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Il paese senza Grande fratello. Il silenzio di Brembate Sopra, fra immigrati, aziende e parrocchia

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 07:52.

La geografia non è scienza statica, fatti e misfatti ne cambiano i riferimenti, quarant'anni fa spiegavano che Brembate di Sopra si trova a 11 chilometri da Sotto il Monte, con la cascina natale del Papa buono, Giovanni XXIII. In piena Tangentopoli assicuravano di essere a soli cinque chilometri da Curno, dove abitava il castigatore di Mani pulite, Antonio Di Pietro. Fino a qualche mese fa si vantavano di stare a due passi, 7,5 km per la precisione, da Pontida, famosa per le adunate della Lega nord che dettano l'agenda politica nazionale.

Da fine novembre Brembàt Sura, in lingua bergamasca, è entrato, suo malgrado, nel circo mediatico per la scomparsa di Yara Gambirasio, la tredicenne acqua e sapone appassionata di ginnastica ritmica scomparsa senza lasciare traccia. Ora sono gli altri paesi a calcolare i chilometri che li separano da questo piccolo centro delle Prealpi Orobiche.

A Brembate di Sopra il circo mediatico per il momento non ha provocato la catastrofe morbosa creata ad Avetrana - il paesino pugliese dove è stata uccisa Sarah Scazzi - grazie all'estremo riserbo della famiglia Gambirasio, mai una comparsata in tv, le telecamere evitate con grande dignita. Un dolore non sbandierato, la casa è stata protetta fin da subito da un cordone di polizia locale, la popolazione ha fatto quadrato contro gli intrusi, una riservatezza che sconfina in un'omertà che si può definire virtuosa. Apparire sul piccolo schermo per rispondere a domande «insulse», così le ha definite il parroco don Corinno Scotti, non è cosa da bergamaschi.

I volantini che segnalano la scomparsa di Yara, «chi ha notizie utili contatti subito il 112», sono visibili ma discreti, li trovi appesi in tutte le vetrine, tra viaggi alle Maldive o caffè macinato in offerta, si vedono anche al mercato del venerdì mattina, 50 bancarelle a due passi dalla via sbarrata di casa Gambirasio e dall'oratorio San Giovanni Bosco che prepara al cenone di Capodanno, 45 euro per gli adulti, 25 per i giovani, la vita continua, sono già aperte le iscrizioni, al costo di 530 euro, alla giornata mondiale dei giovani, in programma dal 16 al 23 agosto 2011 a Madrid.

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Unica stonatura la reazione verbalmente e graffitariamente violenta contro i marocchini subito dopo l'arresto dell'operaio Mohammed Fikri, rilasciato nel giro di poche ore. Gli immigrati ci sono, sono tanti, ufficialmente ne risultano poco meno di 500, quelli irregolari si calcolano moltiplicando per 4-5 volte, dall'Ucraina arrivano le badanti impegnate in quello che la Caritas locale definisce welfare invisibile, quasi 1.500 brembatesi hanno più di 65 anni, i marocchini (il gruppo più numeroso della provincia) sono in fabbrica o nel piccolo commercio, più in basso, nella piana, gli indiani lavorano nelle campagne. Sono tanti, forse arrivati troppo in fretta, servono, ma resta, a Brembate di Sopra come altrove, il rapporto traballante tra la tradizionale accoglienza lombarda e la rigidità di un paesino orobico dove alle ultime elezioni la Lega ha raccolto il 45% dei voti, il doppio del Pdl, gli avanzi lasciati agli altri partiti.

Il caso Yara colpisce pesantemente, la provincia di Bergamo è poco avvezza a fatti gravi anche se è ai primi posti in Italia nel rapporto tra reati e numero di abitanti, la classifica della Qualità della vita (pubblicata sul Sole-24 Ore del Lunedì il 6 dicembre) penalizza pesantemente la provincia proprio per la sicurezza, con 1.171 furti in casa, 259 rapine e 14 tentati omicidi nel 2009. L'attesa snervante per Yara è qualcosa di più angosciante, non si è mai preparati a fatti del genere.

