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Questo articolo è stato pubblicato il 07 novembre 2010 alle ore 14:50.
«Da Firenze ci mettiamo in gioco, senza chiedere posti ma senza chiedere ad altri ciò che ci prenderemo da soli, ci mettiamo in gioco perché abbiamo sogni concreti da condividere, da Firenze, laboratorio della curiosità, opponiamo il coraggio alla paura». Lo ha detto il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, chiudendo "Prossima fermata Italia", la convention dei "rottamatori" del Pd alla Stazione Leopolda.
Ieri c'era stato uno scambio a distanza fra la convention di Firenze e l'assemblea dei coordinatori del Pd a Roma. Da quest'ultima, il segretario del Pd Pier Luigi Bersani aveva chiesto «rispetto» per il lavoro del partito, e c'erano state alcune contestazioni verso l'iniziativa fiorentina. «Ci chiamiamo Partito democratico, e allora discutiamo», ha ribattuto oggi Renzi rivolgendosi prorpio a Bersani: «Dico a Bersani, che questo non può far paura - ha aggiunto - non è possibile che ci chiamiamo Pd e poi tacciamo il nostro amico come un nemico».
«Al segretario voglio dire tre cose - ha sottolineato - è legittimo scegliere di non venire a Firenze e non gli si può fare una colpa di questo, lui ci dice "amate la vita" e noi amiamo la vita». Poi, per quanto riguarda il tema del rispetto, Renzi ribadisce: «Non siamo una componente di un partito, uno spiffero. Noi abbiamo rispetto, lo stesso rispetto che è mancato a chi è venuto qui a Firenze a dire che il sindaco di questa città è un maleducato».
Bersani, infatti, non ha partecipato neppure alla giornata conclusiva dei "rottamatori". «Ho fatto ogni sforzo perché Bersani venisse qui, gliel'ho detto in tutte le lingue», ha detto Michele Emiliano, sindaco di Bari, intervenendo alla Convention di Firenze. Per Emiliano sarebbe «stato bello se questa iniziativa e l'assemblea dei circoli si fossero fuse», cosa che in parte è accaduta «perché, grazie all'intelligenza politica di Renzi, ai fischi di Roma avete risposto con un abbraccio». Anche Ivan Scalfarotto, vicepresidente dell'assemblea del Pd, ha detto di aver mandato ieri un sms «accorato» a Bersani, chiedendogli di venire a Firenze». Ai giornalisti, che poi gli hanno chiesto se il segretario del Pd ha risposto al suo messaggio, Scalfarotto ha detto con un sorriso: «No».