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Saviano: democrazia a rischio con la macchina del fango

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Questo articolo è stato pubblicato il 09 novembre 2010 alle ore 06:38.

«Democrazia a rischio con la macchina del fango». È l'allarme lanciato da Roberto Saviano nel suo primo monologo a "Vieni via con me", la trasmissione andata in onda ieri in prima serata su Raitre e condotta dall'autore di Gomorra insieme a Fabio Fazio. Un programma preceduto nelle scorse settimane da una lunga scia di polemiche, a partire dal braccio di ferro con il direttore generale della Rai, Mauro Masi, per lo stop, poi rientrato, alla trasmissione stessa e ai suoi ospiti giudicati troppo costosi.

«Da un po' di tempo – ha esordito Saviano – vivo come una sorta di ossessione che riguarda la macchina del fango, il meccanismo che arriva a diffamare una persona». E che «mette in pericolo la democrazia nella misura in cui se ti poni contro certi poteri, contro questo governo, quello che ti aspetta è un attacco che parte dai fatti minuscoli della tua vita privata». Lo scrittore napoletano ha poi elencato alcuni casi nei quali la macchina del fango è entrata in azione: dalla «casa di Montecarlo» alla vicenda che ha coinvolto l'ex direttore di Avvenire, Dino Boffo, fino alla «campagna diffamatoria contro l'allora aspirante candidato del Pdl alla presidenza della Regione Campania, Stefano Caldoro». Lo stesso Saviano, nel corso della puntata, ha poi interpretato diversi brani su temi caldi, a partire dai rapporti mafia-politica.

La prima delle quattro puntate di "Vieni via con me" ha avuto come tema portante l'identità degli italiani, prendendo spunto dalle storie raccontate dalla gente comune, attraverso le e-mail inviate dagli spettatori nei mesi scorsi sul sito web della trasmissione: una serie di elenchi su «consumi, costumi, persone, cose» per fotografare uno spaccato d'Italia. Come la lista dei lavori svolti recitata da una giovane precaria o le motivazioni per difendere la libertà di religione enunciati da una suora con i quali è iniziata la puntata.

Sullo sfondo è rimasta la corsa a ostacoli che ha segnato la messa in onda della trasmissione, durante la quale l'ipotesi di una cancellazione delle puntate è sembrata vicina, in particolare per le questioni legate ai compensi degli artisti (sui quali la direzione generale Rai aveva avviato una «doverosa riflessione sui costi») e ai contratti, poi siglati "last minute" (lo scorso 22 ottobre). Una querelle culminata con l'annuncio di Roberto Benigni di voler partecipare al programma a titolo gratuito. «Ringrazio la Rai, e anche Saviano e Fazio che mi hanno invitato - ha detto ieri sera l'attore e regista toscano -: a voi do il 70 per cento del mio cachet di questa sera.

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Vieni via con me - Roberto Saviano: La macchina del fango

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Meglio gratis. Io ho portato lo champagne, Masi i bicchieri, i suoi personali, abbiamo brindato». Poi ha aggiunto: «In questa serata di gioia, sono contento che Masi è solidale: anche lui non prende quest'anno lo stipendio, sarebbe vergognoso se prendesse i soldi senza pagare ospiti, sarebbe terrificante». Il premio Oscar ha messo in scena un monologo di circa mezz'ora (rimasto top secret fino all'ultimo minuto) incentrato sul presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi: dal caso Ruby al processo Mills. Tra gli ospiti della serata, oltre a Benigni, Claudio Abbado, Angela Finocchiaro, Daniele Silvestri e il leader di Sel Nichi Vendola che ha letto l'elenco dei diversi modi di definire gli omosessuali). Alla battuta di Silvio Berlusconi sui gay («meglio guardare le belle ragazze che essere gay») il presidente della Puglia ha risposto: «Molto meglio essere felici»

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