dei Sassi, ai confini con la provincia di Padova. Nel sandonatese la situazione sembra sotto controllo, a San Donà di Piave è stato chiuso il parcheggio dell'area fluviale allagato, a Noventa di Piave è stato chiuso il tunnel che conduce al parco fluviale, ulteriori controlli sono stati realizzati anche nel Comune confinante di Musile

Nella Marca trevigiana la tensione per il livello del Livenza si attenua, anche se i rischi non sono del tutto scongiurati. Dopo aver raggiunto un livello massimo di 7 metri oltre la soglia di normalità, a metà pomeriggio il fiume si è stabilizzato. Da Motta e dalla confinante Meduna di Livenza le persone in condizioni di maggiore vulnerabilità, cioè i ricoverati all'ospedale e gli ospiti delle case di riposo, sono ormai al sicuro in altre strutture, dove sono giunte con ambulanze e pullman.

Per il rischio frane la Provincia di Treviso ha chiuso o confermato la chiusura di alcune strade. Sono confermati i provvedimenti di chiusura fino a domani delle strade provinciali: 151 «Pedemontana del Cansiglio», 152 «Dei Colli Settentrionali» che, probabilmente, verrà riaperta domani pomeriggio in senso alternato, 23 «di Monfumo» a rischio di rottura dei sottoservizi della strada e con parte della carreggiata da ripristinare in quanto franata. È stata chiusa, inoltre, la Sp 119 «di Gorgo», lungo il tratto che da Meduna di Livenza va verso Mansuè per smottamenti. È in corso di monitoraggio la Sp 50 «di Portobuffolè» a rischio di allagamento lungo l'argine, mentre la provinciale 106 «Ovest Terraglio» in località Sambughè è stata messa in sicurezza dopo l'apertura di una fessura.

La Protezione civile dell'Emilia-Romagna ha attivato l'allerta per la piena del Po dalle 10 di oggi alla stessa ora di venerdì. Sono interessati, nel Piacentino, i comuni di Calendasco, Caorso, Castelsangiovanni, Monticelli d'Ongina, Piacenza, Rottofreno e Sarmato; nel Parmense, Colorno, Mezzani, Roccabianca, Sissa e Zibello; nel Reggiano, Boretto, Brescello, Gualtieri, Guastalla e Luzzara; nel Ferrarese, Berra, Bondeno, Ferrara, Mesola, Ro e Goro. La Protezione civile prevede che il colmo di piena possa transitare questa sera a Piacenza e superare il livello di attenzione anche a valle in tutti i restanti tratti dell'intera asta fluviale.

Nel padovano la situazione è difficile. Sono chiuse le scuole a Selvazzano, Ponte San Niccolò e Veggiano, mentre altre strutture scolastiche, come quelle di Casalserugo e Bovolenta, sono diventate dei ricoveri temporanei per gli sfollati che nella provincia di Padova superano le mille unità. Nella notte l'argine del Bacchiglione è crollato per un tratto di almeno 20 metri, dopo che il fiume Frassine era esondato rompendo l'argine per oltre 80 metri ieri pomeriggio e inondando le campagne di Saletto, Megliadino San Fidenzio e Ospedaletto Euganeo. Rimane aperta la maggioranza dei ponti padovani, ad esclusione di quello sul Bacchiglione in località Tencarola di Selvazzano Dentro, già chiuso precauzionalmente nella notte.

A Vicenza e in provincia la notte è trascorsa relativamente tranquilla, dopo gli allagamenti di ieri che hanno sommerso il 30% del centro cittadino. Sono stati 250 gli interventi di soccorso alle persone effettuati da ieri mattina dai vigili del fuoco, altrettanti quelli richiesti e compiuti nelle ore successive, in attesa che si dia avvio all'opera di prosciugamento. I servizi sociali del comune di Vicenza hanno fornito almeno 235 pasti a domicilio a persone rimaste bloccate in casa, di queste 20 sono state raggiunte con i mezzi anfibi.

Nelle zone alluvionate oltre ai rinforzi dei vigili del fuoco sono giunti oltre 400 uomini dell`esercito, di cui 100 a Vicenza, con idrovore e mezzi meccanici.Rimane critica la situazione della viabilità a Vicenza e provincia dopo l'alluvione di ieri. Gran parte del centro storico del capoluogo berico rimane «off limits», in quanto molte strade, soprattutto nella zona di ponte degli Angeli, risultato allagate.

