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Questo articolo è stato pubblicato il 15 dicembre 2010 alle ore 18:45.
Gli scontri di piazza a Roma nel giorno del voto di fiducia al governo Berlusconi continuano a far discutere la rete. È soprattutto la questione dei presunti infiltrati delle forze dell'ordine all'interno nei cortei a tenere banco. Sui social network in molti rilanciano articoli, video e gallerie fotografiche di un teppista a volto coperto con un giubbotto beige (poi identificato in serata) che prima attacca con una pala i mezzi delle forze dell'ordine e viene ritratto con in mano un manganello prima e delle manette poi. Un'altro invece viene ripreso mentre tiene un braccio al collo del finanziere che ha estratto la pistola durante gli scontri, come se volesse proteggerlo.
Le foto del presunto infiltrato
Il Pd chiede chiarimenti a Maroni
Le immagini fanno pensare ad agenti in borghese, utilizzati per provocare gli scontri e innescare le cariche della polizia, come negli anni '70. Almeno questa tesi sembra sposare il Partito democratico che, per bocca del presidente dei senatori Anna Finocchiaro ha chiesto chiarimenti al ministro Maroni. «Ieri a Roma - afferma - c'erano evidentemente degli infiltrati che hanno messo a rischio i manifestanti e le forze dell'ordine. Chi li ha mandati? Chi li paga? Cosa devono causare?».
«Sono un collega» o «sono minorenne», giallo sul video
La questione è molto discussa sui social network. Tra le bacheche più attive c'è quella del Popolo viola su Facebook, che conta 348mila iscritti. Un utente che si firma Ferra Rella, carica un video in cui si vede un giovane dal giubbotto beige, già protagonista di violenze contro le forze dell'ordine, che dice a un gruppo di celerini che lo fermano dopo una carica la frase «Sono un collega». Lo stesso giovane viene ripreso in altre foto in cui prende a bastonate un blindato della Guardia di Finanza. Il video sembra la prova che tra i manifestanti ci siano stati agenti provocatori. Ma non tutti sono d'accordo. «Questo sarebbe il famoso infiltrato...a me me pare un regazzetto di 16 anni...» dice un utente mentre altri sostengono che il ragazzo abbia pronunciato le parole: «Sono un minorenne» e non «sono un collega».