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La promessa di Berlusconi: Napoli ripulita dai rifiuti in quindici giorni. Fitto convoca le regioni per lunedì 29

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Questo articolo è stato pubblicato il 26 novembre 2010 alle ore 17:19.

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Quindici giorni per ripulire Napoli dai rifiuti. È la promessa del premier Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa convocata in prefettura a Napoli. «Vi porto un messaggio di ottimismo - esordisce il Cavaliere - perché credo che anche questa volta riusciremo a risolvere in tempo la situazione». Berlusconi dunque è certo che l'esecutivo avvierà l'emergenza a soluzione in tempi rapidi. Spiega poi ai cronisti che «abbiamo la possibilità di usare l'esercito». E assicura che i rifiuti della Campania saranno presi in carico dalle altre Regioni. Anche da chi, come Piemonte e Veneto (cui poi si sono aggiunti anche Lombardia, Marche, Friuli Venezia Giulia e Liguria), aveva risposto no all'appello lanciato dal governo. «Ho parlato ripetutamente con Zaia e Cota, e oggi anche con i ministri leghisti, e il loro atteggiamento è diventato positivo: non diranno no ove ci fosse la necessità di dare una mano». Intanto il ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto, ha convocato i governatori per lunedì 29 alle 18.30 per predisporre la fase operativa.

Quindi l'emergenza finirà, almeno così garantisce il premier. Che si dice preoccupato per i ritardi nella realizzazione dei nuovi impianti.«I termovalorizzatori da realizzare in Campania sono tre. Certamente quello di Napoli e quello di Salerno ma io credo che c'è nè vorrebbe un terzo». E il premier suggerisce di affidarne la costruzione «alla stessa impresa che ha realizzato il termovalorizzatore di Acerra, capace di bruciare un milione e ottocentomila di rifiuti. Abbiamo visto che la messa a regime di questi impianti è difficile perché bisogna regolare la temperature e il quantitativo di gasolio. Il mio suggerimento - ha aggiunto Berlusconi - sarebbe quello di farli realizzare alla stessa impresa (Impregilo, ndr) e di fissare un prezzo via via maggiore se i tempi vengono ridotti».

Il premier torna poi sui contenuti del decreto, su cui oggi è arrivato il via libera del Colle. Per precisare che «per ora non c'è nessun commissariamento. C'è l'attribuzione al residente della Regione Campania di poteri in base ai quali ci sono rapide procedure d'appalto». Quanto alla minaccia di nuove sanzioni, lanciata dal commissario Ue all'Ambiente, Janez Potocnik («senza un efficace piano sui rifiuti ci saranno nuove ammende»), il premier ostenta sicurezza. «Per quanto riguarda l'Europa - assicura - contrasteremo questa eventualità e potremo renderla nulla». Poi una frecciatina anche a Gianfranco Fini, che lo ha criticato anche oggi. «Non ho letto niente - taglia corto Berlusconi-. Io lavoro e gli altri parlano». Nessuna replica, dunque. E il premier glissa anche sulle contestazioni che hanno accompagnato il suo arrivo a Napoli in prefettura. «Non ho visto alcuna contestazione, ero in macchina e stavo parlando tranquillamente».

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Ma il capoluogo campano aveva accolto il premier oggi con imponenti misure di sicurezza e due cortei, organizzati da disoccupati e studenti. Gran parte dei manifestanti era stata bloocata oltre i cordoni delle forze dell'ordine, ma un piccolo gruppetto di una ventina di persone era riuscito a irrompere in piazza Plebiscito, proprio di fronte all'ingresso della Prefettura mentre il premier varcava in macchina il cancello. «Vergogna», «munnezza», «dimissioni», gli slogan urlati all'indirizzo di Berlusconi. Che alla fine liquida così le proteste. «Se ci sono ragazzi che invece di dedicarsi al corteggiamento delle ragazze - ha ironizzato il premier - preferiscono dedicarsi ad attività di questo genere, sono fatti loro. Io alla loro età facevo cose diverse».

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