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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 17:25.
Casini lancia un governo Letta: «Andrebbe bene, benissimo»
Dal Terzo Polo arriva l'affondo contro Silvio Berlusconi: la mozione di sfiducia annunciata ieri è stata depositata alla Camera e porta in calce 85 firme. Che offrono al capogruppo di Futuro e libertà alla Camera, Italo Bocchino, l'occasione per ribadire l'esistenza di una maggioranza parlamentare in grado di sfiduciare il premier. «Il deposito di 85 firme sotto la nostra mozione, che si aggiungono ai 230 voti per la sfiducia di Pd-Idv e a quelli dei due deputati Beppe Giulietti e Roberto Nicco, rende evidente che ci sono 317 voti per chiudere questa esperienza di governo. Non è una bufala, è la realtà dei numeri, che per loro natura sono testardi ed incomprimibili e che nella democrazia parlamentare decidono le sorti di un governo».
Parlando oggi da Sochi Berlusconi aveva infatti liquidato come una bufala l'esistenza del terzo polo e di un rassemblement in grado di mettere alle strette il governo. Ma le firme sono ora nero su bianco sotto la mozione firmata da Fini, Rutelli e Casini: 35 Udc, 34 Fli, 6 Api, 5 Mpa, 3 Liberal-democratici, più Giorgio La Malfa e Paolo Guzzanti. È il battesimo definitivo, dunque, del terzo polo ed è accompagnato da una richiesta nettissima indirizzata al premier. Nel testo della mozione, si sottolinea infatti, «l'inadeguatezza dell'esecutivo» e si auspica «l'avvio di una fase politica della legislatura ispirata al senso di responsabilità nazionale e istituzionale, che punti a modifiche della legge elettorale» e a «prendere le misure adeguate per evitare il declino del paese e garantire il suo futuro civile ed economico».
Insomma, la strada verso il voto del 14 dicembre si arricchisce di un nuovo capitolo e il fronte che unisce Fli, Udc e Api si compatta. «Noi abbiamo la volontà di aprire una fase nuova per l'Italia - spiega il finiano Fabio Granata - con una nuova agenda politica ripartendo dalla maggioranza che ha vinto le elezioni ma allargando la base parlamentare alle forze responsabili che si rendono conto dei problemi che attraversano la nostra nazione». Le richieste dunque non sono cambiate: revisione dell'agenda economica e sociale, superamento del porcellum e allargamento del perimetro della maggioranza all'Udc.