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Cambi di casacca last minute e assenze, ecco chi potrebbe dare un aiutino a Berlusconi

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2010 alle ore 16:53.

Lui, l'indiziato numero uno tra i deputati che potrebbero fare da stampella all'esecutivo nel voto decisivo del 14 dicembre, rispedisce al mittente l'accusa di essere un voltagabbana. «Fino a quando sarò nell'Idv voterò in conformità con il mio gruppo. Farò quello che mi dice il partito». Ma il deputato dipietrista Domenico Scilipoti non è l'unico a essere finito nell'ultimo pallottolliere della conta berlusconiana in vista della fiducia. Perché, man mano che il tempo stringe, la corsa agli indecisi si fa serratissima.

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Il Cavaliere, che domani sera riunirà i vertici per un punto prima del voto, è sempre più convinto che avrà la fiducia anche alla Camera e i suoi sono al lavoro per garantirgli i numeri. Che non significa, però, solo pressing sugli incerti ma anche una oculata strategia per assicurarsi qualche assenza strategica. In particolare tra le fila dei finiani moderati. «Le firme delle colombe in calce alla mozione di sfiducia presentata da Fli e Api - racconta al Sole24ore.com un berlusconiano che conosce bene Fini e i suoi - erano subordinate al fatto che il documento servisse a ottenere il Berlusconi bis».Tradotto: non è affatto certo che, al momento del voto, qualche finiano dei meno oltranzisti si assenti offrendo un formidabile assist a Berlusconi. Non un'assenza in blocco (le colombe di Fli alla Camera sono 12-13 e almeno 4-5 al Senato), ma quanto basta per salvare la maggioranza.

Assenze tattiche che, a quanto raccontano i ben informati, potrebbero non arrivare solo da Fli. Si parla infatti anche di un forte pressing nei confronti dell'Mpa di Raffaele Lombardo e i riflettori sono puntati soprattutto su Ferdinando Latteri, il più "berlusconiano" dei deputati autonomisti. Senza contare, poi, le avances incessanti condotte nei confronti di altri esponenti del gruppo misto. Qui l'attenzione è concentrata soprattutto sui due ex Api, Massimo Calearo e Bruno Cesario, che votarono la fiducia al governo l'ultima volta e che hanno annunciato una conferenza stampa per domani insieme a Scilipoti per «comunicazioni relative all'attività parlamentare, passata e odierna». Qualcuno dice per annunciare la fiducia al governo, ma non ci sono conferme. Italo Bocchino, capogruppo finiano alla Camera, che tiene i conti per la sponda avversa, non sembra curarsene. «Seppure fosse diventa 316 a 311», replica il braccio destro di Fini. «Di Calearo - aggiunge - già sapevamo».

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Nulla di nuovo sotto il sole, dunque. Ma nella maggioranza è già scattata la corsa a difendere eventuali passaggi last minute. «L'onorevole Scilipoti è persona seria, impegnata ostinatamente e integerrima - si accalora Saverio Romano, ex Udc ora alla testa dei Pid (i popolari per l'Italia di domani) -. L'attacco che stanno subendo alcuni colleghi in queste ore è vergognoso da qualsiasi parte arrivi». Una difesa a oltranza che arriva nelle stesse ore in cui si fanno, malgrado la smentita del diretto interessato, sempre più insistenti le voci che includono Scilipoti nella conta pro-fiducia. Chi, invece, ha deciso di sfilarsi sono i deputati della Svp. Che oggi, per bocca del loro leader, il presidente della provincia autonoma di Bolzano, Luis Durnwalder, hanno annunciato che si asterranno il 14 dicembre. Al momento il bilancino segna 317 per l'opposizione e 310 per la maggioranza (includendo anche Calearo, Cesario e Catone in uscita da Fli). Ma, tra assenze strategiche e cambi di casacca dell'ultima ora (si continua a confidare anche in un aiutino degli ex diniani, malgrado abbiano firmato la mozione Fli-Udc), la differenza potrebbe assottigliarsi e riservare qualche chance in più al Cavaliere.

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