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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2010 alle ore 16:38.
Piove a dirotto sul Veneto, fiumi (per ora) sotto controllo
«Questa volta non passa. Se il sostegno alle imprese e ai cittadini vicentini non ci sarà da parte dello Stato, noi non pagheremo le tasse». Le parole sono del vicepresidente degli industriali vicentini, Luciano Vescovi, intervistato domenica da Radio 24.
Vescovi ha sottolineato la situazione riferendosi ai danni e alla solitudine del Veneto (invitiamo i lettori a scrivere storie e a mandare i loro commenti, ndr) che da giorni combatte contro il fango dell'alluvione. «Una critica voglio farla anche a Zaia - continua Vescovi - che ancora non si è fatto vedere qui a Vicenza: il manifatturiero è in ginocchio, dobbiamo ricomprare le macchine e la produzione è ferma. Se lo Stato non ci aiuta, con un sostegno serio, verrà colpita una parte sana dell'economia italiana.
Il manifatturiero vicentino - prosegue - esporta più della Grecia e tiene su una buona parte dell'economia italiana. Il sostegno per noi è un sostegno per l'economia del paese. Se venendo qui lo Stato vedrà le strade ripulite dal fango e dirà bravi vi siete arrangiati ebbene noi ci arrangeremo con le tasse. Perchè questa volta siamo veramente stufi - conclude - e questa considerazione che faccio è apolitica e non leghista».
L'appello di Boccia. Solidarietà dal segretario della Cisl, Raffaele Bonanni: «Credo che abbiano ragione a farlo, lo condivido e li appoggio». Sempre in un'intervista a Radio 24 ha aggiunto che «i lavoratori e gli imprenditori vicentini sono la realtà più pulsante di questo paese: lo Stato deve aiutarli predisponendo, il prima possibile, una vera e propria tassa di scopo sulle transazioni finanziarie o sui grandi patrimoni. Perchè in questi casi quando mancano i soldi le comunità devono essere soccorse lo stesso».
«L'appello di Vescovi è un grido di dolore in un momento difficile in cui le imprese italiane e quelle vicentine stanno già facendo uno sforzo per tentare di reagire ad una crisi complessiva», sottolinea Vincenzo Boccia. Il presidente della piccola industria di Confindustria propone quindi due cose nell'immediato «la partenza della produzione delle aziende colpite con la convocazione di un tavolo da parte del governo dove istituzioni, forze politiche e sociali, nazionali e locali, mettano rapidamente in campo strumenti finanziari operativi che consentano la ripresa delle attività produttive ferme. Sarà poi lanciata - conclude Boccia - come piccola industria di Confindustria una sottoscrizione tra gli associati per esprimere tangibilmente il senso della comunità Paese».