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Questo articolo è stato pubblicato il 04 novembre 2010 alle ore 11:12.
È il giorno della verità per il futuro di Silvio Berlusconi e della sua maggioranza. Oggi il premier ha riunito il Pdl nel complesso di Santo Spirito in Saxia a Roma per provare a superare l'attuale empasse e rilanciare l'azione del governo. Una mega adunata allargata a a tutti i deputati e i senatori del partito che arriva a due giorni dalla convention perugina in cui Gianfranco Fini potrebbe annunciare l'uscita della delegazione di Fli dall'esecutivo. Il Cavaliere e l'ex leader di An si sono incrociati per qualche minuto all'Altare della Patria, in occasione del giorno dell'Unità nazionale e della giornata delle Forze armate. Una rapida stretta di mano e un breve colloquio dopo mesi di gelo. Timide prove di dialogo, insomma. «È incredibile» avrebbe detto il premier, secondo i presenti, rivolto a Fini accompagnando lo sfogo con ampi gesti della mano. «Maggiorenne» e «incensurata», dirà poco dopo. Scarni riferimenti che fanno però intendere l'oggetto del rapido scambio tra i due.
Cosa dirà davvero oggi il premier davanti ai suoi è difficile prevederlo. Se si attenesse al discorso limato fino a tardi ieri sera nella sua residenza romana, nel corso di una cena con i ministri e i coordinatori, non dovrebbero arrivare ulteriori frizioni dal confronto di oggi. Ma il premier, si sa, è imprevedibile e, malgrado le colombe azzurre predichino da giorni la distensione e lo invitino a non produrre ulteriori strappi per non fornire appigli a Fini e ai suoi, non è affatto da escludere che nel suo intervento Berlusconi accenni al complesso rapporto con l'alleato.
La risposta arriverà tra poco quando si aprirà la direzione nazionale del partito. La seconda dopo l'appuntamento di aprile scorso quando, in diretta tv, si registrò la rottura tra i due cofondatori. E i finiani guardano con attenzione all'appuntamento odierno e attendono risposte. «Dipende da quello che dirà Berlusconi tra due ore - avverte il capogruppo di Fli alla Camera, Italo Bocchino, - se mostra i muscoli porta il Paese alla crisi, altrimenti offre al Paese un'ultima chance». Se Berlusconi non governa, ha spiegato il generalissimo di Fini intervenendo a La7, «è un problema di Berlusconi. Tra due ore Berlusconi può dire "sono l'uomo di Governo migliore del mondo" e ci rifà la favoletta, oppure dire - ma non lo dirà - "ho fatto un errore madornale a cacciare Finì, perchè ha capito che non è un dipendente della Standa, e "accetto il patto di legislatura che Fini mi ha offerto a Mirabello"».