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Questo articolo è stato pubblicato il 09 dicembre 2010 alle ore 19:39.
Sakineh Ashtiani, l'iraniana 43enne la cui condanna a morte per lapidazione ha innescato l'indignazione internazionale, sarebbe stata liberata. Scarcerati anche il figlio Sajjad Ghaderzadeh e l'avvocato della donna Javid Hutan Kian, e ai due giornalisti tedeschi che erano stati imprigionati di recente. Ma la televisione iraniana in inglese PressTv ha smentito oggi il rilascio di Sakineh Mohammadi-Ashtiani, sottolineando che la donna è stata portata nella sua abitazione solo per realizzare un programma che sarà trasmesso questa sera.
Lo ha riferito il quotidiano online brasiliano O Globo, riportando quanto affermato dall'attivista per i diritti umani Mina Ahadi, presidente del Comitato internazionale contro la lapidazione. «Siamo felici», ha detto, tra l'altro, Ahadi, che ha sottolineato l'intervento, nel percorso che ha portato alla rilascio della donna, del presidente brasiliano, Ignacio Lula da Silva, e del suo successore, Dilma Rousseff, eletta di recente. La donna era stata condannata a morte per adulterio.
Appresa la notizia della liberazione di Sakineh Mohammadi Ashtiani, la donna iraniana condannata alla lapidazione per adulterio, il Presidente del Senato, Renato Schifani, aveva espresso a nome suo e dell'intera Assemblea di Palazzo Madama la più viva soddisfazione per la felice conclusione di una vicenda che ha commosso le coscienze di tutto il mondo.