La vita continua, forse con con meno chiacchiere tra gente abituata di suo a parlare poco, ruvida senza eccedere, il brembatese che ha fatto più carriera è Giulio Terzi di Sant'Agata, ex maestro di bon ton diplomatico in qualità di responsabile del cerimoniale della Farnesina, attuale ambasciatore italiano a Washington, in questi giorni ha telefonato, assicurano, per informarsi sugli ultimi avvenimenti.

Brembate di Sopra ha 7.700 abitanti, mille in più rispetto al 2001, con un reddito medio dichiarato di 14.500 euro, tra i primi venti della ricca provincia di Bergamo, il doppio abbondante, per fare un paragone improprio, a quanto dichiarato nel paese pugliese di Sarah Scazzi, quasi 1.500 in più rispetto a un altro paese a benessere diffuso di cui si è parlato recentemente, Caldogno, il centro vicentino più colpito dall'alluvione del 1° novembre.

La ricchezza arriva da lontano, l'industrializzazione di Brembate di Sopra è cominciata a fine 800 con l'arrivo del gruppo tessile svizzero Legler, che voleva sfruttare la forza delle acque del Brembo e del vicino fiume Adda. Qualche anno fa la famiglia svizzera ha alzato bandiera bianca, impossibile difendersi dalla concorrenza cinese. Gli storici stabilimenti sono vuoti, alcuni sono stati ristrutturati, da un anno i padri Giuseppini hanno aperto una scuola professionale che ha legami con artigiani e piccole imprese.

Accanto, Bergamo formazione, aziende speciale della Camera di commercio, ha aperto un incubatore di nuove imprese, ogni anno vengono selezionate da 15 a 20 idee imprenditoriali, spiega Giovanni Fucini, responsabile dell'iniziativa: «Diamo agli aspiranti imprenditori uffici, servizi, tecnologie e formazione. Li aiutiamo a fare un business plan, a strutturarsi professionalmente, a trovare clienti e partner. Il bilancio è più che positivo, su 90 imprese costituite finora solo 3-4 si sono arrese. Stanno arrivando anche start up dell'università, i settori più gettonati sono turismo, green economy e servizi».

La Legler si è fermata, ma la crescita del manifatturiero è proseguita a tappe forzate. A Brembàt Sura negli anni 70 un appassionato delle due ruote, Lander Nocchi, si è inventato un nuovo business, utilizzando policarbonati innovativi per produrre caschi da motociclisti, fascia alta, utilizzati dai principali campioni internazionali, l'export arriva in 70 paesi, il fatturato del gruppo è di poco meno di 60 milioni di euro, i dipendenti 360. La crisi delle moto è pesante, la concorrenza cinese cresce anche nei caschi, ma Nolan continua a investire, vuole accorpare i tre stabilimenti della zona, qualche mese fa ha rinnovato con i sindacati l'accordo sui premi di risultato.

Brembate di Sopra è zona ricca. ha subìto meno la crisi globale perché spazia in più settori industriali, dalla metalmeccanica alla plastica, dal legno all'abbigliamento. All'Associazione industriali di Bergamo la definiscono area strutturalmente forte e sana, con un'alta propensione all'export. Nomi conosciuti dal grande pubblico o aziende specializzate, c'è l'impianto della Gildemeister italiana, 280 dipendenti dopo che 40 sono andati in mobilità volontaria, che fa parte del colosso tedesco della robotica, c'è la Bremboflex, specializzata in raccorderie metalliche, la Polynt, del gruppo Ducati, che produce plastiche speciali per il settore automotive, a quattro chilometri c'è lo stabilimento di N&W, il colosso dei sistemi della distribuzione di bevande che una settimana fa ha chiuso lo stabilimento danese per concentrare in zona le attività, da mille posti di lavoro si passerà a 1.200. Zona ricca, imprenditorialità diffusa, il 40% delle linee telefoniche ricade nell'area business, le imprese operative, segnala la Camera di commercio, sono 599 - quasi una ogni dieci abitanti, lattanti compresi - tra queste anche la Soprano, una piccola impresa specializzata in batterie e tamburi, con export in Canada e Australia.

