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Questo articolo è stato pubblicato il 19 dicembre 2010 alle ore 16:18.

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Nessun problema di dipendenza dal gas russo. La rassicurazione arriva dall'amministratore delegato dell'Eni, Paolo Scaroni, a margine della presentazione di un accordo sociale con il governo libico. «In Italia il consumo di gas russo è inferiore al 20 per cento del consumo totale, pesando molto meno rispetto a venti anni fa grazie alla diversificazione degli approvvigionamenti». Inoltre «l'Eni ha contribuito più di chiunque altro alla diversificazione degli approvvigionamenti dell'Italia e dell'Europa: abbiamo costruito il gasdotto che ci collega con l'Algeria, che per l'Eni è il primo Paese di fornitura, seguono poi la Russia, la Libia, l'Olanda e la Norvegia». Altra tranquillizzazione anche sui possibili effetti che il maltempo potrebbe avere sulla fornitura di gas: «Stiamo tranquilli e sereni, l'ultimo problema che abbiamo è l'assenza di gas».

Parlando di Libia, invece, il numero uno ha ricordato che per l'Eni rappresenta «il 18 per cento della nostra produzione» complessiva. L'accordo firmato oggi tra il governo di Gheddafi (rappresentato dal al-Baghdadi Ali al-Mahmudi) ed Eni prevede la realizzazione di un porto navale, mille case e un impianto di dissalazione nell'area. Si tratta di un impegno sviluppare quell'area nel Golfo della Sirte in cui, negli anni della dominazione italiana, sorgeva un campo di concentramento. «Quello che finora rappresentava un punto nero nella memoria del Paese», ha detto il primo ministro libico, «diventa ora qualcosa di positivo. Il prossimo 30 agosto daremo il via ai lavori». «Si tratta di un accordo in linea con la strategia matteiana del gruppo» ha detto Scaroni, ricordando il consueto impegno dell'Eni nelle politiche di sviluppo nei Paesi in cui è presente. «L'obiettivo - ha proseguito - è rendere accettabile la nostra presenza» in Libia «in termini abitativi e infrastrutturali».

Eni farà parte inoltre del comitato di indirizzo e controllo del progetto di sviluppo al fianco del governo libico, che a sua volta guiderà la realizzazione delle opere, che secondo i piani dovrebbero essere consegnate nell'arco di due anni.

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