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Fini stoppa le divisioni e chiede ai suoi di restare uniti. Berlusconi: Fli? Dell'umidità parliamo un'altra volta

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Questo articolo è stato pubblicato il 05 novembre 2010 alle ore 16:53.

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Il giorno dopo l'offerta di un "patto di legislatura" con Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi dribbla in conferenza stampa qualsiasi domanda. «Dell'umidità parliamo un'altra volta». Ma l'attenzione è tutta puntata sulla risposta dell'ex leader di An all'appello del cavaliere. Stamane Fini ha riunito il suo stato maggiore nella sede di Farefuturo per cominciare a predisporre la sua strategia. Ma una linea ufficiale ancora non emerge e l'ex leader di An deciderà nelle prossime ore il da farsi. Tutte le opzioni, anche quella più drastica di un appoggio esterno al governo, restano comunque in piedi. «Fini oggi ha ascoltato i pareri di alcuni dirigenti di Fli. Attendiamo la convention di domenica a Perugia, sarà un appuntamento significativo», sintetizza alla fine del vertice, il suo braccio destro Italo Bocchino.

Fini scioglierà dunque le riserve solo domenica quando prenderà la parola a Perugia. Da qui ad allora il presidente della Camera sarà però impegnato nel difficile compito di ricomporre la frattura interna, con i falchi che vorrebbero la rottura definitiva con Berlusconi, mentre le colombe premono per riavviare il dialogo. Lo ha ribadito anche oggi ai suoi indispettito dalle ricostruzioni giornalistiche che continuano a parlare delle divisioni che agitano i futuristi. «Ho letto sui giornali toni e posizioni - è il ragionamento dell'ex leader di An - che qui oggi non si riscontrano, ci sono punti di contatto tra le diverse posizioni e a Perugia sono pronto a tirare le somme». Li ha ascoltati uno per uno con attenzione, dalla combattiva Flavia Perina che ha aperto gli interventi, ai più moderati, il sottosegretario Roberto Menia e il presidente della commissione Lavoro della Camera, Silvano Moffa.

A tutti ha consegnato un messaggio: quale che sia la decisione di domenica dobbiamo mostrarci uniti, non è una partita tra falchi e colombe. Di più sulle sue reali intenzioni non ha aggiunto, anche per evitare pericolose fughe in avanti di alcuni e per non bruciare l'attesa per il suo discorso. Ma ha rassicurato su un punto: da Perugia arriveranno «parole chiare e definitive, ci sarà un segnale forte di discontinuità». Perché, come ha ammesso il leader di Futuro e libertà, «una sintesi è possibile».

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A giudicare dalle dichiarazioni delle ultime ore, però, le divisioni ci sono, eccome. E lo si vede anche al termine della riunione. A lasciare la sede della fondazione finiana sono prima le colombe Menia e Moffa, seguite da Viespoli che usa quasi le stesse parole del presidente della Camera. «I giudizi diversi sono espressione di pluralismo e di un dibattito vero, che continuerà a Perugia». Poco dopo escono i falchi che si ritrovano poi in un pranzo alla buvette della Camera. Seduti attorno allo stesso tavolo Bocchino, Granata, Briguglio e Moroni. «Abbiamo espresso soddisfazione per la riunione di oggi - dice Briguglio al Sole24ore.com - e scherzato con il tavolo accanto dove c'erano Viespoli e Moffa».

Insomma, si prova a ridimensionare la frattura. Che però esiste e oggi l'ex leader di An ha battuto moltissimo su questo tasto. «Non c'è qualcuno che deve vincere - ha detto ai suoi -. Se siamo divisi perdiamo tutti». Serrare i ranghi, quindi, per non offrire appigli al cavaliere, che non vede l'ora di sfruttare a suo favore le divisioni dei futuristi, ma anche all'opposizione. Che ha aumentato il pressing nei confronti di Fini affinché stacchi la spina al governo. Pd e Udc sanno bene che non è immaginabile alcuno scenario post-Berlusconi senza l'avallo del presidente della Camera. Ma bisognerà attendere ancora 48 ore per conoscere la prossima mossa di Gianfranco Fini.

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