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Saviano: la macchina del fango uccide la democrazia Show di Benigni su escort e Berlusconi

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 novembre 2010 alle ore 22:23.

Dopo le polemiche sui compensi, il tira e molla con il direttore generale della Rai che nelle scorse settimane aveva messo in discussione la partenza stessa del programma, "Vieni via con me" di Fabio Fazio e Roberto Saviano va in onda. Il cuore del programma è il lungo monologo dello scrittore, alternato dalla proiezione di vecchi spezzoni televisivi e interventi di artisti. Le note della canzone di Paolo Conte da cui prende il nome accompagnano una puntata il cui tema è quello della diffamazione di quella che l'autore di Gomorra definisce «una sua ossessione»: la macchina del fango.

La casa di Montecarlo di Gianfranco Fini e il caso Boffo «direttore cattolico che inizia a criticare il governo da un giornale cattolico (Avvenire, ndr). E ancora la vicenda della «presunta omosessualità di Caldoro» diventata «l'arma usata da un suo collega di partito, Cosentino». Roberto Saviano cita questi casi per raccontare come funziona il sistema (non li cita ma è chiaro il riferimento ai giornali vicini al premier ndr.) che prende di mira chi si pone contro l'attuale governo.

«C'è differenza tra inchiesta e diffamazione» argomenta lo scrittore. L'inchiesta parte da tanti fatti, «la diffamazione parte da un elemento» che viene isolato, ingigantito e utilizzato per attaccare la reputazione e la credibilità di una persona. «La democrazia è in pericolo - ha detto Saviano - nella misura in cui se tu ti poni contro certo poteri, contro questo governo, quello che ti aspetta è un attacco della macchina del fango, che parte da fatti minuscoli della tua vita privata». Lo scopo del meccanismo è «poter dire: siamo tutti uguali» e invece «dobbiamo sottolineare le differenze».

Rispettare la privacy è un conto, ma ci sono aspetti della vita privata di un politico che hanno rilevanza pubblica dice Saviano nel suo nel lungo monologo. «Una cosa è la privacy, un'altra è scegliere le proprie amiche da candidare; un'altra è finire nelle mani di estorsori: quella smette di essere privacy e inizia ad essere condizionamento della cosa pubblica». Lo scrittore si è poi rivolto direttamente ai giovani: «Mi piacerebbe raccontarvi di una persona che è riuscita a resistere a una macchina del fango gigantesca, Giovanni Falcone». Di qui un lungo excursus, scandito da brani di articoli di quotidiani - in parte letti anche dall'attrice Angela Finocchiaro - sulle accuse e sui tentativi di delegittimazione del giudice e dell'intero pool antimafia siciliano.

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Molto applaudito l'intervento di Nichi Vendola che ha recitato ventisette sinomini per «omosessuale». Tra questi «Checca sfranta», «busone», «arruso», «bucaiolo». In seguito Roberto Saviano ha letto una lista di abitudini che, in certe regioni, ti fanno prender per omosessuale. Tra queste: bere la birra con una fettina di limone, lavarsi più di due volte a settimana, il calippo mangiato in pubblico, l'uso dei bastoncini per le orecchie. Inevitabile il riferimento alle frasi del premier, decisamente preso di mira, sugli omosessuali: «Molto meglio guardare le belle ragazze che essere gay». «Meglio essere felici» risponde il leader di Sinistra e Libertà.

E alla vicenda Ruby è dedicato lo show di Roberto Benigni. «La mafia una volta ti ammazzava, ora invece ti manda due escort in bagno... Io ho il terrore di questo. La mafia può arrivare a delle cose terribili, quando si vendica fa queste cose tremende», ha detto il comico che ha fatto riferimento alle stesse parole del premier che nei giorni scorsi aveva ipotizzato una vendetta della mafia dietro lo scandalo. Benigni ha definito «spettacolare» questa frase del premier ed ha aggiunto: «Io dico allora che la mafia ha cambiato stile. Siete delle bestie, vendicatevi con me, fate schifo maledetti mafiosi: vi fornisco l'indirizzo dove sto in albergo a Milano, via Garibaldi, terzo piano stanza 14, non è che stasera mi fate trovare due brasiliane in camera...?».

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