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Questo articolo è stato pubblicato il 03 novembre 2010 alle ore 21:19.
Occhi puntati sulla direzione nazionale del Pdl di giovedì, i finiani vogliono capire se Silvio Berlusconi risponderà alla proposta di patto di legislatura lanciato da Gianfranco Fini a Mirabello. Allora le cose potrebbero cambiare. Ma l'attenzione del partito è già rivolta alle indicazioni e ai segnali che arriveranno dal dibattito della convention di Perugia. La domanda è: Berlusconi è ancora in grado di governare? Dalla due giorni umbra «certamente arriverà un giudizio netto su quello che sta succedendo», dice Benedetto Della Vedova, che considera i nuovi arrivi in Futuro e libertà ( Daniele Toto e Roberto Rosso) «uno dei segnali della debolezza della leadership di Berlusconi». Il problema del presidente del Consiglio, dice il deputato di Fli «non sono i numeri in Parlamento, ma la sua immagine nel paese e l'immagine di un governo che non fa abbastanza».
In Futuro e Libertà c'è chi vuole una rottura chiara con Silvio Berlusconi, ma c'è anche chi punta a far diventare il partito il motore trainante del centrodestra, evitando altre fratture. Per certi versi la più intransigente è la base. «Il problema non è staccare la spina», puntualizza Della Vedova. «La questione semmai è: per fare cosa?» Del resto, sottolinea «da luglio si discute di un autoribaltone che non c'è stato, di giustizia, delle questioni personali del premier, degli orientamenti sessuali degli italiani. E tutto questo rende difficile il sostegno al governo, che invece avrebbe i numeri per fare delle cose se ci fosse capacità di leadership».
Quel che è certo è che a Perugia Futuro e libertà porrà alcuni punti programmatici irrinunciabili. Su giustizia, tasse, libertà economica, legalità. Richieste che più volte ha ripetuto, presenti nel programma elettorale del Pdl.
«Continuiamo a lavorare per un grande centrodestra» dice il senatore Giuseppe Valditara. «Un centrodestra non imperniato sulla figura di un leader, ma sull'interesse nazionale. Un centrodestra capace di unire il paese per portare a compimento le sfide sulla modernizzazione».Il richiamo è alla necessità di passare dalle parole ai fatti. «Basta perdere tempo in discussioni inutili sulla giustizia - indica Valditara - dobbiamo andare incontro alle persone e alle imprese in difficoltà, in termini di politica per la ricerca, infrastrutture, liberazione dall'impaccio burocratico». Del resto i nuovi arrivi in Fli «sono il segno di una sensibilità e un'insofferenza che crescono in un Pdl incapace di trasformarsi, di essere trainante e di svolgere un ruolo efficace con la Lega». Insomma servono risposte nuove per un Pdl «in crisi d'identità».