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Ecco i 22 responsabili che faranno gruppo alla Camera per aiutare il premier. Berlusconi: non entreranno al governo

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 dicembre 2010 alle ore 14:14.

«Le persone che hanno deciso di appoggiare la maggioranza lo hanno fatto per un loro convincimento, ad esempio quelli dell'Idv perché non sopportavano più il loro leader». Lo afferma il premier Silvio Berlusconi nel corso della registrazione di Matrix. A chi gli chiede se ci sia la possibilità che qualcuna delle new entry possa fare il sottosegretario, il Cavaliere risponde: «io penso che non ci sia questa eventualità ». Ecco chi sono gli ultimi arrivi.

Ci aveva provato, ma con esito fallimentare, anche il repubblicano Francesco Nucara, calabrese doc. Desideroso di offrire alla maggioranza un puntello pro-fiducia prima del voto di fine settembre. Ma di quell'idea, un gruppo nuovo di zecca alla Camera di parlamentari "responsabili" a sostegno del governo, non se ne fece più nulla. Un po' per il fuggi fuggi generale innescato dalle indiscrezioni di stampa sui possibili componenti, un po' per gli annunci poco prudenti del repubblicano, che stopparono l'operazione sul nascere. Ora, però, a Montecitorio qualcuno vuole riprovarci e le chance questa volta sembrano decisamente più alte. Il battesimo? Oggi stesso con una riunione nella sede di Noisud alla Camera che vedrà sedere attorno allo stesso tavolo ben 22 parlamentari.

Si fa presto a capire chi sono. Basta riavvolgere il nastro fino a tornare al voto di fiducia del 14 dicembre quando 22 parlamentari iscritti al gruppo misto fornirono al Cavaliere un significativo aiutino. Per il momento sarà un semplice confronto ma l'obiettivo, come anticipato oggi da Saverio Romano, leader dei Pid (che sta per Popolari per l'Italia di domani), è quello di lanciare a gennaio un nuovo gruppo parlamentare. Che servirà, soprattutto, a dare una mano al governo in alcune commissioni (bilancio e finanze su tutte), dove, dopo la nascita di Fli e poi del terzo polo, Pdl e Lega si sono ritrovati improvvisamente in minoranza. Dunque un'operazione dall'impatto immediato e benefico per il premier Silvio Berlusconi. Il quale, non a caso, ha strabenedetto il nuovo progetto chiedendo proprio a Romano, incrociato ieri al Quirinale, di tenerlo costantemente informato di tutti gli sviluppi.

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I 21 "responsabili" che aiuteranno il Cavaliere

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. Tanto più se si getta un occhio ai componenti del futuro gruppo di responsabili, spesso tra di loro agli antipodi, quanto a storia politica e a scelte parlamentari. Dentro la neonata formazione c'è infatti davvero di tutto. Ci sono, e hanno un peso specifico non indifferente, i quattro ex Udc siciliani in guerra con Pier Ferdinando Casini dopo la sua scelta di sostenere, nell'isola, il governo di Raffaele Lombardo. A cominciare da Saverio Romano, potentissimo segretario regionale centrista e uomo legatissimo all'ex presidente Salvatore Cuffaro, che ha mollato il partito e ha costituito alla Camera il mini-gruppo dei Pid. Di cui, oltre a Romano, fanno parte l'ex ministro democristiano Calogero Mannino, il deputato Giuseppe Ruvolo, già vicesegretario centrista in Sicilia, il campano Michele Pisacane (sindaco di Agerola) e Pippo Gianni. Subentrato, solo qualche settimana fa, a Giuseppe Drago, ex presidente della Regione decaduto dall'incarico per una condanna a tre anni per peculato, confermata in Cassazione.

A far compagnia ai Pid ci sono poi i 7 componenti di Noisud, nati da una costola dell'Mpa di Lombardo per volontà dell'ex sottosegretario Enzo Scotti: Luciano Sardelli, Arturo Iannaccone, Elio Belcastro e Antonio Milo. Cui si sono aggiunti prima l'ex Pd, Antonio Gaglione, medico noto soprattutto per le sue assenze in aula (non c'era nemmeno il 14 dicembre) e successivamente gli ex Idv, Americo Porfidia e il discusso Antonio Razzi (che ancora ieri ignorava l'esistenza del nuovo gruppo). Per non dimenticare poi, oltre al già citato Francesco Nucara, anche l'ex Udc e giornalista Rai, Francesco Pionati, uno dei cacciatori di teste sguinzagliati in Parlamento alla ricerca di nuovi acquisti pro-governo. Il gruppo può poi contare anche sull'apporto di Maurizio Grassano, ex diniano migrato anche lui nel misto in rotta con gli altri due compagni di partito.

A completare la squadra ci sono inoltre i quattro finiani che hanno abbandonato la scialuppa dell'ex leader di An: il presidente della Commissione lavoro a Montecitorio, Silvano Moffa, l'ultimo a staccarsi da Fini, cui pure era legatissimo, l'ex sottosegretario all'istruzione, Maria Grazia Siliquini,Catia Polidori (solo omonima di Mister Cepu) e infine il direttore della Discussione, Giampiero Catone. Infine i tre giunti da pochissimo nel gruppo misto dove hanno costituito una mini-formazione:l'ex presidente di Federmeccanica, ex Pd e ex Api, Massimo Calearo, Bruno Cesario, identici passaggi e infine il vulcanico ex dipietrista Domenico Scilipoti. Insomma, una galleria assai varia che dovrà trovare una sintesi e soprattutto un capo. Per ora nessuno si sbilancia ma in pole position ci sono Romano o Moffa: quale che sia il leader alla fine avrà di certo il suo bel da fare.

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