House Ad
House Ad
 

Notizie Italia

Fini a Berlusconi: vai al Quirinale e dimettiti. Il premier ribatte: apri la crisi in Parlamento. Tutte le reazioni

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 novembre 2010 alle ore 18:24.

Affronta il discorso forse più importante della sua carriera politica con la solita freddezza, eppure prima di salire sul palco un chewingum masticato nervosamente tradisce un po' di tensione. Gianfranco Fini chiede a Berlusconi di aprire la crisi: «Deve essere lui a decidere di rassegnare le dimissioni, salire al Colle e dichiarare che la crisi è aperta di fatto, avviare la fase in cui rapidamente si ridiscutano agenda e programma, verificare la natura della coalizione e la composizione del Governo. Noi non ci tireremo indietro. Se avrà questo coraggio sarebbe davvero una bella svolta del predellino se invece prevarrà l'atteggiamento autoconsolatorio quanto fasullo di dire va tutto bene, allora Ronchi, Urso, Menia e Buonfiglio non rimarranno un minuto in più in quel governo». È la svolta che la base chiedeva, il passaggio che più o meno apertamente molto degli interventi alla convention di Perugia auspicavano. Il padiglione di Umbriafiere sembra esplodere. «I nostri gruppi continueranno a votare le cose che condividono», precisa Fini. Ma «se proseguiranno i giochetti di palazzo la spina la staccheranno gli italiani».

Poco prima che il presidente della Camera prendesse la parola, i membri Fli del governo Andrea Ronchi, Antonio Buonfiglio, Adolfo Urso e Roberto Menia avevano rimesso nelle mani del leader del partito il loro mandato. Quella che Fini ha aperto a Perugia, di fatto non è solo una crisi di governo, ma di tutta la Seconda Repubblica. Non a caso considera che «non tutto quel che era nella Prima Repubblica è da buttare». E dice di rimpiangere il rigore di Moro, Berlinguer, Almirante, La Malfa, i quali «non si sarebbero mai permessi di trovare ridicole giustificazioni a ciò che non può essere giustificato». È uno dei passaggi più applauditi del suo discorso. Sul suo movimento chiarisce che Futuro e libertà « non può rinunciare alla sua identità e autonomia soltanto perché è invitato ad accettare il patto di legislatura». Un altro affondo al premier arriva sulla questione dei centristi: «è illusorio pensare che l'Udc dica sì al sostegno al governo. Sono logiche che non appartengono alla politica legata alle identità, è una logica che appartiene all' identità mercantile».

L’articolo continua sotto

Bossi su Fini: «Per adesso sto dietro il cespuglio...»

«Fini? Per adesso sto dietro il cespuglio...». Lo ha detto domenica sera Umberto Bossi all'Ansa,

Berlusconi a Fini: apri la crisi in Parlamento. Bersani, è il solito gioco stucchevole del cerino (Afp)

Berlusconi a Fini: apri la crisi in Parlamento. Bersani, è il solito gioco stucchevole del cerino

Una crisi si può aprire solo in Parlamento, e dunque se questa è l'intenzione di Gianfranco Fini,

La carta di Fini: un Berlusconi bis

BASTIA UMBRA. La sala è strapiena, oltre 5mila persone sono arrivate per la convention di Futuro e

Ecco uno per uno i fondatori del partito di Fini

Ecco uno per uno i fondatori del partito di Fini

Tags Correlati: Adolfo Urso | AN | Antonio Buonfiglio | Berlusconi | Camera dei deputati | Emma Marcegaglia | Generazione Italia | Gianfranco Fine | Gianfranco Fini | Italia | Italo Bocchino | Lega | Mario Draghi | Partiti politici | PDL | Perugia | Po | Presidente della Camera | Riforma | Roberto Menia | Senato | Silvio Berlusconi | Sud | Udc

 

Il presidente del Consiglio ha proposto un patto di legislatura? Fini pone alcune condizioni da inserire nell'agenda politica per accettarlo: «il rilancio in termini economici e produttivi da ottenere attraverso un patto sociale con la convocazione degli stati generali dell'economia e del lavoro». Il pensiero va al tavolo di lavoro sulla crescita, che si è tenuto «con l'assenza della politica». Da lì, dice citando le tesi di Mario Draghi ed Emma Marcegaglia «sono arrivate considerazioni valide». Come la necessità di investire su crescita e innovazione, il problema nel rigore negli appalti pubblici, l'opportunità di legare il salario alla produttività, la questione grandi opere, la fiscalità di vantaggio per il Sud. Tutti passaggi, puntualizza che «non si possono realizzare se nel governo detta la linea la Lega». E poi l'altra condizione per accettare il patto di legislatura voluto da Silvio Berlusconi: «riforme per l'ammodernamento del nostro sistema istituzionale».
Il presidente della Camera parla anche di federalismo fiscale: «non ho timori per il Sud per il quale è una bella sfida che farà emergere le capacità della classe dirigente. Ma serve la camera delle Autonomie, il senato delle regioni e una riforma dell'articolo 117 della Carta. Va cancellata la legge elettorale che è una vergogna». Servono una nuova agenda, un nuovo programma, perché è cambiato tutto rispetto al giorno in cui il centrodestra ha vinto le elezioni».

