House Ad
House Ad
 

Notizie USA

Accordo a Cancun: un successo a metà. Il clima non è ancora salvo, ma il processo Onu sì

Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 14:35.

Cancun. Il clima del pianeta non è ancora in salvo, ma il processo negoziale delle Nazioni Unite sì. Intorno alle 4 del mattino, ora messicana, i delegati di 193 paesi del mondo hanno raggiunto un compromesso su un documento che non passerà alla storia dell'umanità, ma che spiana la strada a un trattato internazionale, legale e vincolante, da raggiungere al prossimo appuntamento negoziale: fra un anno esatto a Durban, in Sud Africa.

«Già alla vigilia sapevamo che l'obiettivo di un trattato non era alla portata di questo vertice – dice Connie Hedegaard, la commissaria europea per il Clima – ma, alla fine, quel che conta è la volontà comune di limitare l'aumento della temperatura entro i 2 gradi centigradi», che gli scienziati considerano la soglia di rischio. Secondo la Hedegaard, è un passo avanti rispetto all'esito di Copenhagen l'anno scorso, quando il cosiddetto Copenhagen Accord fu siglato da un folto gruppo di paesi – inclusi Cina e Stati Uniti – ma non dall'assemblea plenaria. «Le decisioni prese oggi invece – rimarca la commissaria – trasferiscono quegli impegni dentro i ranghi del sistema Nazioni Unite».

L'entusiasmo che si è visto e percepito, al termine di una defatigante sessione negoziale, non era tanto per il modesto risultato finale, quanto per lo scampato pericolo. Intorno alla mezzanotte, la Bolivia ha minacciato di rompere le trattative, prontamente appoggiata da Cuba e da due paesi produttori di petrolio: l'Arabia Saudita e il Venezuela. Quattro paesi che, non a caso, si erano rifiutati di firmare il Copenhagen Accord, fortissimamente voluto da Barack Obama in persona, ma negoziato in una stanzetta piena di capi di Stato, invece che nell'assemblea plenaria.

In estrema sintesi, l'intesa raggiunta oggi include la nascita di un Green Climate Fund da 100 miliardi di dollari all'anno, per aiutare le nazioni in via di sviluppo ad adattarsi ai cambiamenti climatici (ad esempio costruendo dighe contro l'innalzamento dei mari) e ad ottenere tecnologie pulite per ridurre a loro volta le emissioni-serra. A questo proposito, viene istituito anche un Comitato tecnologico per valutare le opzioni in campo e anche un Centro per la tecnologia climatica che cercherà di costruire un network planetario dove incrociare la domanda e l'offerta di soluzioni avanzate per il controllo delle emissioni.

L’articolo continua sotto

A Cancun approvato l'accordo integrale sul clima, ma senza la Bolivia

E' stato adottato nella sua integralità dai circa duecento Paesi riuniti sotto l'egida delle

Il Pentagono spiazza il Congresso americano: è emergenza oceani per il cambiamento del clima

«Il Pentagono non ha dubbi: il cambiamento climatico è una realtà inoppugnabile». Parola di David

A Cancun si cerca la difficile quadratura del cerchio sul clima. Il Pew Trust suggerisce una soluzione

A Cancun si cerca la difficile quadratura del cerchio sul clima. Il Pew Trust suggerisce una soluzione

CANCUN. Sul tavolo dei cambiamenti climatici ci sono 30 miliardi di dollari da qui al 2012, che

Tags Correlati: Barack Obama | Chris Huhne | Clima | Connie Hedegaard | Copenhagen | Green Climate Fund | Nasa | Onu | Sudafrica | Tutela ambientale

 

Il documento finale include anche un programma per cercare di arrestare la deforestazione nei paesi tropicali, che contribuisce considerevolmente al riscaldamento planetario (la Nasa ha appena annunciato che nell'ultimo novembre le temperature medie in superficie sono state le più alte della storia) perché depriva il pianeta di alberi che assorbono naturalmente l'anidride carbonica. Per la verità però, il testo approvato dall'assemblea mondiale resta troppo vago sulle modalità per raggiungere questo obiettivo, che sono quindi consegnate in eredità al vertice di Durban del dicembre 2011.

Il guaio è che la questione centrale e più spinosa, ovvero gli impegni dei singoli paesi per ridurre le proprie emissioni di gas-serra entro il 2020, resta del tutto aperta. Certo, gli impegni presi da circa 80 nazioni con lo zoppicante Copenhagen Accord approdano anche queste nell'ufficialità del «sistema Onu», con meccanismi un po' più stringenti per il controllo e la verifica dei risultati ottenuti. Il documento finale auspica anche i tagli alle emissioni serra «diventino più ambiziosi». Non a caso, il ministro inglese all'Energia e il Clima, Chris Huhne, ha detto a caldo che «questa intesa rende più probabile l'impegno europeo per tagli del 30% entro il 2020», contro il 20% attualmente previsto dalla cosiddetta direttiva 20-20-20.
Dopo un anno di negoziati e due settimane di trattative, il risultato appare decisamente modesto. Se non fosse che è comunque riuscito a mettere d'accordo il Nord e il Sud, l'Est e l'Ovest del mondo. Un mondo dove le disparità di reddito, di stili di vita – e quindi di consumi energetici – restano indubbiamente pesanti. E dove i destini futuri sono ancora tutti da immaginare.

Shopping24

Da non perdere

L'esempio di Baffi e Sarcinelli in tempi «amari»

«Caro direttore, ho letto (casualmente di fila) i suoi ultimi tre memorandum domenicali. Da

L'Europa federale conviene a tutti

Ho partecipato la scorsa settimana a Parigi a un incontro italo francese, dedicato al futuro

Non si può privatizzare la certezza del diritto

In questa stagione elettorale, insieme ad un notevole degrado, non solo lessicale, ma anche di

Le sette criticità per l'economia Usa

Quale futuro si prospetta per l'economia degli Stati Uniti e per quella globale, inevitabilmente

Sull'Ilva non c'è più tempo da perdere

La tensione intorno al caso dell'Ilva non si placa. Anzi, ogni giorno che passa – nonostante i

Casa, la banca non ti dà il mutuo? Allora meglio un affitto con riscatto. Come funziona

Il mercato dei mutui in Italia resta al palo. Nell'ultimo mese la domanda di prestiti ipotecari è


Jeff Bezos primo nella classifica di Fortune «businessperson of the year»

Dai libri alla nuvola informatica: Jeff Bezos, fondatore e amministratore delegato di Amazon,

Iron Dome, come funziona il sistema antimissile israeliano che sta salvando Tel Aviv

Gli sporadici lanci di razzi iraniani Fajr-5 contro Gerusalemme e Tel Aviv costituiscono una

Dagli Assiri all'asteroide gigante del 21/12/2012, storia di tutte le bufale sulla fine del mondo

Fine Del Mondo, Armageddon, end of the World, Apocalypse? Sembrerebbe a prima vista roba da