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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2010 alle ore 11:37.
L'Api non darà mai voti a Berlusconi e un Berlusconi-bis per il partito di Rutelli è «inimmaginalibe». Arriva un netto "no" di Francesco Rutelli al sostegno da parte di Alleanza per l'Italia alla proposta del Fli di un Berlusconi-bis frutto di una crisi lampo pilotata che prevede di far seguire alle dimissioni un reincarico in 72 ore. A patto che Berlusconi si dimetta. «Non si può immaginare - ha detto Rutelli - di votare un governo Berlusconi».
Intanto Rutelli ha anche ritoccato il simbolo (via le Api, il fiore di arancio che tanto assomiglia a una margherita che sale in primo piano, il nome del partito in bella vista per non sbagliare in caso di debutto sulle schede elettorali) e arruolato Enrico Boselli, per tanti anni leader dei socialisti rimasti nel centrosinistra dopo la diaspora Psi e da oltre due anni lontano dalla vita politica attiva. La doppia novità di Alleanza per l'Italia in vista delle prossime amministrative e della necessità di «essere comunque pronti per un simbolo adatto alle competizioni elettorali, qualora ci fossero anche altre elezioni oltre quelle amministrative».
«Non ho motivo per cambiare oggi una posizione - ha detto Rutelli - che Alleanza per l'Italia ha assunto da tempo: noi pensiamo che si sia chiusa una stagione politica, non potranno mai esserci nostri voti a sostegno di un governo Berlusconi. Anche se comprendo le esigenze tattiche di altri che hanno spinto a prospettare anche questa prolposta».
Ma la differente valutazione sulla possibilità di un Berlusconi-bis, spiega Rutelli, non intacca il progetto politico comune con Fli e Udc per un nuovo terzo polo. «Non mi attarderei - ha detto Rutelli - sulle diverse tattiche, restando solido il progetto e l'obiettivo strategico. Noi siamo più liberi nelle scelte tattiche di Udc - che pur venendo come noi da due anni di opposizione proviene dal centrodestra - e di Fli che invece ha fatto una scelta di rottura e uscita da questa maggioranza». Per Rutelli «la novità del nuovo polo sta proprio nel voler far nascere al centro e nel cuore della politica italiana una nuova aggregazione liberale, democratica, laica e riformista. Non si tratta di far nascere ora un partito unico: ci vorrà un percorso e del tempo».