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Questo articolo è stato pubblicato il 20 dicembre 2010 alle ore 08:50.
La Corea del sud ha completato il suo test regolare di artiglieria, durato due ore, in un avamposto marino sull'isola di Yeonpyeong . Non vi é stata alcuna risposta immediata da parte della Corea del nord. Le manovre militari sono iniziate alle 02:30 ora locale e decine di colpi sono stati sparati nelle acque a sud-ovest dell'isola. In vista di un'eventuale rappresaglia nordcoreana, Seul ha ordinato agli abitanti di Yeonpyeong e di altre quattro isole nei pressi del confine marittimo di rifugiarsi nei bunker anti-bombardamento, mentre l'aviazione si tiene pronta ad intervenire.
Il mese scorso le stesse isole erano state oggetto di un attacco a fuoco da parte nordcoreana che si era concluso con quattro morti da parte della Corea del sud, di cui due civili. Un portavoce di Seul ha definito le manovre come: «programmate da lungo tempo e parte di una regolare esercitazione».
Le manovre diplomatiche
In coincidenza con l' inizio delle manovre, la rete televisiva americana Cnn ha sostenuto che la Corea del nord ha accettato di far tornare gli ispettori dell'Onu nelle sue installazioni nucleari. L' impegno sarebbe stato espresso da dirigenti nordcoreani al governatore del New Mexico, Bill Richardson, che da giovedì scorso è a Pyongyang nel tentativo di contenere la tensione, che rimane altissima.
Il Consiglio di sicurezza dell' Onu, riunito ieri, non è riuscito a trovare un accordo per condannare la Corea del nord per il bombardamento del 23 novembre contro Yeonpyeong.
La posizione di Cina e Russia
Uno spargimento di sangue e un conflitto nella penisola coreana sarebbero «una tragedia nazionale» per i compatrioti e fratelli delle due Coree, secondo il rappresentante cinese all' Onu, Wang Min. Il diplomatico ha inoltre sottolineato che la Cina ha fatto «incessanti sforzi con la Repubblica democratica di Corea» (il nome ufficiale della Corea del nord), «la Corea del Sud e altri paesi attraverso vari canali per evitare un peggioramento della situazione».
Cina e Russia si sono opposte in sede Onu a un'esplicita condanna di Pyongyang.