È necessario, per Gianfranco Fini «verificare se ci sono le condizioni per l'unità della coalizione». Perché «Berlusconi ama dire che non gli piace il teatrino della politica, ma ha capito e sperimentato i peggiori meccanismi di un certo teatrino: è impossibile che il centrodestra si ricompatti soltanto perché ha riconosciuto la nostra esistenza».

Quella che sta a cuore al leader Fli è soprattutto la stabilità delle istituzioni. «Non abbiamo bisogno - dice - di un'ennesima campagna elettorale». Ma il patto di legislatura proposto da Berlusconi «non è un compitino da svolgere su cinque punti che gli scolaretti alla Camera devono votare». Poco prima aveva premesso che il progetto dei finiani «non è contro il Pdl, dove ci sono tante donne e uomini nei confronti dei quali non possiamo avere nulla di polemico, comprendiamo la loro amarezza». E nemmeno, ha chiarito «per certi versi contro Berlusconi». Perchè, ha precisato «siamo molto più ambiziosamente oltre il Pdl e oltre Berlusconi. Quella pagina si sta rapidamente chiudendo».


Il governo Berlusconi, dice Fini «su alcune questioni ha ben operato». Tremonti «è stato capace di preservare l'Italia dal rischio di una crisi finanziaria», ma a lui «contestiamo come ha mantenuto i conti pubbli sotto controllo, perché la politica dei tagli lineari è stata la modalità per non scegliere: si toglie qualcosa a tutti ma non si indica su cosa si deve tagliare e su cosa investire». «La riforma dell'Università del ministro Gelmini va nella direzione giusta, innova». «Il ministro Maroni, ma anche la polizia e i carabiniei hanno segnato buoni risultati». Però il governo «non ha la percezione reale di quella che è la condizione dell'Italia, sta galleggiando ma ha perso di vista la rotta, non ha un progetto essenziale per costruire l'Italia di domani, vive alla giornata». Insomma «non è vero che c'è un governo del fare, c'è un governo del fare finta che tutto va bene». E poi la questione legalità, con «un'eccessiva tolleranza nei confronti della cultura dell'arbitrio, la logica secondo la quale il mondo si divide in due categorie». Il che, dice Fini, porta al «decadimento morale, con la perdita di decoro e rigore», perché «se si è personaggi pubblici si è chiamati ad essere di esempio».

Questioni sulle quali lavorare nei prossini mesi? Fini indica alcuni temi: l'indebolimento dell'identità nazionale (il tricolore bruciato a Terzigno), «per troppo tempo siamo stati condizionati dall'egoismo territoriale strisciante della Lega a cui non interessa nulla di quello che accade dal Po in giù». E poi il problema della caduta della coesione sociale: «stanno aumentando le disuguaglianze, il ceto medio si sta impoverendo, c'è un conflitto generazionale che si affaccia, da risolvere con un patto tra generazioni». Su questo la proposta è guardare a quello che accade in Germania «con contratti di lavoro a termine che hanno come corrispettivo una busta paga più pesante».

Che cosa sarà Fli? «Non sarà An in piccolo - promette Fini - ma nemmeno la zattera della Medusa pronta a raccogliere i naufraghi di ogni stagione. Le porte sono aperte a tutti, esclusi gli affaristi e i carrieristi». Il progetto è ambizioso: incarnare i valori «autentici del centrodestra italiano, in collegamento con il centrodestra europeo, con quel moderatismo che in Europa è uno dei punti di riferimento del popolarismo».

È così che il partito prende sempre più forma, consolidando la leadership di Fini anche per un futuro governo. Le idee, i punti programmatici sono stati chiariti sia nel discorso del presidente della Camera che attraverso il manifesto dei valori. La prossima tappa importante è il congresso fondativo di gennaio, a Milano, ma resta da vedere cosa accadrà nel mezzo, come i finiani tradurranno i loro progetti nelle aule parlamentari.

La sintesi dell'intervento di Gianfranco Fini

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da