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Questo articolo è stato pubblicato il 12 novembre 2010 alle ore 08:10.
Guarda la videointervista a Roberto di Saviano.
Riotta - Ormai Gomorra è diventata la fotografia dell'Italia del presente in tutto il mondo. Ma come ti immagini Gomorra nel 2050?
Saviano - Difficilissimo. Ho, devo dire, una forte speranza per tutta una serie di dinamiche, quindi non una speranza – di dinamiche che osservo, no – quindi non una speranza così, romantica, che viene dal cuore. Questa è una speranza che viene dalle tempie. Sto notando, ad esempio, che nel Sud Italia le due grandi rivolte contro la criminalità organizzata sono state fatte dagli africani. Sì, certo, c'è la società civile che si impegna, certo ci sono le associazioni, ma sono minoranze. Invece la gran parte della comunità africana a Castel Volturno e a Rosarno, in Calabria, ha(nno) deciso di dire di no alle organizzazioni criminali, non per un motivo morale ma perché la loro vita, il loro sogno di vita - ancora più importante - entra in contraddizione con gli ordini della criminalità organizzata. Cioè: continuare a vivere in baracca, continuare a non poter avere diritti elementari come l'ospedale, come essere pagati a giornata e non a cassetta di pomodoro. Questi gli ordini della criminalità organizzata, che accetta la loro presenza solo a queste condizioni. Loro invece sognano una casa, la possibilità di avere diritti, la possibilità di mandare i figli a scuola e quindi devono combattere la criminalità organizzata. In più c'è l'emigrazione: gli italiani vogliono andare via da questi posti. Tra l'altro posti, non è secondario, meravigliosi ma aggrediti dal cemento, dalla cattiva gestione del territorio. Comunque vanno via questi italiani e arrivano gli africani, che da quel territorio non vogliono scappare ma anzi sentono sempre più proprio: ci nascono i figli, sacrificano gran parte della loro vita per lavori spesso durissimi e quindi sentono che quel territorio è loro. Allora come mi immagino? Immagino che la grande occasione che ha l'Italia del Sud, prima ancora della Francia, prima ancora della Spagna, prima ancora della Germania, sarà quella di avere città multietniche, nel senso che Castel Volturno sarà scuramente la prima città africana d'Europa. Sarebbe meraviglioso pensare il primo sindaco africano d'Europa, ma sono certo che questo accadrà. Non può che accadere. Dall'altro c'è anche una grande paura: cioè che queste organizzazioni stanno arrivando sempre di più a essere multinazionali che determinano - per esempio - le politiche finanziarie delle banche. La crisi ha fatto aprire in qualche modo le grandi banche europee ai capitali del narcotraffico, che sono i grandi capitali che hanno ancora liquidità. E quindi la paura che potremmo trovarci di fronte a grandi istituti di credito che decidono di appoggiare quello piuttosto che quell'altro gruppo imprenditoriale, condizionati dalla criminalità organizzata. E in ultimo, pensando a Gomorra tra molto tempo, credo che il grande contrasto sarà possibile farlo non più con la denuncia del singolo cittadino coraggioso, non più con - spesso - l'isolamento del testimone di giustizia o il pentito. La grande futura possibilità di contrasto sarà data da un web consapevole, non un web ciarlatano. Cioè la capacità di fare immediatamente conoscenza della dinamica; svelare una dinamica mafiosa significa creare già l'anticorpo. Solo che per svelarla non puoi raccontarla a poche persone, (ma) a molte persone. E credo che in questo il web, le nuove generazioni, possano in qualche modo essere il futuro del contrasto.