Il Teatro Olimpico di Vicenza è rimasto chiuso al pubblico oggi, e lo rimarrà anche domani, per non intralciare l'attività delle pompe di drenaggio dell'acqua, in azione negli scantinati. A quanto risulta, l'opera palladiana non ha subito alcun danno, solo le parti interrate sono state invase ieri dall'acqua.

«Stiamo entrando nella fase più critica - ha detto il sindaco di Vicenza, Achille Variati - quella in cui l`acqua si ritira e bisogna ripulire dal fango». Il sindaco ha avuto carta bianca, per mettere in moto tutti gli interventi d`emergenza necessari, dal capo della protezione civile Guido Bertolaso, giunto in Prefettura per fare il punto della situazione nel Vicentino, prima di spostarsi a Verona e Padova. Il sottosegretario ha sottolineato l`eccezionalità del fenomeno, autorizzando sindaci dei Comuni coinvolti, presidente della Provincia e Regione a lavorare secondo le procedure della somma urgenza.

Secondo gli esperti della protezione civile, del resto, un fenomeno del genere non si verificava nel territorio dal 1882: le previsioni ufficiali parlavano al massimo di 200 o 300 millimetri di pioggia, in realtà ne è sceso in poche ore il corrispettivo di un anno, cioè oltre mezzo metro, al quale sono andati a sommarsi la neve che si è sciolta per la temperatura elevata e lo scirocco che impedisce all`Adriatico di ricevere l`acqua dai fiumi.

«Da Bertolaso - conclude il sindaco di Vicenza - raccolgo la garanzia di potermi muovere al di fuori del patto di stabilità, agendo come se il Governo avesse già decretato lo stato di crisi. Quanto alla stima dei danni, temo che per la città possa raggiungere qualche milione di euro». Le zone più critiche rimangono due: il centro storico e la zona della Riviera Berica.

«La situazione è grave ma sotto controllo» - ha detto Bertolaso, dopo aver sorvolato Verona e Vicenza in elicottero per rendersi conto dei danni causati dal maltempo.
Bertolaso ha confermato che «dalle 4 di questa mattina 400 militari sono al lavoro fra Vicenza e Verona per affrontare l'emergenza. A questi - ha aggiunto - si aggiungono 400 vigili del fuoco e circa 1000 volontari». L'area compresa tra San Bonifacio, Verona e Soave, nel veronese, e il centro di Vicenza e Caldogno, nel vicentino, sono le zone più colpite dal maltempo.

A Caldogno, il paese del vicentino invaso dal Bacchiglione, evidenti i segni del dramma, a cominciare da quello della famiglia di Giuseppe Spigolon, l'uomo di 75 anni, che risulta disperso da ieri mattina, da quando è sceso in cantina proprio mentre giungeva l'onda di piena. Di lui non si sa più nulla e le ricerche non hanno dato esito. A metà pomeriggio, rispetto a ieri sera, il livello dell'acqua è calato di 20-30 centimetri, ma supera ancora il metro d'altezza. Oggi è stato il giorno dei soccorsi a quanti non era stati portati in salvo nel pomeriggio di lunedì e la notte scorsa.Nel primo pomeriggio sono arrivati a dare aiuto i primi contingenti dell'Esercito, che hanno rimpinguato la squadra di soccorritori, anche con l'ausilio di altre ruspe e anfibi. Per migliaia di persone si annuncia un'altra notte fuori casa mentre il cielo resta carico di nubi e pioggia

Resta interrotta intanto la circolazione sulla A4. L'autostrada è chiusa a Montebello per chi proviene da Venezia e a Verona Est per chi proviene da Milano. In uscita a Montebello in serata si registravano 4 chilometri di colonna in direzione di Milano. Per i veicoli provenienti da Venezia vige l'obbligo di uscire al casello di Montebello e si consiglia di percorrere la strada per Lonigo-Cologna Veneta-Soave e rientro in A4 a Verona Est. Per i veicoli provenienti da Milano permane la deviazione obbligatoria a Verona Est. Al momento ci sono chilometri di code. Il consiglio è quello di percorrere la tangenziale sud di Verona prendere la statale 434 Transpolesana da Verona verso Legnago, Rovigo e percorrere la A13 verso Padova.

