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Berlusconi incassa la fiducia di Senato e Camera, riferisce a Napolitano, chiude con Fini e apre all'Udc

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 dicembre 2010 alle ore 13:44.

Tre scarti di voti e la Camera respinge le due mozioni di sfiducia contro il governo. Alla fine della votazione i no alla sfiducia sono stati 314, contro 311, sì. Alla votazione erano presenti in tutto 627 deputati (sui 630 complessivi), ma i votanti sono stati 625, in seguito all'astensione dei deputati della Svp. Al voto non hanno preso parte il presidente della Camera Gianfranco Fini, il finiano Silvano Moffa e il deputato Antonio Gaglione, ex Pd e oggi in forza a «Noi Sud», che a Montecitorio non si è visto. Quando il presidente Fini ha proclamato il risultato della votazione si è scatenato un applauso. Dai banchi di Pdl e Lega si è subito urlato in coro «dimissioni, dimissioni!».

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Futuro e Libertà ha votato contro il governo, con due eccezioni. E una sorpresa. «Berlusconi ora si dimetta», ha detto il capogruppo di Fli, Italo Bocchino, che ha attaccato il premier: «Il ribaltone, caro presidente, lo sta facendo lei oggi, qui», colpevole - a dire di Bocchino - «di usare i voti dell'opposizione per cacciare brutalmente coloro che sono stati eletti in questo governo». La prima eccezione è relativa alla deputata finiana Maria Grazia Siliquini che ha votato la fiducia al premier: «In questo momento così grave - ha detto - mi assumo la mia responsabilità e non posso votare la sfiducia al governo». La seconda eccezione è stata Catia Polidori, che ha votato a favore del premier. La sopresa è stata di Silvano Moffa, che alle prime battute aveva dichiarato di voler votare la sfiducia al governo, ma al tempo stesso aveva le dimissioni da capogruppo di Fli di Italo Bocchino. Moffa alla fine non ha partecipato al voto. Scontato invece il voto a favore del governo del finiano in uscita Giampiero Catone.

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Tags Correlati: Antonio Di Pietro | Antonio Gaglione | Arturo Iannaccone | Berlusconi | Bruno Cesario | Camera dei deputati | Fabrizio Cicchitto | Idv | Lega | Montecitorio | Movimento per l'Autonomia | Paolo Guzzanti | Partito Repubblicano Italiano | PDL | Pier Ferdinando Casini | Senato della Repubblica | Udc

 

Voto favorevole al governo da parte del Pdl e della Lega Nord. Per Fabrizio Cicchitto: «il ciclo Berlusconi non è finito». Duro invece il giudizio di Marco Reguzzoni sul comportamento «senza coerenza e senso di responsabilità» di Fli che nel voto si allea «con la sinistra e Di Pietro». Per Reguzzoni «è legittimo criticare anche il governo, ma la Lega si batte per il paese per il federalismo. Da vent'anni diciamo le stesse cose, dietro di noi non abbiamo il palazzo e i poteri forti. Dietro di noi ci sono milioni di voti e di cittadini che ci chiedono di migliorare questo paese. Fare il federalismo fiscale è abbassare le tasse è l'obiettivo numero uno, soprattutto per i lavoratori. È l'obiettivo ambizioso di questo governo».

Senza sorprese anche il disco rosso al governo da parte del Pd. Per Pierluigi Bersani: «Noi dell'opposizione siamo tranquillissimi perchè, comunque vada, per voi sarà una sconfitta». «Questa giornata passerà - ha aggiunto Bersani - ma non possiamo non vedere i bagliori di un tramonto».

Voto contrario al governo pure dal partito di Pier Ferdinando Casini. Che spiega: «Il premier metta fine al delirio di autosufficienza e si rivolga alle forze responsabili del parlamento in nome dell'Italia».

Durissima requisitoria di Antonio Di Pietro contro Berlusconi e il suo governo. Il leader dell'Idv ha spiegato così il voto contrario all'attuale premier: «Lei si è messo a fare politica non certo per servire il paese, ma solo i suoi affari personali, soprattutto quelli giudiziari». Fuori delle aule parlamentari, ha continuato Di Pietro, «ogni giorno vi sono persone di ogni categoria sociale che protestano e non ne possono più di essere presi in giro da lei e dal suo governo».

Voto a favore di Berlusconi da parte dei repubblicani. Il segretario del Pri, Francesco
Nucara ha così spiegato il voto favorevole al premier da parte del suo partito: «I repubblicani hanno a cuore le sorti dell'Italia prima ancora che quelle del governo. Non vorremmo che la battaglia a Berlusconi ci facesse trovare il cadavere dell'Italia».

L'Api ha votato invece la sfiducia al governo alla Camera. Così come pure la deputata dei Liberaldemocratici Daniela Melchiorre e il suo collega Italo Tanoni. Semaforo rosso al premier anche dal deputato dell'Mpa, Carmelo Lomonte, con queste motivazioni: «Il sud non é stato al centro del programma anzi é stato danneggiato: sono cresciuti gli squilibri, distolti i fondi fas, nessuna infrastruttura è stata avviata. Nel governo sono prevalse le spinte egoistiche e il federalismo come si sta attuando rischia di diventare un federalismo del nord contro quello sud». A favore del premier invece Arturo Iannaccone di Noi Sud: «Berlusconi ha fatto bene a non dimettersi e non ha fatto un gesto di arroganza ma di rispetto degli italiani», ha detto il meridionalista spiegando che «la crisi sarebbe solo il tentativo di realizzare un ribaltone contro la volontà della maggioranza degli italiani».

I radicali hanno votato no alla fiducia al governo. Come pure il deputato liberale, Paolo Guzzanti. Mentre Domenico Scilipoti, Bruno Cesario e Massimo Calearo hanno votato contro la sfiducia al governo.

Alle richieste di dimissioni rivolte da esponenti del Pdl al presidente della Camera ha risposto il portavoce di Gianfranco Fini, ribadendo che il presidente della Camera non si dimetterà.

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