House Ad
House Ad
 

Notizie Italia

Ira di Maroni su Saviano per i rapporti tra 'ndrangheta e Lega. Lo scrittore: ha visto un'altra trasmissione

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 15 novembre 2010 alle ore 22:44.

«La Rai non è un tribunale di Inquisizione e quindi voglio il diritto di replica alle parole infamanti pronunciate da Roberto Saviano durante la trasmissione "Vieni via con me"». A parlare è il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, indignato per le parole dello scrittore sui presunti collegamenti tra la 'ndrangheta e la Lega Nord. «Ho chiesto al Cda della Rai di poter rispondere alle parole infamanti che sono state dette da Saviano nel corso della trasmissione», ha spiegato all'Agi il responsabile del Viminale.

«Non è possibile che in una trasmissione del servizio pubblico si possano lanciare accuse gravi e infamanti, senza diritto di replica, ed affermare che al nord la 'ndrangheta si appoggia alla Lega». Maroni ha precisato di parlare «come ministro dell'Interno, ma soprattutto come esponente della Lega Nord. È inaudito e grave quello che è accaduto. E per questo ho scritto al Cda della Rai chiedendo il diritto di replica nella prossima trasmissione condotta da Fazio e Saviano. Si tratta di accuse infamanti e infondate e quindi aspetto che mi sia consentito il diritto di replica. Non è possibile che siano utilizzate trasmissioni come un tribunale di inquisizione e quindi - ha concluso - aspetto dal Cda di viale Mazzini una risposta immediata». In realtà Maroni ha puntato anche molto più in alto.

E nel pomeriggio, intervenendo a Radio Padania, il responsabile del Viminale ha ribadito: «Mi rivolgerò al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e ai presidenti di Senato e Camera, Renato Schifani e Gianfranco Fini, se la Rai deciderà di negarmi il diritto di replica a Saviano». In effetti in una lettera ai vertici della Rai ed ai presidenti di Camera e Senato per ottenere il diritto di replica il ministro si è detto «profondamente offeso» dalle parole usate da Saviano.

«Sono stupito e allarmato dalle parole del ministro Maroni. Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un'altra trasmissione». Così, in una nota, Roberto Saviano, dopo le parole del ministro Maroni. «Lo invito a rivedere e riascoltare la trasmissione - prosegue lo scrittore - Io ho parlato solo di fatti, frutto di un'inchiesta giudiziaria dell'Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della 'Ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti - conclude - che dovrebbero preoccupare il ministro dell'Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia».

L’articolo continua sotto

Tags Correlati: Camera dei deputati | Corte di Cassazione | Dario Fo | Enzo Biagi | Fabrizio Cicchitto | Gianfranco Fini | Indro Montanelli | Italia | Lega | Luciano Ligabue | Mike Bongiorno | Milano | Pd | PDL | Pierluigi Bersani | Pier Luigi Bersani | Politica | Radio Padania Libera | Rai Tre | Renato Schifani | Roberto Maroni | Roberto Saviano | Savoia | Senato | Silvio Orlando | Suzana Sufali

 

La risposta della Rai a Maroni era arrivata già afine mattinata. "Vieni via con me" non è intenzionata ad ospitare il ministro dell'Interno leghista, dopo la sua protesta per come Saviano ha accostato la penetrazione delle mafie al Nord con le responsabilità e la rappresentanza politica del Carroccio. «Noi stiamo facendo un programma culturale - ha dichiarato Loris Mazzetti, capostruttura di Raitre e responsabile del programma - e quindi non credo che ci sarà la possibilità di replicare. Se noi abbiamo detto cose non vere, cose smentibili se lo abbiamo ingiuriato o offeso, che si rivolga direttamente alla magistratura. Maroni è un ministro della Repubblica e ha disposizione telegiornali e altri programmi di approfondimento politico per replicare. Il nostro è una programma culturale, dove i politici vengono solo se sono funzionali al racconto delle puntate».

«Io penso - ha aggiunto Mazzetti - che l'onestà intellettuale di Saviano non possa vivere di condizionamenti. La cronaca ci racconta di episodi di criminalità in cui sono coinvolti esponenti leghisti e se Saviano non ne avesse parlato, si sarebbe autocensurato». In merito alla presenza di politici nelle prossime due puntate, Mazzetti ha fatto sapere che al momento «non si può escludere, ma si stanno ancora facendo le scalette».

«I politici verranno solo se saranno funzionali al programma - ha spiegato - e dovranno mettersi a disposizione degli autori come hanno fatto Vendola, Fini e Bersani, che hanno rispettato spirito e tempi della trasmissione. Il loro intervento ha azzerato tutte le critiche preventive, perchè non c'è stata alcuna propaganda, ma solo la lettura di due elenchi. Quelle di questi giorni sono polemiche pretestuose: basta pensare che nessuno dei politici di centrodestra ha chiesto di venire al posto di Vendola a leggere l'elenco sull'omosessualità nella prima puntata. Noi non siamo una tribuna politica e non siamo neanche in regime di par condicio».

