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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 09:20.
Sono 652 i documenti di WikiLeaks in cui compare il nome di Silvio Berlusconi. Il primo è dell'1 luglio 2001, alla vigilia del G-8 di Genova. L'ultimo è del 17 febbraio 2010 sulla vittoria della Lega in Veneto. Sul sito di Julian Assange ce ne sono ancora pochissimi, ma il quotidiano spagnolo El Pais ne ha consultati 62, un decimo del totale, traendone il quadro finora più completo sulle informazioni inviate dall'ambasciata americana di Roma al Dipartimento di stato e poi trafugate dai pirati di WikiLeaks.
Dall'inchiesta di El Pais, emerge un quadro leggermente differente da quello che si è letto in questi giorni. L'ambasciata americana a Roma giudica l'Italia e Berlusconi alleati cruciali per gli Usa, come ha confermato Hillary Clinton un paio di giorni fa e come hanno sempre formalmente ribadito prima Bush e poi Obama. Berlusconi è considerato un interlocutore importante, per quanto imprevedibile e non sempre affidabile per la sua tendenza a proporsi come mediatore internazionale. Agli americani questo protagonismo non piace.
Negli ultimi mesi, i diplomatici statunitensi sono arrivati alla conclusione - grazie anche ai colloqui riservati con il sottosegretario Gianni Letta e il senatore del Pdl Giampiero Cantoni, i quali però smentiscono - che il premier italiano si sia indebolito personalmente e politicamente e che abbia problemi di salute («I risultati dei test clinici su Silvio Berlusconi hanno rivelato un vero disastro. Siamo tutti preoccupati», un dispaccio attribuisce a Cantoni). I diplomatici americani, inoltre, scrivono che il premier si affida troppo al suo istinto, non si fida dei suoi stessi servizi segreti, ha difficoltà a prendere decisioni, pensa più ai divertimenti privati che agli affari di stato. Nonostante ciò, secondo El Pais i cable del Dipartimento di Stato «distillano tolleranza, senso comune e pragmatismo».
Scrive la diplomatica americana Elisabeth Dibble il 9 giugno 2009: «Quella di liquidare Berlusconi come un interlocutore poco serio, con le sue fissazioni personali, le sue gaffe e talvolta il suo modo di agire spregiudicato, potrebbe essere una tentazione, ma pensiamo sarebbe un errore». E ancora: «Quando è stato coinvolto con efficacia, ha dimostrato la volontà di assumere provvedimenti, anche impopolari, in linea con i nostri, incluso il sostegno all'espansione del ruolo della Nato in Afghanistan e all'entrata della Turchia nella Ue. Quando viene ignorato, tende a ritagliarsi un ruolo visibile e spesso poco utile per sé nel quadro internazionale».