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Questo articolo è stato pubblicato il 22 novembre 2010 alle ore 14:59.
Gli ispettori della Commissione europea arrivano a Napoli per chiedere ragguagli sull'insorgere dell'ennesima emergenza rifiuti e - come spesso e volentieri è accaduto in Campania negli ultimi quindici anni - c'è da fare i conti con degli illogici: il presidente della Repubblica dichiara, per esempio, di non aver ancora ricevuto il decreto risolutivo emesso dal governo lo scorso 18 novembre.
Intanto, sul suolo del capoluogo campano si ammassano ormai 2.900 tonnellate di immondizia così che la Società italiana d'Igiene non esita a parlare di «pericolo sanitario» con possibili rischi sulla salute dei cittadini. L'unica speranza per alleviare la crisi ha a che fare, a questo punto, con il sempre più probabile conferimento via mare in Spagna. Intanto per gli ispettori Ue la situazione di Napoli è simile a quella di due anni fa, e poche sono le cose cambiate, secondo quanto riferito dal capo della delegazione Pia Bucella.
In Campania non c'è emergenza riifuti che si rispetti senza «giallo». Questa volta si tratta della mancata trasmissione, al Quirinale, del Dl varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri per eliminare Cava Vitiello dalla lista delle discariche e stanziare altri 150 milioni che serviranno a risolvere la crisi.
«La Presidenza della Repubblica – fa sapere Giorgio Napolitano attraverso un comunicato - non ha ricevuto e non ha quindi potuto esaminare, né prima né dopo la riunione del Consiglio dei ministri di giovedì 18 novembre, il testo del decreto legge sulla raccolta dei rifiuti e la realizzazione di termovalorizzatori in Campania, che sarebbe stato definito dal governo. Il capo dello Stato – prosegue il comunicato si riserva pertanto ogni valutazione sui contenuti del testo quando gli verrà trasmesso».
Napoli, intanto, è sempre più assediata dall'immondizia: a terra ci sono 2.900 tonnellate di sacchetti non raccolti che occupano i marciapiedi di tutte le strade. Da qui alle prossime ore, secondo le stime del comune, gli ammassi dovrebbero raggiungere le 3.600 tonnellate. Una situazione «molto, molto grave», secondo Palazzo San Giacomo. L'unica valvola di sfogo, infatti, continua a essere soltanto la discarica di Chiaiano che, a regime, può ingoiare al massimo 700 tonnellate al giorno.