Il paese di Yara è alla confluenza di due valli che economicamente sono molto distanti, la Val Seriana, crollata con l'industria tessile, la Valle Imagna, specializzata nelle lavorazioni del legno, milioni di Pinocchietti sono usciti da quelle zone impervie, ma la Cina si è impossessata anche del burattino di Collodi, l'industria del legno è andata in tilt, la crisi globale ha dato colpi feroci.
La disoccupazione in provincia è salita al 4-4,5%, praticamente la metà di quella nazionale, nell'Isola bergamasca, così si chiama la zona di Brembàt Sura, è ancora più bassa. Non va tutto bene, ovviamente, la crisi ha portato cassa integrazione e mobilità, fallimenti e chiusure, la Valbrem, della media Val Brembana è l'ultima di una serie, rischia di abbassare le saracinesche a fine anno. Una situazione nuova, come ammette Ferdinando Uliano, segretario provinciale della Fim-Cisl: «Fino a pochi anni fa i nostri iscritti in caso di chiusura ci dicevano: fateci avere un incentivo all'uscita, ci pensiamo noi a trovare un altro posto. Ora invece è diventato tutto più difficile, quasi impossibile». Il caso più eclatante si conclude in questi giorni, manca solo il referendum tra i lavoratori, riguarda la chiusura dello stabilimento Indesit con 430 addetti. È stato firmato un accordo innovativo, l'azienda si è impegnata a ricollocare gli addetti, concederà da 11 a 15mila euro per ogni assunzione dei suoi ex dipendenti, un contributo di 6mila euro a ogni lavoratore, integrazioni per i prepensionamenti.

Sui siti di viaggi non trovi alberghi a Brembate di Sopra, solo qualche piccolo agriturismo, il paese non ha piatti particolari e neanche vini del posto, in compenso ti imbatti in cose che non ti aspetteresti di vedere in un paese delle Prealpi Orobiche. Come l'osservatorio del Sole, 70mila visitatori l'anno per scrutare il cielo con il quarto telescopio rifrattore d'Italia e un planetario che trasmette il sistema stellare in 3D, l'obiettivo è la divulgazione scientifica dell'astronomia. Soprattutto trovi strutture pubbliche che fanno invidia a molti comuni limitrofi. La residenza sanitaria degli anziani ha ricevuto numerosi riconoscimenti di qualità a livello regionale, può permettersi di far pagare solo 1.400 euro al mese (un centinaio in più per i malati di Alzheimer), o una ventina di euro al giorno per il centro diurno, perché, dicono al comune, «non abbiamo manager o dirigenti strapagati», sono in corso lavori per costruire un reparto per malati terminali, i posti disponibili passeranno da 220 a 280. La raccolta differenziata è arrivata al 61%, sta per essere ultimato un impianto di teleriscaldamento che renderà autonome tutte le strutture comunali e gli edifici di una nuova piazza, funzionerà a metano, ma i motori sono convertibili, più avanti sarà possibile sperimentare olio vegetale o altre fonti rinnovabili.

È in dirittura d'arrivo un nuovo teatro, 820 posti, tutte le scuole sono state ristrutturate e ammodernate. Il problema maggiore? Il traffico, sulle ampie strade della periferia e sulle strette vie del centro si scaricano ogni giorno 25-30mila auto a camion che dalle valli si riversano a Bergamo, una situazione soffocante, a detta di tutti. E dai paesi vicini arrivano anche per fare sport, Brembate di Sopra fa scuola, in questo. Ai centri sportivi ci sono 14mila iscritti, il doppio degli abitanti di Brembàt Sura, la piscina ha 750 appassionati ogni giorno, il calcio femminile milita in serie A2, il grande Palasport sarà presto affiancato da una galleria del vento per l'atletica agonistica, in più di mille si cimentano nei vari corsi di ballo classico o latino americano, 835 atleti fanno attività agonistica, come la campionessa Yara. Brembate di Sopra è uno dei migliori vivai delle società Atletica Bergamo 59, qui è nata sportivamente Federica Curiazzi, 17 anni, tra le migliori promesse mondiali della marcia. Pochi anni più di Yara, che non mancava un allenamento fino a quel maledetto 26 novembre, quando è scomparsa, proprio uscendo dalla palestra.

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