Polemiche (quasi inevitabili) a parte, la puntata di lunedì 14 novembre, seconda della serie, è stata più pasionaria, dal ritmo più serrato, con sapienti alternanze di comicità graffiante e momenti di intensa commozione. Alla fine gli elenchi che tutti aspettavano e alcuni temevano, quelli di Pier Luigi Bersani e di Gianfranco Fini, con i loro valori di sinistra e di destra, sono passati tutto sommato con fluidità, come se si trattasse di una comune conferenza stampa e non di un confronto fra convinzioni politiche un tempo opposte. Una puntata seguita da oltre 9 milioni di telespettatori, pari al 30,21% di share, con picchi superiori a 10.400.000, mentre sono stati 20 milioni i contatti, con una permanenza del 45,20%. Un record assoluto per Raitre, che supera abbondantemente il 25,48% raggiunto dalla prima puntata, e una sorpresa per lo stesso Loris Mazzetti che ieri aveva detto: «Se raggiungeremo il 20% sarà già un successo».

Il boom di ascolti si è registrato soprattutto tra i giovani e i laureati. Il programma ha fatto registrare nel target tra i 15 e i 24 anni e tra i 25 e i 34 anni più del 34% di share (34,07% nel 15-24, 34,24% nel 25-34), ha sfiorato il 35% di share (34,93%) nel target 45-54 anni e superato il 57% di share (57,41%) nel pubblico laureato.

Dopo aver aperto la seconda puntata di Vieni via con me insieme a Silvio Orlando, con il quale ha letto «le cose che non avevamo previsto e che invece sono accadute» (come che «l'erede dei Savoia vincesse Ballando con le stelle» e che «Enzo Biagi venisse accusato di fare un uso criminoso della tivù»), Fabio Fazio ha lasciato la parola a Roberto Saviano, più convinto e televisivo rispetto al debutto, che ha trascinato il pubblico in mezz'ora di "monologo civile", alla Davide Paolini, sulla storia e sulla vita degli uomini della 'ndrangheta, costretti a vivere come topi nei bunker eppure sempre più presenti nel tessuto economico del paese. Soprattutto quello del Nord. Nessun riferimento a Marcello dell'Utri (ieri il senatore Pdl aveva minacciato querele), ma uno alla Lega Nord, quello sì, pur specificando che nessuno dei suoi membri risulta indagato.

Poi, appunto, è stata la volta degli elenchi di valori di Bersani e Fini (guarda il video): i riferimenti del leader del Pd sono stati più evocativi dei valori universali della sinistra, dalla sanità pubblica, al diritto al lavoro, dalle donne fino alla laicità, mentre Fini si è tenuto circoscritto soprattutto attorno al binomio istituzioni-legalità, ponendo l'accento sull'orgoglio nazionale. Ma una cosa è stata sottolineata con convinzione da entrambi: che se un immigrato nasce in Italia, è un cittadino italiano. Lo ha ribadito la presenza della figlia di Demir e Suzana Sufali, due degli albanesi sbarcati sulle coste pugliesi con la nave Vlora nel 1991, con il suso elenco di motivi per i quali ha scelto la cittadinanza italiana. «La trasmissione è di un settarismo più unico che raro, dall'inizio alla fine - ha commentato a caldo Fabrizio Cicchitto, capogruppo Pdl alla Camera - Fazio e Saviano hanno fatto dei mediocri comizi senza facoltà di contraddittorio».

Lasciata la parte più strettamente politica, si è aperta quella dedicata all'eutanasia, inaugurata con un elenco letto da Beppino Englaro, padre di Eluana, che ha letto tutto ciò che rendeva sua figlia una persona che mai avrebbe scelto di vivere attaccata a una macchina. Insieme a Fazio ha ricordato poi le motivazioni della sentenza della Corte Suprema di Cassazione sulla vicenda. Un momento di grande commozione, con Beppino Englaro, uomo riservato di modi e sentimenti, quasi intimidito dal palco, salutato da un accenno della "Canzone di Marinella" cantata alle sue spalle da Cristiano de Andrè. Il tema è poi stato ripreso da Saviano, che ha raccontato la storia di Piergiorgio e Mina Welby, e poi dalla stessa Mina Welby che seduta accanto a Fazio ha letto un altro elenco, quello delle parole che suo marito le rivolse prima di morire. Per una sorta di par condicio, poi, la parola è passata alla Chiesa, ma alla Chiesa più progressista rappresentata da Don Andrea Gallo. Quasi per risollevare in leggerezza l'animo del pubblico coinvolto in questa climax di storie tragicamente umane, ecco Paolo Rossi con un mix del Rino Gaetano di "Nuntereggaepiù" e del Mistero Buffo di Dario Fo e infine il grandioso «realismo in purezza» di Cetto Laqualunque, il politico di Antonio Albanese che ama circondarsi di belle ragazze e preferisce «le eccezioni alle regole».

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da