Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 13 novembre 2010 alle ore 17:03.
Berlusconi chiederà la fiducia prima al Senato e poi alla Camera, ma solo dopo il via libera alle legge di stabilità. E dal Colle arriva l'apprezzamento del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, che già nei giorni scorsi aveva richiamato tutte le forze politiche a un'assunzione di responsabilità. A quanto si apprende, infatti, al Quirinale si ritiene che le dichiarazioni venute da diverse fonti confermano, in sintonia con il richiamo espresso dal presidente della Repubblica, che il governo e tutte le forze politiche convengono sulla necessità di dare la precedenza alla necessaria approvazione della legge di stabilità e del bilancio in entrambi i rami del Parlamento per affrontare subito dopo la crisi politica. D'altronde, si fa notare dal Colle, ci si regolò analogamente nelle vicende di fine1994.
Berlusconi punta tutto sul Senato. Anche il premier ha ribadito la necessità di approvare la legge di stabilità prima di una nuova richiesta di fiducia alle Camere.Oggi il presidente del consiglio ha infatti inviato ai due presidenti Renato Schifani e Gianfranco Fini una lettera nella quale rappresenta la sua intenzione di «rendere comunicazioni presso il Senato della Repubblica sulla situazione politica - anche alla luce del preannunciato ritiro della componente di Futuro e Libertà per l'Italia dal governo da me presieduto - immediatamente dopo la definitiva approvazione della legge di stabilità e del bilancio dello Stato. Adempimenti, questi ultimi, la cui inderogabile necessità ai fini di una positiva stabilizzazione del nostro quadro economico e finanziario è stata da più parti, anche in modo estremamente autorevole, sottolineata». Poco prima il suo portavoce, Paolo Bonaiuti, aveva annunciato che il cavaliere avrebbe spiegato «le sue valutazioni e le sue decisioni» sul futuro del governo dopo l'ok alla finanziaria.
Fini e Casini pronti a sfiduciare il cavaliere. Intanto, però, i suoi avversari affilano le armi. E oggi, a margine di un convegno dei liberal democratici, Fini, Casini e Rutelli hanno confermato la volontà di presentare una mozione di sfiducia alternativa rispetto a quella firmata da Pd e Idv e già depositata a Montecitorio. L'annuncio è arrivato dal numero uno dei centristi, Pierferdinando Casini. «Non preoccupatevi della mozione - ha detto Casini - la mozione ci sarà ma è l'ultimo dei problemi. Oggi il problema vero è trovare il senso di responsabilità comune per affrontare una questione gravissima: la maggioranza non c'è più e c'è la necessità di trovare una soluzione che non faccia galleggiare l'Italia. Prima va approvata la finanziaria». Dunque tutti convengono sulla necessità di licenziare prima la legge di stabilità, come ribadito da Berlusconi. Lo dice sia Casini, che il segretario del Pd, Pierluigi Bersani: è positivo che Berlusconi venga in Parlamento purché, dicono i due quasi all'unisono, la maggioranza «non faccia melina». «Perdere tempo - avverte il segretario Udc - non serve a nessuno» e per questo «i gruppi di opposizione chiederanno che nel giro di una settimana il Senato licenzi la manovra».