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Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2010 alle ore 10:57.
E' stato adottato nella sua integralità dai circa duecento Paesi riuniti sotto l'egida delle Nazioni Unite a Cancun un testo che prevede una serie di meccanismi per lottare contro il cambiamento climatico, tra cui un Fondo verde per aiutare i Paesi in via di sviluppo. I circa duecento paesi riuniti a Cancun, in Messico, sotto l'egida delle Nazioni Unite hanno adottato la prima parte di un accordo sul clima che permette di lasciare aperta la questione sensibile del futuro del protocollo di Kyoto. Un via libera che ha ignorato l'obiezione della Bolivia.
La Bolivia è stato il solo Paese a essersi pronunciato contro questo testo. «La norma per l'adozione è il consenso», ha sottolineato il negoziatore boliviano Pablo Solon, che ha ricordato un «precedente funesto». La norma del consenso non significa l'unanimità, né che una delegazione possa pretendere di imporre un diritto di veto su una volontà che con tanto lavoro è stata raggiunta», ha risposto Espinosa.
L'accordo di Cancun «apre una nuova era per la cooperazione internazionale sul cambiamento climatico», ha dichiarato il ministro degli Esteri messicano, Patricia Espinosa, la cui voce è stata sovrastata dagli scroscianti applausi dei delegati presenti in seduta plenaria. L'accordo è stato adottato malgrado l'opposizione della Bolivia, solo Paese a essersi pronunciato contro questo testo.
Questa conclusione positiva nella località turistica messicana al termine di un appuntamento dagli obiettivi d'altra parte modesti, permette di ridare slancio al processo negoziale dell'Onu fortemente scosso dalla grossa delusione nata un anno fa del vertice di Copenaghen.