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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2010 alle ore 18:11.
ll ministro Carfagna: voto la fiducia e il 15 dicembre mi dimetto
«Ho le idee chiare. Avremo la fiducia e i numeri per andare avanti». Così, il premier Silvio Berlusconi nella conferenza stampa finale del vertice Nato a Lisbona ha commentato la crisi politica attuale, aperta formalmente il 14 novembre dopo che i finiani hanno presentato la dimissioni dal governo. In caso contrario, lo stesso è pronto ad affrontare la sfida elettorale. «Se non ci sarà la fiducia si tornerà agli elettori» ha annunciato ricordando di avere un vasto consenso.
«Incompreso? No. L'ultimo sondaggio mi dà al 56% del gradimento. Sono il primo in Europa per l'apprezzamento del suo popolo. Semmai sono incompreso da coloro che hanno capito che la mia presenza è un ostacolo insormontabile perché la sinistra riesca ad andare al governo. Sono sereno - ha aggiunto -. C'è da capire solo che dovremmo essere responsabili e mi sembra che si stia cominciando a capire che bisogna essere responsabili».
«Con i sondaggi veri che abbiamo - ha aggiunto - avremo un'ottima affermazione sia alla Camera che al Senato. Non punto a due-tre voti in più, ma a una maggioranza per governare».
Berlusconi ha anche parlato di politica estera e di Afghanistan precisando che l'Italia sarà il terzo paese per forze coinvolte, dopo Stati Uniti e Regno Unito. «ll presidente Obama ha richiesto più impegno da parte di tutti i paesi - ha spiegato Berlusconi - e l'Italia invierà un contingente di 200 formatori». Il numero degli italiani impegnati nella missione sale così a 4.213. il premier ha parlato anche di una exit strategy entro il 2014. «Questo é stato concordemente definito un periodo di transizione. Abbiamo ragioni di ritenere che per quella data l'Afghanistan sarà dotato di forze dell'ordine tali da poter garantire autonomamente la sicurezza».
«Caldeggio fortemente il progetto di difesa comune europea - ha indicato -. In tempi di crisi, comporterebbe un risparmio fino al 50% e permetterebbe all'esercito europeo di confrontarsi alla pari con forze militari come quelle di Usa e Cina invece di essere un pigmeo che deve accodarsi alle decisioni altrui».
È poi intervenuto sul caso Carfagna, che in un'intervista al quotidiano Il Mattino ha confermato l'intenzione di dimettersi il prossimo 15 dicembre, il giorno dopo aver dato il voto di fiducia: «La Carfagna? Non mi ha fatto tribolare. È una cosa a cui non annetto particolare difficoltà. Semmai mi ha fatto stropicciare gli occhi - ha aggiunto - il fatto che i principali giornali italiani nel giorno dell'approvazione della Finanziaria e di questo storico vertice della Nato abbiano titolato a piena pagina sulla signora Carfagna. E finiamola qui».