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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 07:39.
L'unità sindacale è la prima sfida per Susanna Camusso eletta oggi alla guida della Cgil. Con il voto odierno del direttivo, per la prima volta nei 100 anni di vita del primo sindacato italiano, una donna occuperà il posto di segretario generale. I 162 componenti del parlamentino della Cgil si sono pronunciati questa mattina sul nome del futuro leader con un voto a scrutinio segreto, dopo aver conosciuto l'esito della consultazione svolta dal comitato dei saggi: i votanti erano 158 e la Camusso ha ottenuto 125 voti, pari al 79,1%. I "no" sono stati 21 (pari al 13,3%, dato che conferma l'area di opposizione) e gli astenuti 12 (pari al 7,6%).
Susanna Camusso contava su una maggioranza solida, ovvero su quell'83% di consensi ottenuti dalla mozione congressuale di Guglielmo Epifani (che l'ha proposta) giunto a scadenza di mandato. «Sarà un lavoro abbastanza difficile non solo perché la Cgil è sotto attacco, ma anche per lo stato in cui versa l'Italia», ha commentato la nuova segretaria, che per Guglielmo Epifani «sarà una grande segretaria».
Il discorso programmatico della neosegretario. Tra i temi in agenda, i rapporti con Cisl e Uil che si sono sempre più deteriorati dopo la firma dell'accordo quadro sul nuovo modello contrattuale del 22 gennaio 2009. Un primo segnale di riavvicinamento potrebbe avvenire sui temi del Sud e della legalità. In un convegno sul Mezzogiorno, la scorsa settimana Susanna Camusso ha annunciato l'intenzione di proporre agli altri sindacati di organizzare insieme una grande manifestazione nazionale sulla legalità in Calabria, forse a Reggio.
Del resto su questo tema si è registrata un'ampia convergenza al tavolo sulla crescita che si è riunito all'Abi tra le parti sociali. Il confronto nell'ambito del patto sulla crescita rappresenta un'occasione importante per la Cgil per recuperare in capacità propositiva, sui diversi capitoli all'ordine del giorno: ieri si è insediato il tavolo sulla produttività, argomento che continua a dividere il sindacato.
La rappresentanza e la democrazia sindacale sono altri due temi su cui i tre sindacati potrebbero ricucire, recuperando il documento unitario del maggio del 2008 come base di partenza per un'iniziativa congiunta. L'esperienza unitaria prosegue comunque a livello locale, nella gestione della crisi in migliaia di aziende in difficoltà. Altro capitolo spinoso, i rapporti con la Fiat, dopo il no della Fiom all'intesa su Pomigliano raggiunta con tutte le altre sigle. Non avendo neanche siglato il contratto dei metalmeccanici del 2009, la Fiom rischia di essere esclusa da numerosi tavoli.