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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2010 alle ore 13:05.
«Caro Renzi, posso capire qualsiasi motivazione che tu lo abbia fatto per Firenze ci può stare, ma un passo del genere assume dei significati SIMBOLICI molto importanti. Secondo me è stato inopportuno», scrive Sergio Conte. «Caro Renzi, mi complimento, se gli amministratori del Pd avessero la tua voglia di confrontarsi l'Italia sarebbe sicuramente migliore», ribatte Massimo Locatelli. Su facebook da questa mattina gli oltre 27mila fan e amici di Matteo Renzi, sindaco di Firenze, si dividono: ieri il leader dei rottamatori ha incontrato Silvio Berlusconi ad Arcore, andando così a imbucarsi nella tana del nemico, a detta di molti.
Ma è lo stesso Renzi a spiegare le ragioni dell'incontro in una lunga nota, affidata sempre al social network: «Berlusconi mi ha gentilmente fissato l'appuntamento che gli avevo chiesto qualche settimana fa». Ho chiesto al presidente del Consiglio di mantenere gli impegni per Firenze che il Pdl si era preso in campagna elettorale, a partire dalla legge speciale. Se il Governo vuole mantenere gli impegni, l'occasione più logica è il decreto mille proroghe che va in votazione a stretto giro: non sarà una legge speciale, ma potrebbe esserci un gesto di attenzione per Firenze».
«Finché il governo è guidato da Berlusconi, io parlo con lui...»
Un incontro ispirato dalle necessità amministrative locali, dunque, apparentemente senza alcuna implicazione di più ampio respiro politico. «Finché il governo è guidato da Berlusconi, io parlo con lui e con i suoi ministri. Anche quelli con cui faccio una fatica terribile...», continua Renzi. E se il premier «riceve nella sua abitazione, io vado e alla fine ringrazio dell'ospitalità», se serve «per Firenze vado ad Arcore anche tutti i giorni». Pare che con Berlusconi il tema "rottamatori" non sia stato sfiorato: «Non mi ha detto che gli assomiglio né abbiamo parlato di rottamazione, come è ovvio. Abbiamo discusso delle questioni concrete che riguardano Firenze», aggiunge Renzi, che si dice svincolato da ogni ideologia.
«Il fine giustifica i mezzi»
Tuttavia, anche se le spiegazioni sono chiare ed esaustive, al popolo di facebook sembra che questa mossa del sindaco fiorentino non sia molto piaciuta: «A me non sembra normale andare a parlare di politica col presidente del consiglio A CASA SUA! ci sono i "palazzi" apposta no!? questa l'e' bellina davvero...», nota Claudia Brunetti, alla quale si aggiungono minacciosi «Il mio voto non lo rivedi più», chi si domanda «ma Vendola ci sarebbe andato?» e chi ironicamente gli chiede se ha portato «un vassoio di bignoline, una bottiglia di olio novo, una sciarpa della Fiorentina». Ma poi c'è anche chi promuove a pieni voti la real politik renziana ricordando il concittadino Niccolò Machiavelli e il suo motto più noto: «Il fine giustifica i mezzi».