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La guerra delle piazze tra Pdl e Pd: Berlusconi e Bersani scaldano i motori in vista del voto di fiducia

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Questo articolo è stato pubblicato il 08 dicembre 2010 alle ore 13:51.

Martedì si daranno battaglia in Parlamento. Nell'attesa di conoscere il destino del governo di Silvio Berlusconi, maggioranza e opposizione scalderanno però sabato 11 dicembre i motori in piazza. Anzi, sarebbe più corretto dire nelle piazze. Alla grande mobilitazione organizzata dal Pd nella centralissima San Giovanni a Roma, il Pdl risponde infatti con un'agenda di incontri in tutta la penisola. «Almeno uno in ogni regione - racconta al Sole24Ore.com il ministro Michela Brambilla, che è anche responsabile delle iniziative movimentiste del Pdl -. Più che le manifestazioni dirette ai nostri militanti, quello che conta sarà il contatto con la gente attraverso i gazebo, il materiale che illustra i risultati del governo e l'intervento del presidente Berlusconi».

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Perché il clou del weekend pidiellino sarà appunto il messaggio con cui il Cavaliere saluterà il popolo del centro-destra. Impossibile fare previsioni. «L'uomo - prosegue la Brambilla - è un ottimo improvvisatore quindi non sappiamo ancora cosa dirà. Registreremo domani il messaggio ma quel che è certo è che il presidente non parlerà alla politica ma agli italiani». Probabile che tocchi le corde già evocate in questi giorni sottolineando la manovra in atto da parte dei «maneggioni» della politica (leggi Fini e Casini) e che colga ovviamente l'occasione per ricordare i risultati raggiunti dall'esecutivo. Dunque un messaggio diretto alla pancia degli elettori in assenza di un suo intervento in piazza.

Lui, infatti, non ci sarà. Non sarà a Milano, in piazza Duomo, come qualcuno aveva ipotizzato nei giorni scorsi, né prenderà parte all'altro appuntamento cruciale, quello predisposto a Roma domenica 12 al palazzo dei congressi con il gotha del Pdl laziale. «Poiché non si tratta di un'unica manifestazione nazionale - chiarisce ancora Brambilla - era difficile programmare la sua presenza in un luogo in particolare. Il messaggio servirà appunto a raggiungere tutti».

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Berlusconi, dunque, apparirà solo in video. Mentre nella piazza del Pd a parlare sabato pomeriggio sarà un Bersani in carne e ossa. L'obiettivo degli organizzatori è ambizioso. «Non saremo uno in meno di quanti erano nel 2006 con Berlusconi», scherza ma nemmeno tanto Lino Paganelli, responsabile feste del Pd riportando la mente alla piazza organizzata dal Pdl contro la finanziaria del governo Prodi quando si parlò di un milione di persone, che divennero due nell'intervento del Cavaliere dal palco. «San Giovanni - spiega al Sole24ore.com - si presta molto bene ad accogliere esigenze eccessive di partecipazione e i nostri numeri crescono di ora in ora».

Per il momento il bollettino democratico conta 93mila militanti che arriveranno nella capitale, 1500 pullman e 18 treni speciali. «Per via dell'aumentata partecipazione - prosegue Paganelli - abbiamo dovuto prevedere anche un secondo corteo da piazzale Ostiense, dopo quello che prenderà le mosse da piazza della Repubblica». Entrambi viaggeranno verso San Giovanni per una giornata all'insegna della musica (sul palco, tra gli altri, Neffa, Simone Cristicchi, Roy Paci) e della mobilitazione con il comizio conclusivo di Bersani. «È il momento giusto per provare a mandarlo a casa - è il mantra ripetuto dal segretario in questi giorni -. Mi aspetto che ci sia tanta gente. Sento che la scelta della manifestazione è stata giusta, ci darà la forza oer i giorni che vengono». Una forza che Bersani è andato a scovare anche a Bettola, il suo paese natale nel piacentino. Dove il segretario è arrivato ieri per festeggiare l'elezione ai vertici del partito. Un ritorno a casa segnato dalle lacrime che davanti a 200 tra concittadini e familiari Bersani non è riuscito a trattenere.

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