Problemi anche sull'Autobrennero all'altezza dell'allacciamento con l'A4 a Verona. A causa di un allagamento dovuto alle forti piogge delle ultime ore, l'accesso è inagibile. Per transitare in montagna occorre l'attrezzatura invernale. Sono chiusi al traffico i passi Stelvio, Pennes e Rombo

In Friuli Venezia Giulia oltre mille uomini della Protezione civile sono da ieri sera al lavoro in provincia di Pordenone per cercare di far fronte agli allagamenti, agli smottamenti e alle frane causati dal maltempo delle ultime 48 ore. La situazione generale è sotto controllo, ma lo stato di allerta non è ancora cessato. Nella notte c'è stato il picco dei livelli dei tre principali fiumi della Destra Tagliamento - Meduna, Noncello e Livenza - che sono esondati in più punti provocando allagamenti in alcuni quartieri di Pordenone, di Sacile e della Bassa pianura ai confini con il Veneto.

In Lombardia sono rimasti entro gli argini, nonostante le piogge notturne, il Lambro e il Seveso che ieri hanno creato problemi nella zona nord di Milano, nell'hinterland del capoluogo e in Brianza. Le previsioni meteorologiche, però, indicano che pioverà ancora per diverse ore. La situazione più grave si è verificata, ieri, ad Asola, nel Mantovano, dove circa trecento persone sono state evacuate a causa della piena del fiume Chiese. Per quanto riguarda la viabilità rimangono problemi in alcuni tratti di strada allagati, come a Parlasco (Lecco); chiusi alcuni svincoli, come quello dall'A50 verso l'A4 in direzione di Torino, oltre al Ponte sul Po che collega Piacenza a Lodi.

Il presidente della Toscana, Enrico Rossi ha dichiarato lo stato d'emergenza sui territori provinciali di Massa Carrara e Lucca. Nel pomeriggio in una cava di marmo a Carrara, nel bacino di Colonnata, si è staccata una massa consistente di detriti. La frana ha paralizzato completamente il traffico nella zona poichè si è abbattuta sulla strada di collegamento per le cave, in particolare in località La Piana. I vigili urbani hanno interrotto la circolazione e i camion che portano marmo (mediamente sono 700 passaggi al giorno) sono stati bloccati. Gli abitanti di Colonnata, località famosa anche per il celebre lardo, per raggiungere le loro abitazioni sono costretti ad un lungo e tortuoso percorso alternativo.

Nel Sud, seri problemi alla circolazione dalla Puglia alla Calabria alla costa orientale della Sicilia. Allagamenti si sono verificati in tutta la Puglia a causa delle violente piogge che si sono abbattute sul territorio provocando disagi agli automobilisti a causa di tratti di strade interrotti al traffico. Numerose le telefonate giunte ai centralini della polizia stradale e dei vigili del fuoco di Bari.

Le situazioni più gravi si registrano a Bari, dove praticamente tutti i sottopassaggi sono allagati, ma anche ad Altamura, Gravina e Trani. In quest'ultimo comune non è stato possibile per i cittadini assistere alla messa che era in programma nel cimitero a causa degli allagamenti che hanno impedito qualsiasi accesso alla struttura. In numerosi comuni, è intasato il sistema di deflusso dell'acqua. Nella biblioteca di Trani si è verificato un allagamento che è stato fronteggiato dagli operatori e dagli utenti che non hanno interrotto il servizio, spostando la sala lettura nel piano superiore.

Poco dopo le 17 è ripresa, con limitazione di velocità, la circolazione ferroviaria fra le stazioni di Catanzaro e Marcellinara, sulla trasversale Lamezia Terme-Catanzaro Lido, sospesa questo pomeriggio per l'allagamento dei binari dovuto al violento nubifragio che si è abbattuto sulla zona.

Sicilia Orientale particolarmente colpita, nelle ultime ore, da eventi meteorologici di carattere alluvionale anche se non si registrano particolari criticità sulla rete viaria gestita dall'Anas. La strada statale 113 Settentrionale Sicula nel corso della mattinata è stata costantemente monitorata per via dell`esondazione di alcuni torrenti e del conseguente allagamento del piano viabile ma, tuttavia, non si sono registrate criticità alla circolazione, se non durante i pochi minuti in cui è stato chiuso un tratto dell`autostrada A20 Messina-Palermo.

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